Presentazione
Le piramidi di Montevecchia sono un gruppo di formazioni rocciose naturali situate nella regione della Lombardia, in Italia, vicino alla città di Montevecchia. Queste formazioni geologiche prendono il nome di “piramidi” a causa della loro forma a cono, che ricorda quella delle piramidi egiziane.
Le piramidi di Montevecchia si sono formate circa 15.000 anni fa durante l’ultima era glaciale. Durante questo periodo, i ghiacciai che coprivano la regione si sono ritirati, lasciando dietro di sé depositi di argilla e sabbia che si sono solidificati nel tempo. L’azione dell’erosione ha modellato queste rocce creando le caratteristiche forme a cono.
Le piramidi sono diventate una popolare attrazione turistica grazie alla loro bellezza naturale e alla loro unicità geologica. La zona circostante è anche un’ottima meta per escursioni a piedi o in bicicletta.
Il percorso
Il percorso che consigliamo inizia dal centro storico di Montevecchia, da dove si può seguire una strada asfaltata che porta alle pendici della collina. Da qui, si può scegliere di continuare a piedi o in bicicletta, seguendo un sentiero che si snoda attraverso un bosco di castagni e querce.
Dopo circa un chilometro, si arriva a una zona panoramica da cui si può ammirare la vista sulle colline circostanti e sulle piramidi stesse. Da qui, il percorso continua lungo una serie di scalinate e percorsi in salita che portano al cuore della zona delle piramidi.
Le piramidi si trovano in una zona circondata da vegetazione e rocce, e il percorso per raggiungerle può richiedere un po’ di attenzione e abilità, in particolare se si vuole salire sulle rocce stesse. Una volta raggiunte le piramidi, si può ammirare la loro bellezza naturale e scattare fotografie.
Il percorso per tornare può variare a seconda delle preferenze dei visitatori. Alcuni possono scegliere di seguire lo stesso percorso di andata, mentre altri possono optare per una variante che passa per altri sentieri o luoghi di interesse della zona. In ogni caso, si consiglia di seguire le indicazioni e di prestare attenzione ai segnali per evitare di perdersi.
L’accesso all’area è libero e per visitarle si consiglia di parcheggiare in prossimità della chiesa di Sant’Ambrogio al Monte. Il percorso proposto, di una lunghezza complessiva di circa 4 km, è ad anello ed inizia alla base della collina dei cipressi procedendo in senso antiorario.
Lungo il suo percorso sarà quindi possibile salire sulle tre piramidi, osservare le vigne, costeggiare la Ratta ed i terrazzamenti.
Collina dei cipressi: è la prima collina che si incontra. Il sentiero per accedervi è caratterizzato da gradoni alti una decina di centimetri che terminano in cima dove sono stati piantati alcuni cipressi e si trova un altare. I fianchi della collina risultano essere a gradoni e la pendenza generale dei fianchi è di circa 42°. Dalla cima della collina è possibile osservare in lontananza il santuario di Montevecchia che è raggiungibile attraverso i sentieri che si snodano dentro il parco. Molti visitatori scelgono di fermarsi sulla collina per godersi la vista, fare un pic-nic o semplicemente rilassarsi tra la natura.
Seconda collina: è la seconda collina ed è quella più grande. Presenta una pendenza di circa 42 – 43° ed essendo priva di vegetazione si può osservare distintamente la gradonatura.
Anche in questo caso la cima è piatta e presenta un obelisco orientato E-W. La presenza di questo obelisco e la sua orientazione suggeriscono che tale piramide possa essere stata utilizzata a fini astronomici al fine di determinare le stagioni e quindi il miglior momento per le coltivazioni. Alla base della collina è stato individuato un muro a secco probabilmente di origine celtica poiché erano soliti cingere i luoghi sacri con muri. Risulta però essere l’unico esempio di muro a secco costruito in prossimità di un luogo sacro rialzato. Questo potrebbe suggerire che il luogo venisse già utilizzato prima del loro arrivo nel territorio.
Ricostruzione paleoambientale: dalla sommità della seconda collina è possibile effettuare anche una ricostruzione paleoambientale ovvero ricostruire in termini attualistici un ambiente geologico del passato.
Gli studi geologici hanno infatti evidenziato che durante l’ultimo periodo glaciale la zona dell’escursione non era interessata dal ghiaccio. Osservando a Nord è infatti possibile osservare i monti che hanno protetto la zona. A Nord-Est è presente una morena frontale che ha determinato la formazione, dove ora sorge l’abitato di Rovagnate, di un lago che nel corso del tempo si è successivamente prosciugato.
L’analisi dei depositi lacustri può essere utilizzata anche per studiare il clima presente nella zona. Questo è possibile usando i pollini che sono stati traspostati dal vento e che finendo nel lago si sono depositati sul fondale. Lo studio dei pollini viene detto palinografia e può essere associato alla dendrocronologia, ovvero lo studio degli anelli degli alberi. Tali tecniche sono estremamente importanti quando si vogliono fare ricostruzioni accurate.
Vigne: oltre agli ulivi, la cui coltivazione è visibile tra la prima e la seconda piramide, nella zona si può osservare un’intensa coltivazione della vite. La vite è una pianta comune nella zona già da 8 mila anni ma la sua coltivazione acquista importanza in Italia con i romani. I romani infatti hanno appreso l’arte della coltivazione della vite dai greci che avevano le colonie in magna grecia. Il vino dei romani però era molto diverso da quello che conosciamo oggi. Esso infatti veniva cotto e successivamente venivano aggiunti a piacere miele oppure spezie.
Il resto del percorso si sviluppa su un comodo sentiero costeggiando dapprima la Cascina Ratta (XV sec.) e successivamente i terrazzamenti la cui configurazione finale, che non prevede che l’alzata sia costituita da un muro a secco, è stata sviluppata nel XVIII secolo.