Presentazione
La premessa è d’obbligo, parlando di un giardino zoologico e di animali in cattività, soprattutto in un luogo come il nostro portale che promuove itinerari a contatto con la natura.
Visitando il Bioparco di Roma le sensazioni sono state altalenanti fra la meraviglia e la malinconia. Vedere gli animali non domestici in aree circoscritte dispiace, pensando che questi esseri dovrebbero essere nel loro habitat. Tuttavia, percorrendo le strade del Bioparco, ho potuto imparare molto anche sulla funzione che un giardino zoologico può avere che non è quello di tenere gli animali “in gabbia”, ma di essere ricovero per animali a rischio di estinzione.
Mi sono soffermata a leggere un cartello sulla quantità di rettili sequestrata dalla Forestale, rettili abbandonati o che non dovrebbero essere in Italia: tutti questi animali trovano rifugio nelle oasi del WWF o in aree come quella del Bioparco di Roma.
Come leggiamo dal sito: “Il Bioparco partecipa al Progetto Arca, un progetto internazionale finalizzato alla salvaguardia degli anfibi, e a diversi programmi di riproduzione in cattività, denominati EEP (European Endangered species Programme), volti a favorire l’interscambio degli animali fra uno Zoo e l’altro. L’obiettivo degli EEP è quello di raccogliere informazioni sullo stato di diverse specie minacciate di estinzione in natura producendo alberi genealogici e realizzando analisi demografiche nonché genetiche, il tutto al fine di pianificare la futura gestione di queste specie a rischio. Inoltre, il Bioparco collabora con l’AEECL, l’Associazione Europea per lo Studio e la Conservazione dei Lemuri e con la Marwell Wildlife versando un contributo economico finalizzato alla conservazione in natura dei primati del Madagascar e della zebra di Grevy, in Kenya. Si tratta di specie altamente minacciate di estinzione a causa delle attività dell’uomo come il disboscamento, il bracconaggio e la caccia.”
Sotto questo aspetto, dunque, la visita al Bioparco assume un altro significato: guardare da vicino animali nativi di zone del mondo lontane dalla nostra, ma anche luogo per imparare a comportarsi nel rispetto della natura, anelando ad un mondo in cui questi giardini non saranno più necessari.
La mia visita
C’è davvero tanto da vedere in questo giardino zoologico nel cuore di Villa Borghese a Roma.
Raggiungibile tramite una staffetta di autobus o tram e metro, il Bioparco accoglie sette giorni su sette grandi e bambini al costo di 16 e 13 euro. Non mi soffermerò su tutto quello che ho potuto vedere, ma vi racconterò ciò che mi ha maggiormente colpito. Di certo la casa delle giraffe, la primissima che si incontra, nella quale le giraffe camelopardaris reticulata passeggiano indisturbate. Sapevate che le sottospecie sono distingiobili dalla trama delle macchie del loro manto? Il rettilaio forse è la struttura meglio concepita. Si entra in una zona dedicata, a tunnel, nella quale si apre uno scorcio di ambiente tropicale. Sono rimasta meravigliosamente incantata nell’uscire dal tunnel bagnata dalla pioggerella costante, avvolta da un’aria umida e calda, sotto lo sguardo dei coccodrilli. Di grande impatto emotivo l’area dei macachi. Gregario (vive in branco con almeno trenta esemplari) il macaco è un primate di dimensioni medie. Sono diffusi in larga parte dell’Asia e se ne trova una specie in Africa. L’immagine che non dimenticherò mai è quella di una mamma che prende la mano ad uno dei suoi due cuccioli: una scena così vicina al nostro mondo umano che mi ha fatto ricordare l’importanza di considerare le scimmie primati davvero nostri parenti. Credo che non dimenticherò neppure la tigre, felino dell’India, bellissimo. Pochi cm davvero mi speravano da lui, riparati da un vetro spesso. Un animale di grazia e possanza, davvero enorme, con una testa grandissima e due occhi verde chiaro penetranti che fissano il visitatore