Presentazione
Rocca Albornoz e Museo Nazionale Etrusco (Porta Fiorentina)
Raggiungiamo, quindi, Viterbo, la cosiddetta “Città dei Papi”. Parcheggiamo nei pressi di una delle Porte d’ingresso alla città, Porta Fiorentina, e ci ritroviamo in piazza della Rocca: qui sorge ancora, anche se visibilmente rimaneggiata, la Rocca Albornoz, incorporata nelle mura cittadine e sede dell’importante Museo Nazionale Etrusco.
“Capitale” della Tuscia è Viterbo, prima meta del nostro racconto. Ospitati dal B&B La Peonia di Vitorchiano, dopo una ricca colazione a base di biscotti, crostata e altri prodotti tipici locali, partiamo per la vicina Viterbo, a soli 8 km da qui. Prima di Viterbo però salutiamo il simpatico Moai di Vitorchiano, l’unico mai costruito fuori dall’Isola di Pasqua. Purtroppo la fitta nebbia che avvolge il borgo non ci consente di ammirare a pieno la grande bellezza di Vitorchiano, che appare quasi come fosse scolpito nella roccia su cui sorge, un vero spettacolo, reso ancor più “fiabesco” dalla coltre bianca.
Chiesa di San Sisto (Porta Romana)
Proseguendo, lungo il percorso delle mura, giunti nei pressi di Porta Romana restiamo colpiti da una chiesa il cui abside è inglobato nelle mura longobarde. Si tratta di San Sisto, una delle più antiche della città (IX sec.). Nonostante sia stata ricostruita e rimaneggiata nel corso dei secoli, che è molto antica ce lo dicono i suoi interni, caratterizzati da uno stile austero tipico del medioevo, e dalla presenza di frammenti di sculture romane nell’altare maggiore. Particolare è il presbiterio rialzato che pone l’altare in cima a una scalinata, dovuto alla presenza di una cripta su cui sono ancora visibili tracce di antichi affreschi. Ed è in questa chiesa che la sera del 3 settembre di ogni anno i facchini di Santa Rosa ricevono la benedizione prima di partire per le vie della città con la Macchina di Santa Rosa.
Cosa sia cotale marchingegno d’arte e ingegneria lo scopriremo dopo, addentrandoci nel quartiere medievale di San Pellegrino.
Lungo il percorso a piedi alziamo qua e là lo sguardo per ammirare palazzi e architetture che ci parlano della storia di Viterbo. Incontriamo, quindi, Palazzo Gatti appartenuto nel Medioevo a quella che fu la più importante famiglia di Ghibellini della città.
Quartiere medievale di San Pellegrino
Giungiamo in San Pellegrino, un armonico insieme di strette stradine, antiche abitazioni, affascinanti botteghe artigiane e piccoli balconi curatissimi pieni di fiori che ci ricordano quella che è una delle più sentite manifestazioni di Viterbo, che richiama ogni anno tra fine aprile e i primi di maggio tanti turisti da ogni parte d’Italia, e non solo: San Pellegrino in Fiore (Quest’anno si terrà dal 30 aprile al 3 maggio 2015).
Ed è qui, che su via San Pellegrino, quasi nascosto al turismo di massa, troviamo l’ingresso del Museo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. Attraverso gli schermi che proiettano alcuni momenti della processione e i modellini esposti scopriamo come negli anni, come sia cambiata quella che è oggi una torre illuminata di 30 metri e 5 tonnellate, realizzata con metalli leggeri e vetroresina. Ogni anno viene trasportata in giro per la città da 100 uomini durante la processione per ricordare la morte di Santa Rosa, patrona di Viterbo.
Piazza della Morte e Viterbo Sotterranea
Con gli occhi ancora pieni di quelle magnifiche forme e nella testa le parole di preghiera di quei momenti così concitati e sentiti da tutto il popolo viterbese, usciamo da San Pellegrino e proseguendo lungo via San Pellegrino, superata piazza San Carluccio, ci ritroviamo in Piazza della Morte. Da qui si accede a Viterbo sotterranea, un percorso attualmente in fase di ampliamento che conduce alla scoperta di quello che è uno strato ancor più antico della città e che torneremo in futuro a visitare.
