Presentazione
Il Rinascimento italiano ebbe come punto principale di partenza la città di Firenze. In seguito, si diffuse a macchia d’olio, espandendosi in tutte le zone d’Italia. L’età Rinascimentale è pervasa dalla religiosità, Dio è nella natura che l’uomo vuole dominare ricorrendo al sapere. Durante quest’epoca vi era un forte orientamento verso la città ideale che doveva rispecchiare, attraverso la sua perfezione terrena, anche la perfezione biblica e soprannaturale. Prepariamoci per un viaggio da sogno tra alcune delle principali città rinascimentali italiane!
Palmanova, la città stellata
La piccola città friulana di Palmanova, dal 2017 patrimonio dell’Unesco, racchiude in sé tutte le caratteristiche principali dell’epoca rinascimentale. Dopo anni di guerra tra Venezia e Austria, il clima che si respirava era tutt’altro che sereno. Sentendosi particolarmente vulnerabile, il Senato della Repubblica decise di costruire una fortezza vicino al confine con gli Asburgo. Per questo motivo, Palmanova fu pensata come se fosse una “macchina da guerra” il cui numero di bastioni e lunghezza dei lati fu decisa in base alla potenza della gittata dei cannoni dell’epoca. Durante la Prima Guerra Mondiale la fortezza fu sede di smistamento dei soldati e venne utilizzata anche come ospedale da campo.
Nel 1960 Palmanova fu proclamata monumento nazionale. All’interno della città si trova Piazza Grande, un grande spazio esagonale al centro del quale si erge un basamento in pietra sulla cui cima svetta uno stendardo in ricordo delle vicende storiche della fortezza.
Lucca, la città delle mura
Le mura di Lucca sono il secondo esempio in Europa di mura costruite secondo lo stile di fortificazione moderna, mantenuta completamente integra fino ai giorni nostri. L’attuale cerchia muraria costruita tra il 1504 ed il 1648, si allunga per più di quattro chilometri. La costruzione fu affidata all’architetto Jacobo Seghezzi al quale si affiancarono gli ingegneri militari Alghisi e Lanci.
L’accesso alla città inizialmente avveniva attraverso tre porte (Porta San Pietro, Porta Santa Maria e Porta San Donato), ma fu durante la dominazione napoleonica, che la sorella dell’imperatore, Elisa Baciocchi, decise di far costruire una quarta porta (Porta Elisa) posizionata in direzione di Firenze. Le mura furono costruite principalmente come deterrente verso le mire espansionistiche di altre città Toscane. Nel 1800 si decise di dare un nuovo ruolo alla cerchia muraria e fu trasformata in passeggiata pedonale. Le mura di Lucca sono uno dei principali esempi di urbanistica dove edilizia e vegetazione si armonizzano perfettamente tra loro.
Sede dell’antico Comune, il Palazzo del Podestà (conosciuto ai giorni nostri come Palazzo Pretorio), è una delle costruzioni più notevoli costruite durante il periodo rinascimentale. I lavori di costruzione iniziarono verso la fine del 1400, ma a causa di ristrutturazioni e modifiche, terminarono ufficialmente un secolo dopo.
Il progetto originale fu ideato dall’architetto Matteo Civitali e prevedeva anche un ufficio comunale, rimosso con l’ampliamento successivo. Sulla facciata di questa struttura si può ammirare un notevole orologio restaurato recentemente, mentre, all’interno del Palazzo, si trovano un monumento dedicato al progettista Civitali, i busti del garibaldino Strocchi e dell’esploratore Piaggia.
Mantova, fiore all’occhiello del rinascimento italiano
La città lombarda di Mantova dal 2008 fa parte dei beni dell’Unesco e dal 2016 è stata insignita del titolo di Capitale italiana della cultura. La Basilica di Sant’Andrea è stata progettata da Leon Battista Alberti, ispiratosi al tempio etrusco di Marco Vitruvio Pollione. È la più grande chiesa della città cui costruzione iniziò nel 1472. A commissionarla fu Ludovico III Gonzaga, signore di Mantova, che voleva farne un simbolo del proprio potere. Lo scopo di questa costruzione fu l’accoglienza dei pellegrini provenienti da tutta Italia durante la festa dell’Ascensione per venerare la reliquia con il sangue di Cristo. Sulla facciata della Basilica di Sant’Andrea si trova un arco di trionfo romano cui punto sottostante divenne zona di passaggio tra interno ed esterno. Su tutta la facciata troviamo delle paraste corinzie che resero questa basilica una delle prime costruzioni rinascimentali ad adottare questa soluzione. L’interno della Chiesa ha una struttura a forma di croce latina, con una navata unica coperta a botte.
