Presentazione
Il museo è nato dalla volontà di Leonardo Forbicioni di realizzare una casa per tutti i naturalisti che studiano, conservano e amano lo straordinario patrimonio ambientale presente nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, territorio che ha ottenuto anche il prestigioso riconoscimento come Riserva della Biosfera, nell’ambito del Programma MaB UNESCO.All’interno del Forte Inglese di Portoferraio è allestito il museo naturalistico Nat-Lab, un laboratorio naturalistico che ospita e conserva le collezioni entomologiche, zoologiche e botaniche dell’Arcipelago Toscano.
Nelle sale del Nat-Lab è possibile provare per il breve tempo di una visita cosa significa essere un vero naturalista, esplorare la biodiversità, la straordinaria diversità della vita, osservandola nei suoi tre regni: terra, acqua e aria.
La visita al museo è un percorso multimediale coinvolgente. Tutte le sale del museo sono dotate di un tablet, posizionato al centro della sala, che permette di conoscere ulteriori informazioni di ogni specie presente attraverso approfondimenti, descrizioni, foto e audio dei versi degli esemplari esposti. La bacheca dell’esemplare di cui si stanno leggendo le caratteristiche, si illumina grazie a un innovativo sistema che la individua e accende dei faretti a LED.
Il museo dispone anche di una APP per Android e Apple che permette di scoprire tutti gli esemplari che sono esposti al museo grazie alla descrizione dettagliata, foto, video e audio: NatLab.
Nella prima stanza si viene accolti dai 6 più importanti naturalisti della storia ed ognuno di loro tiene in mano una frase, un aneddoto o uno scritto che ne ha contraddistinto gli studi e l’operato.
Stanza dell’acqua
Questa stanza ospita le 7 isole dell’Arcipelago Toscano, rappresentate ognuna da una colonna di cubi disposti su un fondo blu che rappresenta il Mar Tirreno.
Su ogni “isola” e? stata posizionata una specie endemica o comunque strettamente legata alla stessa isola.
L’acqua in questo contesto deve essere intesa piu? come fattore limitante la dispersione e la diffusione delle specie, in quanto costituisce un ostacolo “fisico” che fa si che le specie che qui vivono e si riproducono, tendono a diventare specie separate, proprio per la mancanza di contatto con individui di popolazioni diverse.
Ai lati della stanza sono presenti due grandi pannelli che descrivono appunto l’importanza degli endemismi e le modalita? con cui questi diventano tali. Inoltre all’interno della stanza e? presente una “cascata di acqua dolce” stilizzata, dove sono posizionate alcune specie caratteristiche di questi ambienti ed anche molto importanti come bioindicatori.
Tutte le descrizioni delle specie presenti nella sala sono riportate digitalmente nei contenuti del tablet e nell’applicazione pubblica.
Stanza della terra
Questa stanza rappresenta uno spaccato dell’ambiente terrestre dove si trovano tutti gli animali che vivono sia sopra che sotto il suolo e che rappresentano quasi tutti gli anelli trofici naturali. Si va dai pascolatori come le cavallette ed i grilli, ai predatori fino ai detritivori.
Sono inoltre presenti due “Diorama” che rappresentano due scene naturali ancora relativamente osservabili all’Isola d’Elba. Quella sul lato sinistro raffigura un ramo di Sughero sopra il quale sta camminando una coppia di “Cerambicidi della quercia” (specie in Direttiva Habitat) ed un Cervo volante (Lucanus tetraodon) che sta arrivando in volo. L’altro Diorama, sulla sinistra, raffigura invece una scena tipica dell’ambiente dunale e retrodunale, dove un predatore, lo Scarites buparius, sta catturando la sua preda preferita, la Pimelia.
Nella nicchia di sinistra è rappresentata in stile “infografica” una successione ecologica tipica della maggior parte delle isole dell’Arcipelago Toscano.
Tutte le descrizioni delle specie presenti nella sala sono riportate digitalmente nei contenuti del tablet e nell’applicazione pubblica.
