Presentazione
Guida per viaggiatori attenti, e autoironici, per scoprire una Venezia che non avete mai visto prima. Circa 30 anni di esperienza di un Milanese che Venezia la ama più di ogni altra, e tanti spunti sui lati meno nascosti di Venezia.
Se c’è una cosa che mi stupisce sempre viaggiando è notare la poca attenzione e la distrazione del turista “medio” (quello che va, ad esempio, a Venezia coi tacchi alti e si stupisce delle difficoltà a salire e scendere dai vaporetti o dai ponti…), che a volte è determinata semplicemente da non conoscere il territorio, e non arrivarci preparati. E no, a meno che non andiate a una serata di gala o a un matrimonio, il tacco alto a Venezia non lo consiglierei mai a nessuno, meglio scarpe da ginnastica o da trekking. Questo il mio decalogo per vivere Venezia amandola. E un po’ facendosi amare, dai Veneziani.
Così, dopo serate passate tra uno sprtiz e l’altro sui tetti Veneziani da amici che a Venezia ci vivono mi sono trovato più volte a chiacchierare e scherzare sulle malsane abitudini di noi turisti, e mi sono fatto raccontare (da lui, come dalle ragazze di Slow Venice, che questa filosofia cercano di insegnarla ad ogni turista) le migliori pratiche per confondersi con i Veneziani, dare poco fastidio, passare inosservati e godersi al meglio la vacanza. E finisce che poi, passando gli anni, come è già successo in tutti quei territori in cui hai messo un po’ di radici, ti trovi ad essere intollerante e critico come loro per certi comportamenti, e guardi infastidito il turista seduto su un leone che si mangia il suo panino pensando “sei proprio un turista” 😉
Così, prendendo un pò in giro per primo me stesso, che a certe cose ho imparato a starci attento, e dopo aver vissuto l’esperienza di una gita a scoprire la Venezia segreta con Slow Venice ho pensato di condividere questo punto di vista un pò Veneziano e un pò Ecoturista con tutti, per far si che non solo ci andiate, a Venezia, ma che vi viviate al meglio l’esperienza in tutta la sua bellezza. E magari, anche un po’ fuori dalle rotte comuni….
1- Parola d’ordine: camminare, sei in autostrada, tieni gli occhi aperti
Molti lo ignorano o non ne colgono il peso: la mancanza di auto rende obbligatorio per qualsiasi Veneziano doversi muovere a piedi. Tradotto non incontrerete solo turisti, ma persone che lavorano, vanno in ufficio, hanno fretta per un appuntamento. Ed è come stare in una grande autostrada (a piedi), a cui non siamo ovviamente abituati. Come ogni autostrada ha le sue regole: si tiene la destra, si sta in fila (anche in coppia, è bello girare tenendosi la ,mano, no è obbligatorio farlo tutto il tempo, durante gli spostamenti occupate la corsia libera alla vostra destra, come se foste dei ciclisti su una statale).
Siete ecoturisti: i vaporetti inquinano (costano un boato) e sono affollati, pericolosi per la navigazione (meno dei taxy, certamente, e anche in quel caso, a meno che non vi stiate andando a sposare o per motivi di lavoro che vi ci obbligano vi consiglio fortemente di evitarli, una barca per una o due persone è un insulto alla laguna).
Partendo a piedi dalla stazione (inutile dirvi di non andare in auto, ma ovviamente in treno, magari con Italo) in 30 minuti è possibile arrivare al ponte di Rialto, in 45 in San marco, e in 60 all’Arsenale. Rendere scorrevole il traffico, tenere la destra se si va piano e permettere ad altri di sorpassarvi agevolmente permette a tutti di godersi l’esperienza (o la corsa, se ha fretta) e viene molto apprezzato dai locali, perché è una delle loro abitudini di vita in cui noi entriamo senza bussare, e spesso bloccando un intero ponte per fare un selfie con la fidanzata, quando basta mettersi poco più in la per non disturbare il traffico in autostrada.
2 – Zaino in spalla, leggero, quello che porti ti riporti
Andiamo per ordine: a Venezia si cammina, e si cammina molto. Borse, borsette, trolley e valige sono un ingombro. Se fate una vacanza è possibile affidare il bagaglio (davanti alla stazione) a vari servizi di consegna connessi alle strutture, permettendovi di muovervi leggeri e agili. Se fate la classica toccata e fuga uno zainetto, una borraccia, sempre un maglione in più del previsto (umidità e vento creano un mix a cui non siamo abituati, con una temperatura percepita molto più bassa di quella scritta sul termometro).
