Presentazione
La Grotta del Re Tiberio si trova a Riolo Terme all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola. Conosciuta per il suo altissimo valore archeologico-testimoniale, come vestigia fra le più interessanti di una lunga frequentazione umana a scopo cultuale collegata alla presenza di acque salutari, la cavità è nota nella letteratura archeologica italiana ed internazionale da dopo la metà dell’Ottocento. Nei circa 140 anni trascorsi dalla sua scoperta, numerose ricerche hanno via via messo in rilievo la stretta interconnessione fra le sue caratteristiche ambientali e l’interesse da parte di gruppi umani che, a partire dalla tarda età del Rame e sino all’età imperiale romana ne hanno utilizzato le concamerazioni a diversi scopi. In primo luogo per ragioni religiose, ma anche per utilizzi insediamentali e sepolcrali. Fra le numerose tracce legate alla presenza dell’uomo, la Grotta costituisce di gran lunga una delle testimonianze storico-culturali più interessanti e significative.
Visite guidate con le Guide Speleologiche del Parco della Vena del Gesso Romagnola, in collaborazione con La Nottola APS-ASD.
Visite GRATUITE fino al 30 ottobre 2016 (su PRENOTAZIONE) grazie al contributo del Parco della Vena del Gesso e del Comune di Riolo Terme:
- sabato alle ore 15.30
- domenica e festivi alle ore 10.00 e alle 15.30
La visita dura da 60 a 90 minuti ed è adatta a tutte le età. Consigliato abbigliamento comodo, scarpe da trekking o scarpe con suola in gomma, un giacchetto leggero impermeabile (all’interno della grotta la temperatura è di circa 12 °C tutto l’anno). Viene fornito il caschetto.
PRENOTAZIONI: tel. 389.031.2110 – retiberio@nottola.org
Per Scuole, Centri Estivi e gruppi organizzati di almeno 20 partecipanti è possibile concordare con tariffe agevolate la visita in differenti giorni e orari, durante tutto l’anno.
Per i più avventurosi è possibile organizzare anche le visite al tratto “speleologico”. Solo per piccoli gruppi con buone capacità motorie ed esperienza in montagna.
La Grotta del Re Tiberio ha uno sviluppo complessivo di oltre 6 chilometri e un dislivello di 223 metri, su più livelli.
Drena le acque dell’area di Monte Tondo e i torrenti sotterranei, che hanno generato un vasto reticolo sotterraneo di gallerie, cunicoli, pozzi e sale, dopo un percorso esterno di alcune centinaia di metri, confluiscono nel torrente Senio.
L’attività estrattiva ha intercettato in più punti le grotte distruggendole in parte e alterando il percorso sotterraneo delle acque.
La Grotta del Re Tiberio ha conosciuto le prime esplorazioni speleologiche all’inizio del secolo scorso (G.B. De Gasperi, G.B. Mornig). Le esplorazioni sono proseguite nel secondo dopoguerra a cura del Gruppo Speleologico Faentino. Una svolta è dovuta all’attività delle Speleo GAM Mezzano che, a partire dal 1990, ha esplorato e rilevato oltre 5 chilometri di nuove grotte.
Sulle pareti nei dintorni della grotta vegeta la rara felce Cheilanthes persica, al limite Ovest dell’area di distribuzione, che va da Monte Mauro a Monte Tondo.
All’ingresso della grotta si trovano ancora alcuni esemplari di un’altra felce, Adantum capillus-veneris, mentre la rarissima Asplenium sagittatum è estinta da oltre 50 anni.
Il sistema di grotte e gallerie dei Gessi di Monte Tondo ospita bene 15 specie di pipistrelli, con importanti colonie riproduttive o invernali di miniottero, vespertilio maggiore, vespertino di Blyth e ferro di cavallo euriale.
La grotta ospita anche un’interessante fauna invertebrata, con otto specie troglobie e eutroglofile (cioè esclusivamente o prevalentemente cavernicole), tra cui il piccolo gamberetto Niphargus gruppo longicaudatus, l’isopode Androniscus dentiger, due specie di acari endemiche del Re Tiberio (Medioppia melisi e Ramusella caporiacci) e la bella cavalletta Dolchopoda Laetitiae.
Consigli in zona
La Grotta del Re Tiberio di trova all’interno del bellissimo Parco della Vena del Gesso Romagnola.
Dalla valle del Sillaro sino alla valle del Lamone, le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea ben riconoscibile a prima vista, che interrompe bruscamente i dolci profili collinari conferendo un aspetto unico al paesaggio: è appunto la Vena del Gesso romagnola.
Il Parco offre ogni settimana decine di opportunità per ogni tipologia di visitatore.