Presentazione
Correva l’anno 1921, la prima guerra mondiale era finita da poco e Gabriele D’Annunzio – ormai quasi sessantenne ed emblema del motto degli intellettuali dell’epoca secondo cui bisognava vivere la vita come un’opera d’arte – decise di fissare la propria dimora a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda. Fu così che nacque il Vittoriale degli Italiani, un complesso barocco in posizione panoramica costruito a memoria della vita inimitabile del Poeta-Soldato e delle imprese degli italiani durante la guerra.
La visita del Vittoriale è assolutamente imprescindibile nel corso di un soggiorno, breve o lungo che sia, nella zona del Garda. La sua ricchezza stilistica e simbolica stupisce il visitatore non appena si trova di fronte all’ingresso monumentale con i due archi laterali e la fontana al centro che reca in lettere bronzee un passo del Libro Segreto, l’ultima opera dannunziana.
Dentro da questa triplice cerchia di mura, ove tradotto è già in pietre vive quel libro religioso ch’io mi pensai preposto ai riti della patria e dei vincitori latini chiamato Il Vittoriale.
Da qui si snodano due percorsi che attraverso vie, piazze e corsi d’acqua raggiungono la Prioria (la Casa-Museo), la Nave Militare Puglia e il Mausoleo degli Eroi con la tomba del poeta (il primo) e i giardini, l’Arengo, la limonaia e il frutteto (il secondo). L’intero complesso è di una bellezza inenarrabile ma è la Prioria – la casa settecentesca, in precedenza di proprietà del critico d’arte Henry Thode – la vera punta di diamante del Vittoriale con una valenza simbolica fortissima percepibile già prima di varcare la soglia. Entrare nella Prioria significa entrare nell’universo di Gabriele D’Annunzio, nella sua intimità e nella sua sfera pubblica.
Le stanze, spesso arredate con oggetti di provenienza orientale e luci in vetro di Murano, raccontano molto della vita dell’artista e offrono la possibilità di fare un viaggio virtuale negli anni Venti del secolo scorso. Ogni stanza ha un nome, a volte immediatamente deducibile a volte meno, e ha una funzione specifica. Tra le più belle vi segnalo:
- la Stanza del Mascheraio che deve il suo nome ai versi sullo specchio del camino composti in occasione della visita di Mussolini nel maggio 1925;
- la Stanza della Musica, adibita appunto all’ascolto della musica, dove di tanto in tanto si esibiva il Quartetto del Vittoriale e con più frequenza Luisa Baccara, pianista veneziana e compagna del poeta dal 1919 fino alla sua morte;
- la Sala del Mappamondo, la biblioteca principale ricca di cultura quanto una miniera d’oro con oltre 33.000 libri raccolti dal D’Annunzio e una grande sfera geografica settecentesca che troneggia sul tavolo;
- la Stanza della Leda, la camera da letto, contenente un grande gesso sul caminetto che raffigura Leda amata da Giove sotto sembianze di cigno e un’effige sulla porta, genio et voluptate, un motto al genio e al piacere;
- la Stanza del Lebbroso, concepita come stanza in cui ritirarsi a meditare in occasione degli anniversari fatidici della sua vita e in cui tutto richiama al mistero della vita e della morte;
- la Sala della Reliquie, dove D’Annunzio raccoglieva i simboli delle grandi religioni da cui, pur non essendo credente, si sentiva profondamente attratto;
- la Sala della Chele, o sala da pranzo degli ospiti, con una tartaruga di bronzo a capotavola ricavata dalla corazza di una testuggine morta nei giardini del Vittoriale per indigestione di tuberose come monito contro l’ingordigia.
Di tutte le donne passate dalla Prioria – e conoscendo la fama del D’Annunzio non è difficile credere che siano state davvero tante – solo due hanno vi hanno lasciato un segno indelebile: la madre e la Duse, la prima presente nelle foto e la seconda raffigurata in un busto velato nello studio del poeta.
Il 22 dicembre 1923, ancora ben lontano dalla morte che lo sorprenderà quindici anni dopo, D’Annunzio donò il Vittoriale al popolo italiano e lo fece con un atto formale di un’intensità espressiva che solo i grandi geni riescono a concepire:
Il mio amore d’Italia, il mio culto delle memorie, la mia aspirazione all’eroismo, il mio presentimento della Patria futura si manifestano qui in ogni ricerca di linee, in ogni accordo o disaccordo di colori.
La visita del Vittoriale degli Italiani non è quindi solo un viaggio nell’universo di uno dei più grandi intellettuali del secolo scorso ma è anche un viaggio nella storia del nostro paese e del nostro popolo a cui D’Annunzio ha lasciato un patrimonio, artistico e non, di altissimo valore.
Sul sito ufficiale del Vittoriale trovate tutte le informazioni relative a orari di apertura e prezzi.