Presentazione
Da Lecce a Otranto passando per i 12 piccoli paesi della Grecìa Salentina: vi proponiamo un itinerario alla scoperta dell’”anima greca” del Salento, melting pot di popoli, terra d’incontro di diverse culture, cuore pulsante e orgoglioso delle sue tradizioni, sospesa fra oriente e occidente.
I Sud Sound System cantano nella loro canzone “radici”: “Siamo Salentini del Mondo cittadini, radicati ai messapi greci, turchi e bizantini…”
Una perfetta colonna sonora per un viaggio in questa terra magica, dal sapore mediterraneo ma in cui, come fosse una potente spezia, è ben presente il “profumo” dell’oriente, sia nelle strade, nei monumenti, nelle chiese che nelle persone, nelle loro tradizioni e nella loro cucina.
E’ con questa premessa che vi portiamo alla scoperta di ben 12 paesi in poco meno di una settimana, una dozzina di piccoli satelliti, più due famose città, di un’antichissima regione storica e culturale in cui è possibile trovare conferma delle parole di quella sopracitata canzone.
Noi li abbiamo visti praticamente tutti e 12, fino a riempirci gli occhi della bellezza di paesaggi fatti di Ulivi, castelli, masserie, chiese, palazzi, piazze, di balli e canzoni e ve li racconteremo uno ad uno.
A voi la scelta a seconda del tempo a disposizione e del vostro modo di viaggiare, più slow o più “affamato” di cose nuove ogni giorno, di cosa visitare con maggiore attenzione per un’esperienza che, siamo sicuri, porterete per sempre nel cuore.
Lecce
Lecce, porta d’ingresso al Salento, è una città affascinante, l’emblema dell’incontro tra popoli che qui traspare ad ogni angolo. Ricca di elementi del cosiddetto “barocco leccese” il suo centro storico è tutto fatto di pietra leccese e passeggiando incontriamo elementi di varie epoche e stili.
Da vedere assolutamente:
Anfiteatro Romano
Protagonista di una delle piazze più belle di Lecce, Piazza Sant’Oronzo, è di età augustea. Magico da ammirare al tramonto!
Caffè Alvino
Sulla stessa piazza tappa fissa è questa pasticceria dagli arredi rétro, lampadari di cristallo e divanetti in pelle dove assaggiare il famoso pasticciotto e tanto, tanto altro!
Porta San Biagio
Una delle tre porte d’ingresso alla città vecchia, è della seconda metà del 700 ed è incastonata fra gli edifici. Nei suoi dintorni è pieno di locali dove sorseggiare un bel bicchiere di Negramaro, magari con un aperitivo a base di puccia.
La Dispensa, Negozio di Vicinato
Uno di questi è la Dispensa, subito a sinistra appena si esce dalla bellissima Porta San Biagio. Le pucce sono enormi e farcite con cura. Qui è possibile gustare formaggi, salumi, taralli fatti in casa, bibite particolari e birre pugliesi artigianali e altri piatti della tradizione locale in un ambiente davvero accogliente. Carinissimo il cortiletto interno!
Chiesa di San Matteo
In mezzo a tanto barocco leccese, è questa una chiesa in stile barocco romano e indovinate chi l’ha progettata? Il nipote del Borromini! La potete scorgere passeggiando tra le strade della città vecchia e il suo stile, e il suo colore bianco candido, è un vero colpo d’occhio in mezzo a tanta pietra gialla leccese!
Chiesa Greca
Lasciata la piazza Sant’Oronzo, nelle vicinanze da visitare assolutamente è la Chiesa di San Niccolò dei Greci, detta Chiesa Greca. Simbolo dell’incontro tra oriente e occidente, ha al suo interno splendide opere in stile bizantino. La messa della domenica alle 10 è un vero “spettacolo”. La liturgia bizantina prevede una cerimonia “ballata” in cerchio.
UGGIANO LA CHIESA
Prima di “tuffarci” negli usi e costumi di quest’angolo di Grecia tutta italiana, una tappa obbligata è la Fondazione Le Costantine, nei dintorni di Otranto.
Fondazione Le Costantine
Qui visitiamo il Laboratorio di Tessitura “Cantando e Amando” dove le donne impegnate dal 2002 in un progetto volto a favorire l’imprenditorialità e femminile mostrano al pubblico come tessono utilizzando splendidi telai antichi.