Non è vero che l’acqua costa un sacco: portati una borraccia di alluminio e ricaricala alle tantissime fontanelle di acqua pubblica presenti un po’ ovunque a Venezia. E non ti lamentare della mancanza dei cestini; gestirli, svuotarli, stare attento ai piccioni e gabbiani è complicato già per l’immondizia che Venezia produce, figurati quella che porti tu. Se ci stava tutto nello zaino, e ti sei portato anche il pranzo, rimetti dentro tutto e buttalo quando torni a casa, farai un grandissimo favore ai Veneziani, aiutandoli a diminuire il carico dato da noi visitatori al delicatissimo eco sistema della laguna.
3 – Non guardare il cellulare, e prova a fare solo le domande necessarie, e usalo solo dove non disturbi nessuno
Il primo dato importante è che il GPS quasi dovunque ha difficoltà a funzionare, gli stessi mezzi di soccorso hanno grosse difficoltà in materia, per muoverti devi conoscerla, o portarti una cartina. Come per le autostrade gli svincoli principali sono segnalati con cartelli: basta alzare ogni tanto gli occhi per sapere se stiamo andando nella giusta direzione, apposite frecce ci indicano le destinazioni più importanti. Guardate poco il cellulare (soprattutto mentre camminate), disturbate poco i locali e mettetevi alla prova imparando ad orientarvi. Tanto, come dico sempre, la cosa più bella di Venezia è perdersi a Venezia, un po’ in tutti i sensi.
Ovviamente, tanto quanto avere una buona mappa, vi consiglio di provare uno dei servizi di guide disponibili sul territorio. L’esperienza che ho avuto con Slow Venice non è stata solo bella ed emozionante, ma mi ha permesso di vedere e scoprire ancora cose nuove di luoghi che ho visitato centinaia di volta. Non si finisce mai di scoprirla, Venezia, è una affascinante signora bellissima e sensuale che può rapirti per intere settimane solo raccontandoti il suo passato e la sua vita, e scoprirne ogni volta un nuovo risvolto è emozionante e appagante.
4 – Mangia come vuoi, ma dignitosamente, magari un po’ di street food
Venezia è cara, e se non conosci i posti giusti rischi o di spendere un sacco di soldi, mangiando benissimo, o di spenderne un sacco, mangiando male. Altrettanto non è vero che Venezia è carissima: dipende da cosa vuoi mangiare. Per i ristoranti esistono mille siti appositi da consultare, i miei preferiti sono la trattoria da Jonny e Ai Assassini (Jonny e Giuseppe lo sanno bene che ogni volta che ho il tempo di fermarmi un paio di giorni passo a trovarli entrambi).
Oppure potete scegliere tra un milione di Bacari, riconoscibili perché caratteristici, molto piccoli, intimi, e con street food a basso prezzo ed altissima qualità: polpette di carne e baccalà, baccalà fritto, panini con ogni ben di Dio possibile e immaginabile, selezione di vini locali e grappe sono la firma vera Veneziana di una pausa pranzo veloce, e ad altissima soddisfazione.
Se invece siete turisti previdenti e vi portate la schiscetta da casa un consiglio: Venezia è piena di parchi con panchine, vista mare, tranquilli e fuori dal caos delle rotte turistiche. Alleggerite il vostro soggiorno godendovi un minuto di solitudine, insieme al vostro panino e alla compagnia di chi è con voi, e provate ad osservare i Veneziani mentre trascorrono la loro giornata, adattandosi a noi “barbari invasori”, rispettandoci, e permettendoci di condividere con loro l’esperienza che loro vivono ogni mattina tutto l’anno. Non invadete le piazze principali e i monumenti, magari sedendovi su uno di quegli strani tavoli che di inverno compaiono per strada (sono le panche su cui poggia la strada sopra elevata indispensabile quando c’è l’acqua alta, non sono dei tavoli, e sono di pubblica utilità, non possono essere messi altrove visto il grande numero necessario in caso di bisogno NDR)
5- Sii gentile, sempre, e usa la voce, parla: a Venezia è normale
Scusa, permesso, passi pure, grazie. Sono tutte parole semplici, d’uso comune, a cui ci siamo pian piano disabituati. Venezia ha bisogno di un turismo rispettoso, gentile, attento, e lasciare il passo a chi ha fretta, stare attenti alle persone che sui ponti passano con quegli strani carrelli con le ruote è importante (sono lavoratori che trasportano cose, anche cambiare un elettro domestico a Venezia è complicato, non è come nel resto del mondo, non scordiamocelo mai). Nel caso di Venezia usare la voce serve spesso, ed è anche un modo per scambiare due parole con dei perfetti sconosciuti (che non siano il solito “scusi, per San marco di qua vado giusto?) che tutti i locali mal sopportano, visto che probabilmente sopra la testa avrete un grande cartello con scritto “per san Marco” e una freccia ben chiara che ne indica la direzione 🙂
