Presentazione
Pittoresco borgo nel centro della Sardegna, Olzai è un piccolo paesino dalla forte impronta agro-pastorale che si incontra nella Barbagia di Ollolai. Questo grazioso centro barbaricino si adagia su una splendida valle, cinta dalle rive del rio Bisine che poi confluisce sul fiume Taloro, in un’area circondata da monti e alte colline, dove spuntano fitte foreste e boschi secolari: qui, la natura dipinge paesaggi fatati e li incastona nell’imponente cornice di maestosi rilievi granitici, che si dispongono ad anfiteatro e abbracciano il paese, come a volerlo proteggere dai freddi venti invernali. Affascinante è l’abitato, interamente attraversato dal rio Bisine che nel 1921, in seguito ad una devastante alluvione, fu incanalato in una monumentale opera di arginamento.L’architettura del centro storico conserva, preziosa, l’anima della Barbagia: la si avverte nelle stradine e nei vicoli completamente lastricati, ma anche nelle caratteristiche casette a due o a più piani, interamente costruite in pietra granitica.
Olzai è terra di pastori e contadini, ma anche culla di artisti e intellettuali: nel Novecento questo borgo barbaricino vantava una bassissima percentuale di analfabeti ed un elevato numero di dottori, la vocazione culturale dei suoi abitanti fu tale, che il centro guadagnò l’epiteto di “paese dei laureati”.Tra i personaggi più celebri, che hanno contribuito a diffondere il patrimonio culturale del borgo, c’è il famoso artista Carmelo Floris, maestro di pittura e arte incisoria, le cui opere sono conservate nella casa-museo a lui dedicata. Olzai, però, è anche noto per essere terra del grano. Simbolo indiscusso del paese è, infatti, “su Mulinu vezzu” (il vecchio mulino), un gioiello dell’ingegneria idraulica preindustriale, completamente immerso nella natura, che si erge in località Bisine, a 558 metri d’altitudine: ultimo dei sette mulini ad acqua attivi nel Novecento e unico in Sardegna per maestosità e per stato di conservazione, è un prezioso testimone dell’importante ruolo che la lavorazione del grano ha rivestito nella storia del borgo.
La gente di Olzai custodisce fiera antichi usi e tradizioni legate al mondo agro-pastorale, quali la lavorazione del pane, l’arte incisoria e la musica corale, ma qui sono forti e profonde anche la spiritualità e la devozione religiosa che traspirano dagli splendidi edifici sacri, antichissime chiese che dimorano dentro e fuori dall’abitato: tra le celebrazioni sacre che scandiscono la vita della comunità, oltre ai riti della Settimana Santa, come “S’Incravamentu”e “S’incontru”,e ai festeggiamenti patronali in onore di San Giovanni Battista, affascinante è la festa di Sant’Antonio Abate, con l’accensione dei fuochi tradizionali in diversi rioni del borgo. Profonde sono anche le tradizioni legate al carnevale, che qui si festeggia con l’uscita di “Sos Maimones”,“Sos Intintos”e dei curiosi “ Murronarzos”,personaggi tipici che indossano una maschera lignea dalle corna caprine e con il muso simile a quello del maiale: legate con delle funi di cuoio e maltrattate da uno o più guardiani, queste strane maschere simboleggiano una divinità che deve morire, per poi rinascere più forte e feconda, un passaggio tra la fine del gelido inverno e l’arrivo della primavera.