Nello stesso complesso architettonico il ristorante “Gramola, Natura e Cucina” dove la tradizione locale e gli ingredienti del territorio sono protagonisti ad ogni portata. Da assaggiare sono le sagne incannulate con pomodoro e ricotta forte, i lampascioni (cipollotti selvatici) e le pittule (pasta cresciuta fritta).
Martano
Raggiungiamo, dunque, Martano, detta la città dell’aloe, dove pernottiamo per un paio di giorni. Qui inizia il nostro itinerario nella Grecìa Salentina, un territorio che si contraddistingue per avere ancora radicati tradizioni e usi della dominazione greca di cui vi è una traccia molto marcata nella lingua, il griko, dialetto neo-greco ancora parlato in 9 paesi su 12.
Dove dormire a Martano:
Qui natura, lusso e tradizione si uniscono per un’esperienza di soggiorno unica! Un antico borgo contadino interamente ristrutturato e immerso in 13 ettari di coltivazioni di aloe, ulivi e altre varietà di piante officinali da cui si ricavano prodotti per la cura e integratori per il benessere della persona. Ogni stanza, arredata con un gusto unico, ha il nome di un frutto che è poi rappresentato nel mosaico del pavimento, opera dell’artista locale Stefania Bolognese di Carpignano.
Dove mangiare?
Pesce freschissimo per una melodia di sapori dall’anima salentina.
Sternatia
Un altro paese della Grecìa il cui sottosuolo, pieno di cunicoli, racconta la storia di questo luogo dove la principale attività economica del territorio era la coltivazione dell’olivo e la produzione di olio di oliva, soprattutto lampante, per le lampade.
Frantoio ipogeo palazzo Granafei
Si entra da una piccola e anonima porta nascosta fra le stradine del paese, poi una scalinata ci porta indietro di secoli, tra antiche macine e ambienti affascinanti. In funzione da prima del Medioevo fino al XIX secolo, dava lavoro a tante persone che per mesi vivevano qui sotto, senza mai vedere la luce.
Carpignano
Passeggiando per le assolate stradine, tra le bianche case del grazioso borgo di Carpignano, scopriamo che in questo territorio così ristretto c’è una concentrazione di luoghi interessanti da visitare, anche nei dintorni. Ammiriamo anche alcuni esempi delle cosiddette “case a corte” tipiche della Grecìa Salentina (su modello di Cipro) e in generale del Salento, un’architettura di “condivisione” propria in origine del mondo contadino e che vede prevalere gli spazi esterni su quelli interni. Il grande cortile era comune a più famiglie, punto di incontro di tutti gli abitanti.
Cripta bizantina di Santa Cristina
Prima tappa obbligata è questo capolavoro ipogeo che presenta al suo interno una serie di affreschi bizantini molto ben conservati: sono tra i più antichi di tutta la storia dell’arte (secc. IX-XI). Quel che più colpisce, oltre agli sguardi insistenti dei Santi dipinti che scrutano il fedele come per interrogarlo sulla sua reale devozione, è che nello stesso ambiente vi sono secoli di arte. Almeno tre sono i grandi artisti che vi hanno lavorato e tantissimi i rimaneggiamenti che non ne hanno minimamente intaccato la bellezza e il fascino. Da restare a bocca aperta!
Laboratorio musivo “LE TESSERE”di Stefania Bolognese (Arte Musiva)
Ebbene sì, l’artista che ha realizzato i magnifici mosaici nelle stanze del Naturalis Bio Resort ha una sua bottega tra le stradine di Carpignano. Una giovane e solare donna che mette nella sua arte non solo emozioni e capacità ma anche la cultura e la storia del suo territorio abbracciando una forma espressiva antichissima, di origine orientale, in chiave contemporanea.
MUS.ARCA, museo archeologico di Carpineto
Una visita merita questo museo dove ammirare una ricostruzione di una tomba a grotticella che ci parla di come avveniva la sepoltura almeno 5mila anni prima di Cristo, esposta insieme a tanti tesori del territorio che raccontano la storia di questa cittadina.
Nelle due frazioni da visitare sono la Torre dell’Orologio a Serrano, costruita tra il 1881 e il 1884 (salite fino in cima!) e a Stigliano la Chiesa di Santa Marina, realizzata nella seconda metà del 700 sui resti di una cripta bizantina sulle cui pareti sono ancora visibili deboli ma affascinanti tracce di affreschi di una Madonna con il Bambino e Santa Marina.
Dove mangiare a Carpineto Salentino?