Una delle cappelle di destra è dedicata a San Longino, così come si può dedurre dell’affresco “Crocefissione” di Rinaldo Mantovano con San Longino ai piedi della Croce. Nella cappella sono collocati anche i sarcofagi contenenti le spoglie di San Longino e del beato Adalberto. Nel grande campanile gotico si trovano otto campane ottocentesche, tra le quali la maggiore pesa più di 2500 kg.
Verso la metà del 1400 Mantova era divisa dal canale Rio in due grandi isole circondate dai laghi. Una terza isola, la più piccola, venne scelta per l’edificazione del palazzo Te. Inizialmente la zona dove venne eretto il palazzo risultava paludosa, ma i Gonzaga la fecero bonificare e Francesco II la scelse come luogo prediletto per allevare i propri cavalli. Dopo la morte del padre, Federico II decise di trasformare l’isola in un luogo da adibire a sontuosi ricevimenti.
Costruito tra il 1524 e il 1534, il Palazzo Te è l’opera architettonica più famosa di Giulio Romano che si dimostrò all’altezza del compito affidatogli, riuscendo a combinare con maestria gli elementi architettonici e quelli naturali presenti sull’isola. Forse, in origine, il palazzo era dipinto anche all’esterno, ma gli affreschi esterni sono andati persi. Si tratta di un edificio a pianta quadrata, formato da un largo e basso blocco con al centro un grande cortile nel quale era presente anche un labirinto. Il giardino da accesso alla Grotta, una piccola stanza realizzata con pareti ricoperte di conchiglie e numerosi giochi d’acqua.
Urbino, patrimonio dell’UNESCO
La città marchigiana di Urbino rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura rinascimentale italiana, il cui centro storico è stato proclamato patrimonio dell’UNESCO nel 1998.
La Chiesa di San Domenico fu costruita nella seconda metà del 1300 e ristrutturata nel 1700. Una delle caratteristiche principali esterne di questa chiesa è la doppia scalinata presente dinanzi alla facciata, mentre all’interno vi è un’unica navata. Purtroppo, durante i lavori di ristrutturazione, vennero perse quasi tutte le decorazioni presenti sulle pareti, ma nel 1950 furono ritrovati degli affreschi attribuiti ad Antonio Alberti da Ferrara.
Uno dei simboli che caratterizza la città dalla fine del 1400, è il Palazzo Ducale. La costruzione fu dovuta alla volontà di Federico da Montefeltro. Ancor prima dei progetti di Federico da Montefeltro, la residenza Ducale era solo un palazzo che sorgeva su un colle di fronte al quale era stato costruito un piccolo edificio. Federico decise di unire le due costruzioni facendone edificare una terza intermedia. Inizialmente, i lavori erano stati affidati a due architetti fiorentini, ma il Duca scelse, in un secondo momento, di commissionarli ad un nuovo architetto, Luciano Laurana. Laurana progetto un vasto cortile porticato che racchiudeva al suo interno tutti e tre gli edifici già esistenti. Inoltre, costruì nuove sale come la biblioteca, la sala delle udienze e la zona sacra. Infine, il palazzo venne ampliato fino ad arrivare sul piazzale Duca Federico, diventando il fulcro principale della città.
Nel 1472 a Laurana subentrò nella direzione dei lavori Di Giorgio che si occupò di terminare la facciata, curare gli spazi privati e completare il giardino prensile. Il Palazzo Ducale ospita attualmente un’importante collezione d’arte del Rinascimento italiano e tra gli artisti presenti vi sono anche Raffaello, Piero della Francesca e Tiziano