La succesione ecologica dalle dune ai monti
A partire dalla maggiore tra le isole dell’Arcipelago Toscano, percorrendo i diversi ambienti in una successone ecologica che va dalla spiaggia alla montagna si possono incontrare diverse piante, alcune molto particolari per una piccola isola mediterranea. Spesso vicino al mare negli ambienti retrodunali oramai sempre piu? rari quanto importanti per gli ecosistemi costieri, si notano il colorato fico degli Ottentotti comune (Carpobrotus acinaciformis), ed alcune specie estremamente specializzate quali il finocchio di mare (Crithmum maritimum), cineraria (Senecio cineraria) e la barba di Giove (Anthyllis barba-jovis). Fra le specie che caratterizzano invece le scogliere a picco sul mare si trovano tra le altre: ginepro fenicio (Juniperus phoenicea) e ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus). Seguono piu? dietro le garighe costituite in particolare da rosmarino (Rosmarinus officinalis), cisti (Cistus monspeliensis, incanus e salvifolius), elicriso (Helicrysum italicum), lavanda (Lavandula stoechas) e inula (Inula viscosa), caratterizzano gli ambienti piu? assolati e aridi dell’isola.
La vegetazione poi si alza per diventare quella macchia mediterranea che tanto caratterizza il Mare Nostrum, quanto oggi è diventata rara e frammentata. Molti degli ambienti elbani sono tuttavia ancora oggi dominati da una macchia mediterranea, straordinariamente rigogliosa.
Verso i monti dell’entroterra appaiono specie inusuali per un arcipelago mediterraneo come il carpino nero (Ostrya carpinifolia) insieme a specie alpine e appenniniche come il tasso (Taxus baccata) e l’agrifoglio (Ilex aquifolium). Troviamo lungo i fossi formazioni di ontano nero (Alnus glutinosa) che giungono nelle valli valle fino ai canneti (Arundo donax). Si possono trovare fioriture, pur rare, di giglio di S. Giovanni (Lilium bulbiferum croceum) ed epilobio (Epilobium angustifolium). Il castagno (Castanea sativa) ha una diffusione notevole nel settore piu? fresco del versante occidentale dell’Elba, con esemplari a volte ultrasecolari e di dimensioni eccezionali.
Stanza dell’aria
In questa stanza è possibile trovare invece tutti quei rappresentanti sempre della piccola fauna, che sono considerati ottimi volatori. Si trovano infatti alcune delle specie di farfalle più significative ed importanti dell’Arcipelago Toscano, alcune Libellule, Vespe e Formicaleoni, ognuno di loro con la sua particolare biologia.
In questa sala un proiettore illumina il soffitto e proietta immagini di volatili dell’Arcipelago Toscano sulla volta, rendendo ancor più coinvolgente la visita.
Pipistrelli
Nella nicchia di sinistra è rappresentato l’ambiente di una grotta, sulla cui superficie sono attaccate 4 specie di Chirotteri che vivono nell’Arcipelago Toscano. Ognuno di loro riporta un QR Code che, se inquadrato dallo smartphone, riprodurra? il suono emesso da quella specie di pipistrello riportato nello spettro dell’udibile dall’orecchio umano.
I pipistrelli o chirotteri (che significa: “mani alate”) sono animali notturni capaci di orientarsi al buio con grande abilita? utilizzando l’ecolocalizzazione: versi e canti emessi con suoni ad altissima frequenza, in gran parte non udibili dalle nostre orecchie, che rimbalzano sulle superfici restituendo alle grandi orecchie del pipistrello una “immagine sonora” dell’ambiente in cui sta volando.
Le diverse specie di pipistrelli sono adattate a volare in diversi ambienti come grotte, boschi o ambienti rurali e hanno evoluto abitudini e strategie diverse per muoversi e cacciare. Dal loro canto è possibile capire quale specie sta volando ma anche la sua attitudine ad ambienti aperti come prati di campagna o chiusi come grotte o boschi intricati.
In Italia sono presenti 34 specie di pipistrelli, 7 delle quali sono state osservate anche nelle grotte e cavità dell’Arcipelago Toscano.