Qui tutto grida Salento! Dagli arredi all’accoglienza e naturalmente nei sapori e negli ingredienti dei cibi. Le sagne incanulate, rigorosamente fatte a mano sono solo una delle specialità assolutamente da assaggiare in questo bell’agriturismo appena fuori dal centro abitato nella frazione di Serrano.
Castrignano dei Greci
Museo del Ricamo a mano e dei Pizzi e dei Merletti
Un viaggio attraverso due secoli di quella che è una tradizione tutta femminile del Salento. E’ emozionante vedere pezzi così antichi e come i gusti artistici e i tessuti si siano evoluti nel tempo. Bellissima anche la location, nel Palazzo Baronale de Gualtieriis di un museo voluto fortemente dalle maestre rimatrici dell’Associazione RicamArte grazie al contributo dell’amministrazione locale.
Chiesa Madre dell’Annunziata
Ricostruita nel 1878 per ampliare una preesistente struttura del XVI secolo, ha al suo interno tredici pregevoli opere dell’artista foggiano Saverio Altamura e un organo in legno costruito da un organista di Napoli nel 1900. Bellissimo il campanile a tre piani la cui cupola è interamente ricoperta da maioliche.
Melpignano
Giungiamo quindi in quello che è forse in tutta Italia il più noto paese della Grecìa Salentina.
La ragione è semplice: questo è il luogo in cui si tiene ogni agosto da 22 anni l’attesissima Notte della Taranta (quest’anno si terrà il 24 agosto).
Vale la pena visitare l’ampio spiazzo che la ospita per la bellezza dell’ex convento degli Agostiniani, la cui facciata rappresenta uno dei massimi esempi di barocco leccese, che affaccia proprio su quello che diventa un affollato punto di incontro per giovani, e non, provenienti da tutto lo Stivale.
Altre tre sono le cose assolutamente da vedere qui e basterà passeggiare per le vie del piccolo paese, in particolare nell’area della cittadella del 1200, detta “la piccola Napoli” dal gruppo di napoletani presenti nel 600, per incontrarle tutte sulla stessa direttrice:
Una sorta di casa-museo del tamburo della cultura salentina e grika – ristorante tipico – centro di iniziative culturali e chi più ne ha più ne metta. Quello che possiamo assicurarvi è che sarà un vero e proprio tuffo nella cultura della Grecìa e che Mariella e Salvatore sanno come trasformare un qualsiasi visitatore in un quasi-salentino. Magica l’atmosfera quando iniziano a cantare in griko canzoni d’amore dalle sonorità uniche che ci portano oltre il tempo e oltre i confini del nostro Paese.
Il Palazzo Marchesale de Luca – piazza san Giorgio
Sorto nel 1636 prendendo il posto di un quattrocentesco castello, di cui sono visibili ancora le tracce, nel tempo ha subito diverse modifiche a seconda delle esigenze di ogni epoca e maestranza. Girando fra le stanze del palazzo, dove un tempo c’erano il tabacchino e un fabbricante di proiettili, ammiriamo dei bellissimi affreschi che fino a maggio del 2017 erano segreti perché nascosti dal nero della polvere da sparo che copriva le pareti. Quello che colpisce è il grande giardino all’italiana, il cui perimetro è disegnato da balaustre in pietra leccese e caratterizzato da viali posti a scacchiera con al centro una fontana. Nel restauro l’architetta Tiziana Lettere, ha inserito sette varietà di rose antiche recuperate.
La Chiesa Madre di San Giorgio
In una splendida piazza dove le geometrie si incontrano e si incrociato creando un effetto ottico particolare, la Chiesa Madre, più volte rimaneggiata non ha perso in fascino. Sarà per l’originario portale cinquecentesco con un altorilievo con San Giorgio che uccide il drago o per gli splendidi altari barocchi o ancora per i pregevoli affreschi cinquecenteschi che immortalato una Madonna col Bambino, alcuni angeli che suonano il liuto, San Leonardo e naturalmente San Giorgio.
Soleto
Chiesetta di Santo Stefano
Non si può andare in Grecìa Salentina e non fare tappa a Soleto. La ragione?
E’ nella trecentesca Chiesetta di Santo Stefano.
Per goderne a pieno consiglio di recarvi con il buio della sera. Passare dalle tenebre della piccola strada in cui è nascosta, attraversando il bello e bianco portale romanico che spicca anche di notte, alla luce dei colori delle pareti interne completamente affrescate, è un’esperienza da vivere. Non solo per i colori e la bellezza dei ritratti. Ma anche per la forza di alcune immagini. E’ questo un luogo emblematico che rappresenta la perfetta fusione tra oriente e occidente, tra Bisanzio e Roma, tra culti e culture.
