Presentazione
Che arriviate da Salò, oppure dalla parte opposta, da Toscolano, la Chiesa Monumentale di S. Andrea Apostolo la vedete a lato della SS 45 che costeggia il lago. Si trova al centro di una piazzetta prospiciente una insenatura del Lago di Garda, affollata di imbarcazioni ormeggiate, di cui per toccare le acque basta attraversare la strada.
Il bellissimo edificio che ai raggi del sole risplende, risale al XII° secolo e pare sia stato eretto sui ruderi di un tempio pagano passato al culto cristiano intorno al 415 d.C.
Per lungo tempo al suo interno furono custodite le ossa di S. Ercolano, vescovo di Brescia morto a Campione, località che si trova qualche chilometro a nord. Appena entrate in chiesa, alla vostra sinistra, appoggiato in una nicchia nel muro, potete vedere proprio un quadro dedicato al santo che illustra l’approdo del suo corpo esanime sulle rive di Maderno.
Una leggenda narra infatti che le spoglie del santo, contese da tutta la riviera, vennero adagiate su una barca lasciata in balia delle onde perché queste le portassero alla destinazione alla quale appartenevano per volere divino. Finì che la barca approdò sulle rive di Maderno. Ed ecco come S. Ercolano divenne il santo protettore di Toscolano-Maderno. In fatto di quadri, però, S. Andrea ne custodisce uno ben più importante: una Madonna con bambino che viene attribuito a Paolo Veneziano.
L’interno della Chiesa Monumentale è suddiviso in tre navate da una serie di colonne a base quadrilobata con capitelli decorati da motivi romanici. In alla navata centrale, sotto al presbiterio, si trova la cripta che custodisce una riproduzione del sarcofago di origine romana dove erano conservate le reliquie di S. Ercolano. Erano, perché dal 1825 queste sono state spostate nella nuova chiesa parrocchiale che si trova dall’altra parte della strada.
Sul fondo della cripta, un nicchia con dei gradoni che probabilmente servivano per sedersi consentiva ai nobili Gonzaga – che arrivavano attraverso una galleria sotterranea che congiungeva la chiesa alla loro dimora – di assistere alle cerimonie religiose senza farsi notare.
Sulle pareti interne della chiesa, oltre agli altari e ai quadri che ritraggono scene religiose, alcuni affreschi – tra cui risalta Mosè con le tavole – abbelliscono i muri rendendoli in qualche modo vicini a quelli di un castello. Ma i reperti non mancano neppure a livello del suolo. Perché sul pavimento potrete notare le lapidi delle tombe di alcune famiglie alle quali è stato concesso di riposare in tale sacra dimora.
La cosa più curiosa si trova esternamente. Nell’angolo sinistro della chiesa potete vedere una grossa pietra con un rilievo raffigurante una biga, incastrata nel muro a rovescio in segno di dileggio per il culto pagano. E quasi accanto, la epigrafe funeraria romana di Pubblius Eppius Rufus.
Ma tutta la facciata di S. Andrea è un fiorire di motivi fantasiosi, di figure simboliche e di creature fantastiche che testimoniano di come i tempi che si sono succeduti, per mano di scultori, uomini di chiesa, e più semplicemente per effetto di materiale di altre epoche riutilizzato, hanno lasciato segni evidenti. Si rincorrono infatti tra le pietre bianche e rosa dell’esterno facce beffarde, pecore, animali predatori, sirene con due code, grifoni, nodi magici e diversi motivi decorativi. Su di una lesena si nota quella che dovrebbe essere una urna cineraria in marmo rosso con facce scolpite.
Sul fianco destro della chiesa, invece, oltrepassato un cancello, si può entrare in un cortile che raccoglie a cielo aperto alcuni reperti di epoche differenti, compreso un sarcofago simile a quello che si trova nella cripta. Un esempio che conferisce credibilità al vecchio adagio che vuole il nostro paese come il più ricco di storia al mondo