I Veneziani sono ironici, scherzosi e sempre allegri: rispondi con una battuta ad una battuta, non ti offendere (non è mai nelle loro intenzioni, sono sicuramente più ironici, molto più ironici di noi Milanesi, prova a capirlo e ridici sopra)
6: Rispetta l’eco sistema
Non dare MAI da mangiare a piccioni e gabbiani (soprattutto se vuoi goderti il tuo aperitivo, altrimenti verrai preso d’assalto.). Non sono abituati a mangiare patatine, salatini o olivette, e queste cattiva abitudine ha delle ripercussioni a cascata su tutto l’eco sistema di Venezia. Quanyo più questi volatili lasciano cadere i loro scarti fisici lontano dai marmi delicatissimi di Venezia meglio è, quindi meno motivi gli diamo di stare in città a cercare cibo a causa di turisti che voglio farsi fare un selfie meglio è. Fotografali volare, un occhio attento a Venezia avrà migliaia di occasioni di scatti bellissimi di gabbiani in volo o fermi a godersi il vento, ma non dargli mai da mangiare, il cibo se lo devono procurare da soli in altro modo. Questo vale ovviamente per ogni azione connessa all’ecosistema: non buttare nulla in mare, tieniti in tasca la cicca spenta della sigaretta, e rileggiti il decalogo dell’eco turista che è sempre adatto ad ogni luogo.
7- Cerca la Venezia Nascosta, e parla coi Veneziani
San Marco, Rialto, i Leoni. No, Venezia non è tutta qui. Esistono angoli nascosti, esistono storie incredibili, c’è l’Arsenale (infinito), ci sono le isole (alcune raggiungibili a piedi). Affidatevi a una guida come Slow Venice per scoprire i lati nascosti e che difficilmente troverete sulla routard (la mia preferita) o altre guide. Fatevi portare alla scoperta dei dettagli nascosti e segreti, vi capiterà (come noi) di rimanere commossi e rapiti vedendo emergere dalle acque, con la bassa marea, il monumento alla partigiana o scoprendo storie come che anche a Venezia c’erano le mucche, e quando arrivava l’estate (con le barche) andavano in transumanza.
Piccole storie, di altri tempi, che si intrecciano con l’immensa letteratura che ci ha raccontato i mille volti di Venezia, passando per le maschere (e la loro vera esistenza ed utilizzo), alla tradizione gogliardica e godereccia, anche un po’ epicureista in cui ha vissuto una Venezia libertina, innovativa, tecnologicamente avanti anni luce rispetto al resto nel mondo e che è stata l’orgoglio e la punta di diamante della nostra marina, arrivando a mettere in mare quasi una golena al giorno durante i momenti di maggior bisogno. Ecco, allora il problema non eravamo noi turisti, molti di quelli che la vivevano (e la rispettavano più di noi) nemmeno la capivano, quella Venezia, e la usavano come il loro “luogo di lavoro”: ogni volta che parli con un Veneziano, di quelli veri, esce un pezzetto, un mattone, un dettaglio, una particolare che da li in poi ti farà guardare la stessa scena, ma con un occhio diverso, attento, e preparato, perché saprai perchè quel mattone è fatto in quel modo o quel comignolo in non altro, c’è una spiegazione dietro ad ogni dettaglio, a Venezia, la cosa più affascinante e conoscerne la storia, e non smettere mai di farsi domande.
8 – Se dormi a Venezia fallo su un Canale
E’ uno spettacolo affascinante la mattina svegliarsi, aprire la finestra in una casa bassa, e guardare il canale, sentire l’odore del salmastro del mare, veder passare i servizi di trasporto che portano il pane o altri carichi, e vegliarsi così, con il sole che illumina solo un lato del canale, e il ritmo lento della città che non si è mai fermata, ne di giorno ne di notte. Respira quel clima ed entra nella quotidianità di un Veneziano, immagina di iniziare la giornata così e prova a prendere quel ritmo, muovendoti per la città. Ho un amico (che nella mia vita ha contributo a tante cose, pure a questo articolo con ben due punti su dieci), ha una agriturismo con il classico baldacchino sul tetto su cui trascorrere serate intere solo con lo scopo di vedere tramontare il sole. Provatelo, o fatevi consigliare da lui su dove trovare le vere case Veneziane, è una delle emozioni da provare.