Tra i tanti tesori dipinti salta all’occhio il diavolo in bassorilievo, nero come la pece, che rappresenta l’inferno in quella che è un’intera parete dedicata al Giudizio Universale. Uno spettacolo per gli occhi e per l’anima!
Guglia di Raimondello
Sempre al buio, ben illuminata, è la Guglia di Raimondello così perfetta e bella da aver ispirato una leggenda secondo cui la sua costruzione fu completata in una sola notte da demoni e grifoni guidati da un filosofo e medico della prima metà del Cinquecento, Matteo Tafuri considerato un “mago”.
Martignano
Per godere a pieno della ricchezza culturale e dell’anima grika di quello che è il più piccolo dei comuni dell’Unione della Grecìa Salentina, basta andare in piazza Palmieri presso Parco Turistico Culturale Palmieri, un vero punto di riferimento per il turista e per chi desidera vivere a pieno la cultura grika.
Parco Turistico Culturale Palmieri
Con sede nel Palazzo Palmieri dal 2007 gestito dalla Cooperativa Open, organizza tour e una serie di attività volte alla promozione del territorio e della cultura locale dando al contempo lavoro e professionalità ai giovani locali.
Al suo interno un frantoio semi-ipogeo visitabile e sulla stessa piazza la splendida Cappella di San Giovanni complentamente affrescata.
Cutrufiano
Nel suo nome è nascosto il segreto della sua arte, quella della ceramica (da Cutra, ceramica, appunto)
Noi abbiamo visitato due famiglie produttrici di ceramica: Benegiamo (artisti della ceramica dal 1650) e i Fratelli Colì (vasai dal 1580) che ci hanno fatto viaggiare in un universo fatto di vasi, oggetti finemente realizzati, artisti, svelandoci i segreti del mestiere e anche le dinamiche e le tecniche dietro ogni pezzo che arriva nelle nostre case. Vedere un vaso nascere dalle sapienti mani di un artigiano è una poesia per gli occhi, così come ammirare l’artista che lo decora con pazienza e precisione. Noi, oltre ad avere la fortuna di conoscere e vedere all’opera Giuseppe Colì, campione italiano di tornio, sempre nella fabbrica dei Fratelli Colì abbiamo incontrato persino lo stilista Antonio Marras intento a creare oggetti per il Fuorisalone di Milano!
Un bel viaggio attraverso i manufatti in terracotta e gli strumenti dal Neolitico al secolo scorso. Suddiviso in 4 sezioni il museo è stato istituito nel 1985 e racchiude una serie collezioni a cui hanno contribuito diverse persone del territorio di Cutrofiano e di altri centri vicini.
Dove mangiare (e bere volendo!) e dove dormire a Cutrofiano?
L’Astore Masseria
Molto più di una masseria, molto più di una struttura ricettiva. In Puglia abbiamo imparato che i luoghi non hanno mai una sola vocazione, ma sono scrigni di storia e centri di più attività poste in essere da persone che amano la propria terra e le proprie tradizioni e lavorano ogni giorno per tramandarle, custodirle e valorizzarle. E’ il caso di questa masseria. Qui oltre a poter pernottare nelle poche ma curate camere a disposizione è possibile visitare uno dei più grandi e importanti frantoi ipogei del Salento. Al suo interno il proprietario ha costruito anche una magnifica bottaia per i suoi vini, frutto delle uve (Negroamaro, Aglianico, Primitivo, Montepulciano, Malvasia Bianca, Susumaniello) che crescono nei 20 ettari di vigna che circonda la masseria, insieme agli ulivi da cui produce un eccezionale olio extravergine d’oliva, oro verde di Puglia. Si organizzano anche degustazioni guidate dei vini della tenuta, abbinati ad alcune stuzzicherie, come i taralli e focacce fatte in casa, e salumi e formaggi tipici, per un’esperienza salentina davvero completa.
Una villa del settecento completamente ristrutturata immersa in uno splendido giardino realizzato da un noto paesaggista fiorentino.
Da sempre di proprietà della stessa famiglia è oggi un’esclusiva location per eventi dove abbiamo degustato piatti che mescolano perfettamente innovazione e tradizione, tutti fatti ad arte con elementi del territorio. Il tutto innaffiato dai vini di una casa vinicola che da tre generazioni fa vino in modo sostenibile e seguendo la tradizione: i bianco, rosso e rosato, vero nettare salentino!
