Presentazione
Santa Maria presso San Celso (nome completo Santa Maria dei Miracoli presso San Celso) è un antico santuario di Milano, posto in corso Italia al civico 37. È affiancato dall’antica chiesa di San Celso. Rappresenta un notevole esempio dell’Architettura rinascimentale a Milano; la sua facciata è un capolavoro del manierismo italiano.
Gian Giacomo Dolcebuono, noto architetto della Fabbrica del Duomo, incominciò la costruzione del santuario di Santa Maria dei Miracoli nel 1493. Inizialmente la chiesa era costituita da una sola navata, con una magnifica cupola realizzata da Dolcebuono e da Giovanni Antonio Amadeo, ma nel 1506 l’edificio fu giudicato di dimensioni insufficienti per accogliere la moltitudine di fedeli che si recavano al santuario a pregare davanti all’immagine della Madonna miracolosa, e così furono aggiunte le due navate laterali.
Oggi la chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso si presenta al visitatore in tutta la sua magnificenza. All’interno delle cappelle, inoltre, il santuario custodisce opere di grande valore artistico: di Giulio Cesare Procaccini, Moretto,Cerano, Bergognone, Gaudenzio Ferrari, testimonianze della pittura cinquecentesca italiana. Visiteremo anche l’antica e meno conosciuta Chiesa di San Celso: tempio romanico-lombardo costruito prima dell’anno 1000.
Storia
Il Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso S. Celso sorge in luogo sacro. Fin dai primi anni del Cristianesimo fu santificato dal martirio di due Santi a cui S. Ambrogio fu molto devoto: i santi Nazzaro e Celso. Poche sono le notizie certe su questi due santi e molte le leggende. Di San Nazzaro sappiamo che fu uno dei grandi predicatori laici, numerosi all’inizio del Cristianesimo e che per questa sua missione diede testimonianza a Dio col martirio, subito a Milano, durante la persecuzione di Nerone.
Di S. Celso di sicuro si sa che aveva dai 18 ai 21 anni, che era a Milano per il servizio militare e che, a Milano, subì il martirio per la fede, durante la persecuzione di Nerone. Il suo accostamento a S. Nazzaro pare si debba soltanto a questi tre fatti: subirono il martirio nello stesso tempo, furono sepolti nello stesso luogo e assieme furono ritrovati lo stesso giorno da S. Ambrogio. Infatti il santo, seguendo una pia tradizione o forse una ispirazione, trovò i due martiri in questo luogo il 10 maggio dell’anno 396, l’anno prima della sua morte.
Il corpo di S. Nazzaro lo fece trasportare in quella che fino allora si chiamava basilica dei Santi Apostoli, in corso di Porta Romana, S. Celso invece lo lasciò sul luogo in una piccola chiesa a lui dedicata.
Perché poi il suolo che aveva custodito i corpi dei martiri avesse un segno sacro, fece costruire una nicchia con l’immagine della Madonna, protetta da un’inferriata, simile ai molti tabernacoli con cui l’umile fede dei nostri padri ha adornato le nostre campagne e montagne.
Il miracolo del 1485
Venerdì 30 dicembre 1485 si sarebbe verificato un evento miracoloso: di fronte a trecento persone circa, mentre celebrava la messa il presbitero G. Pietro Porro, da un’immagine della Madonna col Bambino coperta da una grata e da un velo, si vide la Vergine scostare con la mano sinistra il velo e mostrarsi viva e splendente ai presenti, “aprendo le braccia e giungendo più volte le mani”.
Successivamente e con “rapidità incredibile” sparì la peste, che torturava Milano ormai da quattro anni e che aveva provocato la morte di oltre cinquantamila cittadini. I fatti miracolosi vennero sottoposti a regolare processo canonico presso la Curia, che il 1º aprile 1486 approvò la loro autenticità dopo aver ascoltato numerosi testimoni, le cui dichiarazioni giurate vennero messe in iscritto e conservate nell’archivio di San Celso. II miracolo portò una rifioritura di vita religiosa che impose la necessità di un ingrandimento della chiesa originale.
Tradizione milanese
Da secoli è tradizione che le spose milanesi, subito dopo la celebrazione del matrimonio, portino un mazzo di fiori alla Madonna esposta in questa chiesa.