Presentazione
Questo è stato il primo pensiero che ho avuto entrando a Crespi D’Adda. Ci siamo finiti per caso, per un convegno sul digitale di il turismo, e siamo finiti nel posto giusto, perchè oltre ad essere patrimonio dell’Unesco Crespi è un luogo palpitante di storia passata, storia che gli imprenditori italiani non hanno compreso, e non hanno imparato ad applicare.
Crespi è il nome della famiglia di industriali cotonieri lombardi che a fine Ottocento realizzò un moderno “Villaggio ideale del lavoro” accanto al proprio opificio tessile, lungo la riva bergamasca del fiume Adda.
Il Villaggio Crespi d’Adda è una vera e propria cittadina completa costruita dal nulla dal padrone della fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari.
Si, perchè questo angolo di paradiso nel nulla fu voluto da Benigno Crespi, che decise di creare una città per i suoi operai e per i suoi dirigenti, una città costruita attorno alla fabbrica e vicino (attaccata) alla casa di famiglia. E non si tratta di una “casa”, ma di un piccola castello, castello che guarda la scuola e la chiesa, che si ergono di fronte alla statale che divide il paese e che raggruppa le bellissime villette (quadrate, quasi squadrate) degli oeprai, belle ed ognuna con il suo piccolo pezzo di giardino all’americana, e quelle dei dirigenti, più “articolate” e belle, ma sempre parte di una tela che sembra dipinta di un pittore.
Ma non si è limitato a fare una città con la copia, in piccolo, del santuario di Busto Arsizio per i suoi dipendenti cittadini, ha dotato la città di una scuola, un ospedale, un cimitero (bellissimo, da visitare), un campo sportivo, i vigili del fuoco….
Questo posto, la sua bellezza, la sua storia, ci portano a scenari di altri tempi, quando gli imprenditori avevano cura e rispetto del loro contenuto umano, e quando questi capivano che un operaio che viveva tranquillo, sufficientemente pagato, con una casa, un tetto e una famiglia produceva di più e meglio di uno sfruttato, in difficoltà con delle rate del mutuo e senza la sicurezza economica e nemmeno per la salute.
Olivetti fa parte di quegli imprenditori pionieri, visionari e poeti, gente di cultura e con valori ed obiettivi che andavano oltre il mero guadagno trimestrale dell’azienda.
L’Unesco ha accolto Crespi d’Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”