Presentazione
Situato a Gargnano, sulla sponda bresciana del lago di Garda, l’Eremo di San Valentino fu edificato intorno alla metà del XVII secolo dai superstiti della peste del 1630 che aveva causato la scomparsa di circa 400 gargnanesi.
Il sentiero per raggiungere l’Eremo parte dalla frazione di Sasso (531 metri slm) e attraversa il istituito nel 1989 per salvaguardare il territorio naturale, paesaggistico e ambientale del gardese. È agevole dal mese di marzo a quello di ottobre e non richiede particolari abilità escursionistiche.
All’uscita di Sasso, in prossimità della fontana con lavatoio, è indicata la mulattiera diretta a San Valentino, Briano e Cima Comer.
Il sentiero – il n° 31 – inizia pianeggiante e costeggiando alcuni orti e un castagneto giunge a un primo torrente su cui si affaccia una giocosa cascatella, attraversa poi la Valle di San Martino e si inerpica gradualmente fino a uno spalto roccioso da cui si gode della prima vista spettacolare su Gargnano con la catena del Monte Baldo che incornicia il Lago di Garda.
Il sentiero riprende pianeggiante e procede a sinistra verso la Cima Comer. Poi, attraverso una scala di gradoni rocciosi, scende a valle. Da li, sulla sinistra, parte un altro sentiero in salita che conduce all’Eremo di San Valentino.
Superata la porta e percorso qualche altro tornante su sentiero gradinato, si approda al terrazzo erboso circondato da alti cipressi in cui sorge l’Eremo (772 metri slm), una costruzione bianca posta sotto una roccia a strapiombo che regala un panorama incantevole.
L’Eremo di San Valentino si compone di piccoli locali e di una chiesetta con campanile all’interno della quale si trova la campana originale che i viandanti sono soliti suonare tirando la corda come segno di buon auspicio.
All’interno della chiesa è custodito un profilo ritraente l’eremita che passa di paese in paese con la sacca e il bastone chiedendo la questua e un quadro rappresentante San Valentino ai piedi della Madonna accanto all’autore dell’opera. Il profilo, risalente al 1859, è attribuito a a che fissò la sua dimora nel fabbricato tra il 1849 e il 1865 per sottrarsi – presumibilmente – agli obblighi militari sotto la dominazione austriaca.