- Barbastello comune (Barbastella barbastellus)
- Pipistrello di Savi (Hypsugo savii)
- Nottola gigante (Nyctalus lasiopterus)
- Vespertilio maggiore (Myotis myotis)
- Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii)
- Pipistrello di Nathusi (Pipistrellus nathusii)
- Pipistrello comune (Pipistrellus pipistrellus)
Impollinatori
Nella nicchia di destra è presente un pannello che spiega in maniera semplice e sostanziale, l’importanza degli impollinatori e dell’ape domestica. Viene simbolicamente raffigurata, con due piatti contenenti cibi, una situazione “con” presenza di impollinatori ed una situazione “senza” gli impollinatori. Ovviamente la presenza di questi importantissimi insetti, permette di portare in tavola molti tipi di cibo, mentre la loro carenza o in extremis, la loro scomparsa, ridurrebbe moltissimo la biodiversità alimentare, ai cereali ed a pochissime altre piante autoimpollinanti.
Un mondo senza impollinatori sarebbe anche un mondo sostanzialmente senza frutta, verdura, noci, nocciole, semi e tutti i prodotti di uso quotidiano che da questi dipendono come marmellate, yogurt, gelati, torte e tantissimi altri.
Tra il 75% e il 95% di tutte le piante da fiore del pianeta terra hanno bisogno di un aiuto per riprodursi, ossia hanno bisogno di impollinatori. Di queste quasi un terzo delle colture mondiali dipendono dalle api per l’impollinazione, ma nell’ultimo decennio questi insetti stanno scomparendo a tassi senza precedenti in tutto il mondo.
Le api da miele, come specie, non sono in pericolo di estinzione, ma la loro capacità di sostenere l’industria dell’impollinazione commerciale e, per estensione, gran parte del nostro approvvigionamento alimentare, è in serio pericolo. Molte popolazioni di impollinatori sono in declino a causa della perdita degli habitat dove vivono e si alimentano. L’inquinamento, l’abuso di pesticidi, malattie e cambiamenti climatici stanno contribuendo a ridurre e spostare le popolazioni di impollinatori in tutto il mondo.
Oltre alle api anche uccelli, pipistrelli, farfalle, coleotteri e altri piccoli mammiferi che impollinano le piante visitando i fiori per bere nettare e trasportando dall’uno all’altro i grani di polline, sono responsabili di portarci uno su tre dei cibi che consumiamo sulle nostre tavole. Il loro valore economico e? enorme: gli impollinatori aggiungono 217 miliardi di dollari all’economia globale, e le api da miele sono responsabili da sole da 1,2 a 5,4 miliardi di dollari di produttivita? agricola negli Stati Uniti. Oltre al cibo che mangiamo, gli impollinatori supportano ecosistemi sani che puliscono l’aria, stabilizzano il suolo, proteggono dalle intemperie e sostengono la fauna selvatica.
La Mascotte
Si chiama Meira e Meira tedeschii è il suo nome scientifico. È un piccolo insetto, unico al mondo, un endemismo strettissimo così particolare che lo si puo? trovare solo sull’Isola d’Elba, sulle pendici del Monte Calamita nel Comune di Capoliveri, e in nessun altro posto in tutto il pianeta. È anche l’unica specie di questo genere fino ad ora rinvenute nell’Arcipelago Toscano.
Come per quasi per tutti i coleotteri di questa tribu?, si conosce pochissimo sulla loro biologia. Vive in habitat estremamente xerico, si rinviene nel substrato accumulato alla base di piante arbustive, come Lavandula, Erica, Cisto ed Elicriso. Riesce a sopravvivere su terreni esposti a sud, anche durante le caldissime giornate estive, con temperature davvero proibitive. Molto probabilmente riesce a far questo, rallentando le proprie attivita? durante le ore piu? calde della giornata.
Sul Monte Calamita è diffusa praticamente ovunque, dalla sommità fino al livello del mare, ma la massiccia presenza dei cinghiali che scavando e grufolando rovesciano il substrato alterando l’ambiente elettivo di questa specie, potrebbe mettere a serio rischio la buona salute delle popolazioni di questo prezioso endemismo.
Le sale espositive
Stanza 1 – I naturalisti nella storia
Stanza 2 – Stanza dell’acqua
Stanza 3 – Stanza della terra
Stanza 4 – Stanza dell’aria
Informazioni tecniche
Laboratori estivi dalle 18 alle 20 giovedì 18 giugno; 2, 16 e 30 luglio; 13 e 27 agosto. Visita guidata della sezione naturalistica con il curatore del Nat Lab Leonardo Forbicioni: piccole osservazioni ed esperienze.