9- Se bevi a Venezia non fare il turista, l’oste ti guarderà con occhi diversi
Siamo ecoturisti ma, nel mio caso in particolare, non vegetariani (o varianti), e anche un po’ goderecci. E dopo uno spritz, di quelli veri, Venezia la cogli un po’ meglio, a partire da chi ti verrà a servire al tavolo. E’ un po’ come parlare con un hacker e infilare la parola giusta, quando serve, a quel punto aprirà il portatile che prima aveva socchiuso e comincerà a parlarti del suo codice. Coi Veneziani (e, a mio avviso, un po’ in tutto il mondo quando la prima cosa che fai + imparare a guardare come si comportano loro e fare altrettanto) è lo stesso: se chiedi uno spritz e ti dicono “aperol o campari” non ci cascare. E come se ti stessero dicendo sei un turista o uno che beve ma gli va bene purché sia alcolico? Ironia da Veneziano a parte, anche lo spritz (oltre a un bel messaggio commerciale che l’Aperol cavalca volentieri, anche se con lo Spritz poco c’entra) è una scienza complessa, firmata, Veneziana.
Lo spritz il Veneziano se lo fa fare con il Select o il Cynar.
Se volete berlo come lo bevono loro, e vedere un gran sorriso comparire in viso al cameriere, provate a chiederlo così (soprattutto, ovviamente, provate a berlo così, che quello è l’importante!!) Lo stesso vale per il vino, il bicchiere (l’ombra) chiedetela con acqua: è una abitudine degli anziani, che spesso hanno ancora le nuove generazioni, ed è provare ad entrare nella loro cultura, quella vera, da tutti i punti di vista.
10 – Se decidete di andare in crociera partite da un’altra parte, e Venezia veniteci solo per visitarla e godervela
Probabilmente è il punto più importante dei vari consigli, perché tanto a noi quanto ai Veneziano vedere passare le navi in laguna schifa. Un eco sistema così delicato e fragile ha bisogno di meno motori e più barche a remi possibili. Rispettate la città, e aiutate i Veneziani a cacciare via le grandi navi dalla loro città! E’ veramente un brutto spettacolo, che rovina Venezia, distrugge la Laguna ma che interessi economici e non ecologicamente accettabili hann continuato a proporci. Non salire sulle navi da quel punto di partenza, come tante altre scelte che consiglio a tutti, e tra le più importanti per interrompere il flusso economico che lo permette.
Se vuoi approfondire il tema, anche Marco Scurati si batte da tempo per una Venezia regolamentata. E per un turismo rispettoso, e attento alla Laguna, come tutti noi.
Poi c’ è il mio personale consiglio, quello del perenne innamorato di Venezia: innamoratene e guardala sempre come fosse una donna bellissima, rispettala, e trattala meglio che puoi, sempre.
Girala di notte, e anche in pieno inverno, con il freddo e con la nebbia. Prova a non fare il turista, ma ad immergerti in questo immenso scenario che sembra il set di un film, e vivilo e osservalo di notte, coi suoi colori, le sue luci, i suoi rumori, i suoi piccoli vicoli stretti e bui, ma sicurissimi (non è più la Venezia dei romanzi che rapiscono la mia fantasia quando la osservo), e (facendo una eccezione) prova a prendere l’ultima corsa del vaporetto, per provare l’emozione di trovarlo vuoto, libero dal caos dei turisti mordi e fuggi che sono già sul treno di ritorno, e guarda il ponte di Rialto di notte, coi suoi negozi e i turisti (quello che vedi l’ha progettato Antonio da Ponte, i progetti di Leonardo e di Palladio sono stati rifiutati perché ritenuti “poco adatti allo scopo”. Mentre Slow Venice me lo raccontava ridevo, immaginando il poveretto della commissione che si è trovato a dire “palladio, Leonardo, il vostro progetto non va bene, siete fuori”).
E come direbbe un Veneziano, la stessa attenzione per quel che si costruisce o progetta non è certo stata messa per la riprogettazione del ponte di Calatrava, e anche questa è una battuta che capiscono in fretta in particolare quelli che la Amano, come noi, Venezia.