Nel centro di Cutrofiano non può mancare una dolce pausa in questa particolarissima pasticceria aperta nel 2004 dal giovane pasticcere Roberto Donno che trasforma gli ingredienti del territorio in vere e proprie opere d’arte per il palato, tra tradizione e innovazione. Qui abbiamo fatto esperienza partecipando a un laboratorio sulla preparazione della pasta di mandorle, che in Puglia abbiamo scoperto si fa con molto meno zucchero rispetto alla tradizione siciliana, ma abbiamo anche assaggiato pasticciotti leccesi divini e alcuni gusti di gelato davvero curiosi come quello alla Pupuneddhra, un particolare cocomero locale, alla patata dolce americana e addirittura al gusto fresella!
Calimera
Anche Calimera è terra greca in Italia, non c’è dubbio! Ce lo dice il nome che in greco significa “Buongiorno”. Dalla grande piazza del Sole si diramano una serie di stradine dove sono oltre 90 le iscrizioni sulle pareti in diverse lingue (cirillico, griko, bizantino), che raccontano come questo luogo fosse un punto di passaggio tra l’Europa e la Terra Santa, un vero e proprio ponte fra occidente e oriente.
Casa museo della civiltà contadina e della cultura grika
E’anch’essa un‘esperienza da fare. Oggetti di vita quotidiana di varie epoche, abiti, strumenti di ogni genere, pezzi d’arte e di storia raccontano tutto quel che c’è da sapere sulla Grecìa Salentina, di ieri e di oggi, e anche di più. Bellissime le luminarie fatte a mano per la famosa “Festa dei Lampioni e de lu Cuturùsciu” che qui a Calimera ogni anno celebra l’inizio dell’estate.
Cos’è lu Cuturùsciu? Un grande tarallo preparato in passato con gli avanzi di pasta cresciuta. Dove assaggiarlo? Noi l’abbiamo gustato alla Trattoria Filippu e Panaru, insieme ad altri piatti dal sapore unico, come le pittule e dei panzerotti di patate davvero speciali!
Chiesa Madre
Tappa obbligata per ammirare la bellissima cappella del crocefisso (in legno del 1600) é una tela che ritrae una rarissima Madonna incinta (Madonna della Misericordia, 1500) dai tratti delicati e caratterizzata da colori tenui ma intensi, perfetti per immortalare una figura così unica.
Museo di Storia Naturale del Salento
Per gli amanti delle scienze, la storia del territorio salentino, pugliese e italiano è anche nell’evoluzione delle specie animali e della geologia. Alcuni filliti fossili ritrovati nel territorio di Calimera e custoditi qui dimostrano che c’era una foresta e che quindi la Puglia non era costantemente sommersa come si pensava, ma a tratti riemergeva. Non a caso attorno al museo c’è la cosiddetta “via dei boschi” con uno dei boschi più antichi della zona, 3 ettari di natura che avvolgono il visitatore tra verde intenso e profumi di piante. Il polo museale, oltre ad essere un punto di riferimento per famiglie e bambini con tante attività dedicate, tra cui i campi estivi, possiede la collezione erpetologica (rettili e anfibi) più grande d’Europa ed è anche un centro che ospita rettili abbandonati in difficoltà.
Zollino
Un altro piccolissimo centro della Grecìa Salentina che custodisce una grande anima. Noi siamo stati accolti a braccia aperte dalla Comunità Cooperativa di Zollino. E’ questa un’iniziativa unica, uno dei primi in Italia, nata nel 2012 per fare impresa in modo sostenibile e innovativo allo scopo di favorire lo sviluppo degli abitanti che si dedicano alla tutela e alla promozione del territorio e delle sue tipicità. Due piccioni con una fava in poche parole.
Non a caso qui abbiamo gustato un pranzo eccezionale, a base di ingredienti sani e a km zero e piatti tipici come ciceri e tria e spezzatino di cavallo in umido (buonissimo!). Dopo pranzo una passeggiata fra le vie del paese, tra curiose sculture contemporanee, tra cui una a forma di baccello con tanto di piselli all’interno, ci ha portato fino alla zona delle cosiddette Pozzelle, uno spiazzo di terreno erboso caratterizzato da cisterne dove un tempo veniva raccolta l’acqua piovana utile all’agricoltura, attività molto praticata in questo centro, e alla quotidianità. Raggiungono una profondità di 8 metri e nel territorio di Zollino ne sono state rinvenute più di 40.