Acropoli di Viterbo e Palazzo Papale (Piazza San Lorenzo)
Ancora pochi passi su via San Lorenzo e raggiungiamo quella che è l’”Acropoli” di Viterbo: piazza San Lorenzo.
Siamo sul punto più alto della città dove gli Etruschi fondarono il primo nucleo di Viterbo, su uno dei 5 colli su cui oggi è costruito l’intero tessuto urbano.
La piazza è dominata dal Duomo di Viterbo, la cattedrale di San Lorenzo, circondata da alcuni edifici storici, come il vecchio ospedale della città, le cui fondazioni etrusche sono visibili al livello stradale all’angolo con Via San Lorenzo. Girandoci sul lato destro delimita lo spazio la Loggia del Palazzo dei Papi. Viterbo, infatti, fu dal 1257 al 1281 sede papale.
Salendo la lunga scalinata della Loggia si accede a quello che è il punto più panoramico da cui si vede tutta la città: nel paesaggio è possibile “leggere”, procedendo dalla cinta muraria verso il centro, e poi verso l’esterno, tutta la storia di Viterbo.
Piazza del Gesù e Piazza Fontana Grande
Tornando indietro lungo la strada incontriamo altre due piazze: la piccola e graziosa piazza del Gesù e piazza della Fontana Grande. Sulla prima sorge l’antichissima chiesetta di San Silvestro, teatro nel 1271 di un grave fatto storico che lo stesso Dante Alighieri citerà poi nel XII° canto dell’Inferno: è qui, infatti, che fu ucciso durante la messa Enrico di Cornovaglia da Guido di Montfort per vendicare l’omicidio del padre avvenuto per mano di Enrico III d’Inghilterra.
Interessante anche l’aneddoto sulla seconda piazza: della Fontana Grande, da cui prende il nome, ne esiste una perfetta copia sull’isola di Malta.
Coscienti che c’è ancora tanto da vedere e da scoprire di questa piccola ma ricchissima città, tra terme, chiese, musei, sotterranei e palazzi, le diamo appuntamento alla prossima primavera con la promessa di tornare.
Borgo medievale di Bagnaia
Prima di concludere il nostro primo giorno in Tuscia, per raggiungere il B&B tappa obbligata è il piccolo borgo medievale di Bagnaia, frazione di Viterbo. E’ qui che ogni anno, esattamente il 17 gennaio si accende il Focarone di Sant’Antonio. Mentre passiamo nella piazza principale notiamo già pronta la catasta di legna che attende solo di essere accesa e alcuni passanti che si domandano: “quanto sarà alta quest’anno?”.
C’è ancora luce e non perdiamo l’occasione di visitare gli splendidi giardini di Villa Lante, capolavoro di arte, giardinaggio e idraulica. E’ questo un piccolo mondo incantato e nascosto che sboccia all’improvviso dietro un cancello aprendo davanti ai nostri occhi uno spettacolo unico: fontane, giochi d’acqua, splendide statue che raffigurano creature mitologiche, scale, terrazze e sentieri fra siepi curatissime, il tutto immerso in un irreale silenzio scandito solo dal fruscio delle foglie e dal piacevole suono dell’acqua che scorre. Saliamo fino in alto, e affacciandoci scorgiamo con un solo colpo d’occhio cotanta meraviglia.
Passeggiando, infine, per il paese, quando ormai sta facendo buio, ci lasciamo trasportare da quella che è ancora una viva atmosfera natalizia. Sono ancora presenti le luci del Natale da poco trascorso e tra i vicoli vi sono piccole frecce in legno che indicano la presenza di presepi. Ma a noi sembra già di essere in un presepe.