Presentazione
Nel Valdarno , tra Firenze e Arezzo, possiamo trovare numerose bellezze naturali e edifici di importanza storica e architettonica, tra cui questo gioiellino recentemente ristrutturato: la Torre di Galatrona, che domina dall’alto della sua mole il paesaggio del Valdarno e il crinale dei Monti del Chianti.
La Torre è quanto resta di uno dei più importanti castelli della Valdambra, disposto in posizione strategica rispetto alla sottostante vallata. Nei pressi di Mercatale transitava infatti un ramo della via consolare Cassia, che congiungeva Roma a Firenze. La cima del colle fu certamente sede di insediamenti più antichi; lo stesso nome Galatrona, anticamente Canastruna, sarebbe di derivazione etrusca, mentre alcuni resti di strutture murarie intorno all’edificio e ritrovamenti ceramici indicano la presenza di uno stanziamento tardoromano.
Per tutto il medioevo, e fino alla fine del XIII secolo, le vicende di Galatrona sono legate, come accade per tutta la Valdambra, alle contese fra Firenze e Arezzo prima, e fra Firenze e Siena poi. È solo nel 1335 che i fiorentini occuparono il castello di Galatrona. Dall’atto di sottomissione a Firenze risulta che esistevano, allora, due torri: oltre a quella attualmente visibile – la “nuova” – una “vecchia”, ora scomparsa.
Da documenti catastali dei primi anni del XV secolo risulta che il castello di Galatrona ospitava al suo interno un villaggio fortificato, composto da una ventina di piccole abitazioni, occupate quasi esclusivamente da contadini e piccoli proprietari.
Nel XVI secolo Galatrona, insieme a tutta la Valdambra, fu coinvolta nella lotta sostenuta dai Medici, alleati di Carlo V, contro Siena e il re di Francia; la vittoria degli imperiali decretò la fine della Repubblica Senese, che vide passare i propri territori sotto il dominio fiorentino. Da allora Galatrona dipese territorialmente da Bucine.
La torre di avvistamento, insieme alle tracce della porta di accesso, è tutto ciò che rimane del castello; chiamata “il torrione”, è situata all’estremità di un lungo sperone roccioso digradante da Monteluco del Chianti, all’interno di un’area archeologica con resti di mura di cinta bizantine e abitazioni medioevali.
La Torre si innalza dal suolo per circa 27 mt. ed è costruita in pietra arenaria e murata a calcina. I lati della base quadrata hanno una larghezza di 7 mt. mantenuta inalterata verso la cima. Dopo aver percorso una piccola rampa di scale, costruita durante il restauro, si arriva al varco di accesso attraverso un ballatoio di legno. Quest’unica apertura di entrata è situata ad un’altezza di 4 mt. dal suolo; per accedervi anticamente venivano usate scale retrattili. All’interno la costruzione è suddivisa in sei piani oltre alla terrazza-tetto. Il primo piano possiede una volta in mattoni di terracotta a botte, e dal pavimento attraverso una botola originale si accede nel seminterrato usato come cisterna. Questo si deduce dall’attenta stuccatura in cocciopesto, che rende tutt’oggi le pareti perfettamente impermeabili. Questo enorme serbatoio è profondo 8 mt. di cui 4 mt. interrati e 4 mt. al di sopra del suolo.
L’edificio, che è stato oggetto di restauro e riqualificazione ambientale, è aperto al pubblico dal 2007 e ospita al suo interno un percorso tematico multimediale sulla storia di Galatrona e del suo castello.
Si consiglia di visitare anche il territorio circostante: la Pieve di Galatrona, chiesa romanica con un prezioso fonte battesimale di Giovanni della Robbia, la villa-fattoria di Petrolo, nota azienda vinicola, e l’area naturalistica con boschi e vigneti delle pendici del colle di Galatrona.
La torre è inserita nella Carta dei Sentieri fra l’Arno e la Chiana, redatta a cura della Provincia di Arezzo e del C.A.I.