Corigliano d’Otranto
Simbolo indiscusso di questo paese della Grecìa é il suo imponente Castello, uno dei più belli non solo di Puglia, ma d’Italia. Il visitatore al suo cospetto si sente piccolo e schiacciato e al contempo estasiato e esaltato da tanta e abbondante bellezza!
Con le sue 4 torri cilindriche (fino al 1500 erano quadrate) tutte decorate con bassorilievi che rappresentano un santo e una virtù, fu più volte rimaneggiato, ampliato e utilizzato in ogni epoca con differenti scopi.
Costruito intorno al 1100, nel 1500 viene ampliato e i torrioni diventano cilindrici. Nel 1600 viene modificata la facciata che diventa barocca con tanto di pregevoli statue e dalla fine del 1700 riconvertito a mulino, poi pastificio, frantoio e infine tabacchificio fino 1980.
Dal 2001 il Comune ne ha fatto un polo culturale con due musei, il COdeM (museo archeologico) e il Museo delle arti grafiche.
Accanto al castello il Bar Castello (via Ferrovia, 4), dai soffitti decorati con antichi affreschi, è una pasticceria raffinata dove assaggiare qualunque delizia della tradizione dolciaria locale!
Dove mangiare e dove dormire a Corigliano d’Otranto?
Un tuffo nel passato, quando il tempo scorreva piano seguendo i ritmi della natura. Qui si mangia sano, si dorme bene con tutti i confort ma in una struttura che ha una sua storia e soprattutto si mangia come tradizione vuole, piatti con ingredienti spesso coltivati proprio nella masseria stessa. La sera poi si balla e si canta, accompagnati dall’anziano ma super arzillo padre del proprietario, Giovanni Avantaggiato, figura emblematica che l’organetto e canta in griko con una voce che sembra venire dal passato, intrisa di storia, splendidi canti contenuti anche in un bellissimo cd, che noi abbiamo la fortuna di avere!
Merita un soggiorno questa masseria ai confini del centro abitato di Corigliano, immersa nella campagna, in un silenzio interrotto solo dal belare delle pecore e una natura disegnata dai muretti di pietra a secco e antiche pagghiare (i trulli del Salento). Un piccolissimo borgo con solo 4 stanze dallo stile semplice per vivere l’emozione di un tempo antico senza rinunciare al confort moderno, come wifi, climatizzatore e acqua calda! E soprattutto coccolati dalla madre della proprietaria che ogni giorno prepara delle torte magnifiche e freschissime. La nostra preferita? Ovviamente la torta pasticciotto!
La masseria è anche un famoso ristorante (ha partecipato anche al programma televisivo dello chef Alessandro Borghese “4 Ristoranti” nella puntata dedicata al Salento!) dove, oltre ad ottimi antipasti di mare e di terra, abbiamo assaggiato uno spezzatino divino, cucinato come tradizione vuole. Nella stessa serata, l’ultima per noi in terra salentina, abbiamo potuto degustare un liquore buonissimo a base di Zafferano di Zollino, prodotto dall’Associazione Nerò.
Otranto
Otranto è una città bellissima, ma se si ha poco tempo, come noi, e si è visitata già tutta la Grecìa Salentina, tappa obbligata è soprattutto La Cattedrale di Santa Maria Annunziata il cui pavimento è interamente occupato da quello che è uno dei più importanti mosaici del medioevo in Italia.
Un capolavoro datato 1160 circa dove teologia, storia, leggenda, letteratura, sacro e profano si incontrano nella rappresentazione di storie conosciute in tutto il mondo, da quella di Adamo ed Eva al ciclo bretone, da Noé e il Diluvio Universale alla Dea Diana che uccide un cervo, tra monoteismo e politeismo, tra figure mitologiche, bibliche e romanzesche, il tutto rappresentato su una miriade di piccoli tasselli costruiti attorno a quella che è la figura centrale dell’intero disegno: l’albero della vita.
Dalla città alla campagna, passeggiando per la storia a Lecce e a Otranto, dagli ingredienti declinati da una parte in piatti appartenenti ad una cucina più raffinata dall’altra in piatti più semplici, della tradizione, Tra musiche della pizzica e dei canti in griko, giungiamo alla fine del nostro itinerario.
Salutiamo la Puglia a Otranto, con uno sguardo al mare, godendoci sul volto quel vento che rende tutto pieno di energia, dalle fronde dei grandi ulivi, silenti e antichi spettatori di secoli di storia, alle acque di quel mare che fu galeotto e portò popoli da ogni dove per trasformarli in abitanti di questa magica terra.