Monforte d'Alba, Piemonte - Italia

Cantina Josetta Saffirio

La nostra famiglia affonda le proprie radici in questa terra dall’inizio del Novecento. In un secolo di vita, il legame che ci...

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Il lato Green

Da sempre la nostra Azienda, a totale gestione famigliare, ha sentito di appartenere al territorio. Una responsabilità che si tramanda da padre a figlio, da generazione a generazione. Il rispetto del territorio si è trasformato in azioni concrete, ad esempio riducendo i prodotti chimici utilizzati in vigneto. Con l’anno 2014 è iniziata la conversione al biologico certificato. Inoltre facciamo parte delle  aziende pilota in Italia del progetto Tergeo di qualificazione delle soluzioni tecnologiche e gestionali in materia di sostenibilità nel settore vitivinicolo e del progetto Ecoprowine (dal quale abbiamo ottenuto la certificazione). La sistemazione del vigneto ‘Girapoggio’, la lavorazione non profonda del terreno prima della messa a dimora delle piante, l’inerbimento totale del filare riduce l’erosione  delle acque superficiali. Le concimazioni sono unicamente organiche. Facciamo parte del consorzio ‘Cascina Pulita’ che ritira e gestisce in modo corretto tutti i rifiuti (olio esausto, batterie, contenitori di fitofarmaci) provenienti dall’azienda. Dal 2010 è attivo un impianto fotovoltaico da 20 Kw, con il quale produciamo di più dell’energia che ci serve per la cantina. Questo ci consente di ridurre le emissioni di Co2 di 13.000 chili all’anno e 6.500 chili di petrolio ogni anno. Stiamo lavorando alla realizzazione di un bioparco, dove regnano le specie autoctone di fauna e flora, con l’obbiettivo di avvicinare le scuole al mondo e alla cultura del vino e ridurre ulteriormente la nostra impronta ecologica. La cantina è stata progettata in modo da essere integrata nel paesaggio rurale e ridurre lo scambio termico con l’esterno. L’isolamento è stato fatto usando del sughero naturale. La scelta dei fornitori e dei partire viene fatta in base alla condivisione di filosofie e possibilmente scegliendo di far lavorare il ‘territorio’. La riduzione di imballi (vetro più leggero, tappi più corti e meno cartone) si traduce in un risparmio per l’ambiente

Consigli in zona

Le Langhe sono diventate nel 2014 Patrimonio dell’Umanità: scenari incantevoli, castelli medievali e vigne che pettinano le colline. Trekking tra le colline, cavalcate o corsi di cucina sono la cornice dell’enogastronomia che da sempre è la maggiore attrattiva di una lingua di terra, le Langhe, racchiusa fra il Mediterraneo e le Alpi.

Il WiMu, Museo del Vino (http://www.wimubarolo.it/) nel Castello di Barolo offre la possibilità di scoprire l’affascinante storia delle origini del vino e del Barolo, mentre il Castello di Grinzane (http://www.castellogrinzane.com) che è stato teatro di decenni di politica italiana con il Conte di Cavour è oggi una ambita meta!

A luglio, il piccolo paese di Barolo si anima per il Festival Collisioni, di portata internazionale, mentre a Monforte d’Alba per tutta l’estate si assiste a concerti di musica jazz di attori di grande calibro.

Insomma, tra un bicchiere di Barolo e una visita ad Alba, patria del Tartufo bianco, non vi annoierete di certo!

Presentazione

La nostra famiglia affonda le proprie radici in questa terra dall’inizio del Novecento. In un secolo di vita, il legame che ci unisce a queste colline si è rinsaldato attraverso le generazioni.

Nel 1977, Josetta Saffirio decide giovanissima di ritornare alle proprie origini e occuparsi dei vigneti del padre Ernesto.

Josetta, laureata in agraria e affiancata dal marito Roberto, enologo, inizia a coltivare le vigne piantate dai nonni subito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo alcuni anni, finalmente Josetta e Roberto vedono premiate le proprie fatiche e riescono a produrre un Nebbiolo di grande qualità, fino a che nel 1985 viene presentato il primo Barolo con l’attuale etichetta.

Dopo un periodo di pausa negli anni 90, Sara figlia di Josetta e Roberto, sceglie di sfidare il destino e dedicarsi anche lei al vino. Nel 1999 ritorna così il Barolo di Josetta Saffirio.

Vorremmo descrivervi l’emozione che si prova ad aprile, nel rivedere una vite germogliare e tornare a nuova vita dopo l’inverno. Vorremmo raccontarvi il profumo intenso e delicato dei nebbioli in fiore a maggio. Vorremmo essere in grado di esprimere  la gioia nel portare in cantina il raccolto e il lavoro di un anno a settembre. Ma è impossibile farlo con le parole. Speriamo di raccontarvelo attraverso il nostro vino. Vendemmia dopo vendemmia, ricercare nel vino l’espressione della sua origine, significa vivere l’accordo con la terra che si coltiva.

Il sottile filo che lega il contadino alla terra che coltiva è un legame indissolubile di reciproca appartenenza.

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