Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli storici del Friuli Venenzia Giulia

Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli storici del Friuli Venenzia Giulia

Il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia è stato costituito nel dicembre del 1968 con lo scopo di raccogliere i proprietari, possessori e detentori di castelli e delle altre opere fortificate della regione, quali torri, palazzi incastellati, case fortificate, cinte, ruderi, per realizzare una comune opera di recupero, riuso e valorizzazione.

Il Consorzio raccoglie i proprietari, possessori e detentori a qualsiasi titolo di castelli e opere fortificate di interesse storico, nonché gli enti pubblici territoriali e gli organismi di valorizzazione turistica nel cui territorio siano compresi tali monumenti, per una comune opera di protezione, conservazione e valorizzazione.

La filosofia di fondo che ispira la sua azione consiste nella considerazione che i monumenti si salvano e si trasmettono al futuro soltanto con una piena presa di coscienza degli attori fondamentali che possono incidere sulle scelte rivolte alla conservazione o alla distruzione di tali monumenti.

Il Consorzio ritiene che certamente sono utili gli interventi di tutela che attraverso provvedimenti vincolistici impediscano comportamenti negativi da parte della proprietà o delle amministrazioni che hanno qualche responsabilità al riguardo. Ritiene tuttavia che senza la piena responsabilizzazione degli attori, proprietari e autorità pubbliche, ogni azione diretta alla salvaguardia e alla conservazione diventa alla lunga impossibile.

Proprietari e autorità locali devono essere coinvolti in una convinta e incessante opera di manutenzione, di conservazione e di valorizzazione dei monumenti fortificati, attraverso una azione di stimolo, informazione e assistenza che consenta la crescita di una ampia consapevolezza sulle responsabilità che gravano su coloro che hanno la titolarità di diritto privato o pubblico su tali beni.

I castelli esprimono con maggiore compiutezza la storia di una civiltà e di una comunità. Incorporano brani fondamentali di una cultura e di una tradizione storica. Essi vanno conservati nelle loro caratteristiche autentiche, culturali, architettoniche ed ambientali, e devono essere reinseriti nel ciclo della vita moderna per la loro rivitalizzazione. Tale obiettivo può essere perseguito soltanto attraverso il pieno e convinto coinvolgimento della proprietà e delle amministrazioni pubbliche competenti.

La Torre di Porta Aquileia faceva parte del quinto circuito murato della città, iniziato attorno alla metà del XIV secolo e concluso poco più di un secolo più tardi; con Porta Villalta, è l’unica superstite delle tredici porte che collegavano la città con gli assi viari e commerciali più importanti. Ospitava l’abitazione del Custode, che aveva il compito di controllare il transito di persone e merci e l’obbligo di assistere alla chiusura e all’apertura della porta.

Con il 1852 la torre viene giudicata inservibile e abbandonata. Dopo i primi interventi di restauro del 1948 e 1960, negli anni ’90 si pensa ad un intervento più complesso che restituisca completa funzionalità all’edificio e che ne permetta una nuova fruizione che confluisce nel restauro del 1998.

La Torre si compone di quattro piani, così utilizzati:
piano terra: Sala riunioni del Consiglio di Presidenza e del Consiglio di Amministrazione.
primo piano: Biblioteca specializzata e i Servizi tecnici del Consorzio.
secondo piano: Servizi amministrativi del Consorzio.
terzo piano: Sala per conferenze di circa 50 posti.

La Torre è aperta tutte le mattine ed è presidiata da collaboratori amministrativi, bibliotecari e tecnici, nonché dagli amministratori  del Consorzio e da personale volontario.

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