Presentazione
L’Oasi WWF Calanchi di Atri è la conferma della varietà del paesaggio naturale italiano e della biodiversità delle zone collinari. La Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri si trova in un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC IT7120083) nel Comune di Atri (Te). L’area si estende per circa 380 ettari e presenta una delle forme più affascinanti del paesaggio collinare adriatico, i calanchi, a cui si aggiungono fossi, laghetti, macchie boschive, campi coltivati.
Nonostante la presenza dei calanchi possa far pensare ad un ambiente difficile per la vita delle piante, la Riserva ospita numerose specie, che si sono specializzate a vivere in condizioni di estremo disagio. I fattori condizionanti sono molteplici e le specie pioniere – per lo più xerofile (resistenti all’aridità) – che si insediano in questo tipo di habitat devono sopportare molti aspetti negativi di questo spettacolare ma angusto territorio.
L’alto contenuto di sodio nel substrato, l’elevata pendenza lungo le pareti, l’esposizione ai versanti più soleggiati, la scarsa componente organica nei suoli e le continue frane costituiscono i fattori che condizionano e selezionano la componente floristica dei calanchi, che risulta strettamente legata alle tre diverse aree in cui è possibile suddividere un calanco: margine, pareti e fondovalle.
Il margine
Nella parte alta del calanco si trovano specie appartenenti alla vegetazione naturale della collina, rappresentata da piccoli lembi di boschi termofili. Alcune specie presenti sono sfuggite alle vicine colture, come l’Erba medica e la Sulla. Non mancano il Carciofo selvatico, la Liquirizia (utilizzata nell’industria alimentare fin dal 1811) ed altre specie più esigenti.
Tra le piante che vivono al margine dei calanchi vi sono anche specie arbustive come la Ginestra, lo spinoso Prugnolo selvatico, la Rosa canina, l’Olmo ed il Biancospino.
Le pareti calanchive
Sulle austere e ripide pareti prevalgono le specie xerofile, abituate a climi caldi e molto secchi, e le specie che si sono meglio adattate alla dura vita sui calanchi, grazie agli esili fusti, alla spinosità e all’imponente apparato radicale. Numerose le graminacee, piante poco esigenti in grado di ovviare con gli esili fusti alla perdita eccessiva di liquidi causata dalla siccità, tra cui spiccano la Gramigna litorale e la Grattalingua. Da segnalare anche la Tamerice e il Cappero, che con le sue lunghe e robuste radici è un colonizzatore delle aride pareti dei calanchi.
Il fondovalle
Nelle zone alla base degli impluvi calanchiferi, in cui si raccolgono le acque dei vari bacini e ci sono uno scarso irraggiamento solare e un’elevata umidità relativa, si incontrano specie idrofile quali la Canna di Plinio, la Carota selvatica e il Trifoglio irsuto. All’interno della Riserva non mancano specie arboree ed arbustive come la Sanguinella e la Roverella, che a volte costituisce delle piccole comunità che racchiudono al loro interno specie più ombrofile quali il Vischio guercino e l’Asparago selvatico. Nei fondovalle ritroviamo specie arboree tipiche di comunità riparali come il Pioppo bianco, il Pioppo nero ed il Salice bianco.