Presentazione
Il nostro viaggio inizia davanti a una tavola imbandita di prodotti tipici pugliesi per poi proseguire alla scoperta di Castellana Grotte, situata sull’altopiano calcareo della provincia di Bari.
Il percorso che unisce Castellana Grotte a Polignano a Mare è una bella strada larga fra ulivi e mandorli bianchi fioriti.
Imboccandola, appena fuori dalla cittadina di Castellana Grotte, si trova il ristorante pizzeria Al Pozzo (Via Polignano, 82/c), raggiungibile tranquillamente con una bici, senza far troppo cammino.
Parcheggio (per chi arriva con l’auto) sotto gli ulivi, aria pulita di campagna a pochi passi dal paese.
Entrando troviamo un ambiente rustico ma elegante, sobrio, nei toni del legno.
La grande tavolata, con una cinquantina di ospiti, ci aspetta imbandita. I titolari sono accoglienti e sorridenti. Di un’accoglienza che non pare di quelle affettate e cerimoniose, ma una cordialità genuina. Una gentilezza leggera. E questo ci piace.
Ancor più ci piacerà l’eccellente pranzo, luculliano, a base di prodotti tipici pugliesi, selezionati presso fornitori locali.
Il vario antipasto concede solo una portata a un cibo non pugliese, il salmone: per il resto, fra alici fritte, cozze gratinate, ricotta e primosale, funghi, peperoni grigliati, frittelline con ricotta “a squant” (cioè che brucia, piccante), incrapiata (purè di fave e cime di rapa) la cucina tipica la fa da padrona. E anche il piatto di orecchiette e cime di rapa è gustoso.
I sapori del mare e della terra, tipici della gastronomia pugliese, semplice ma saporita, sono ben rispettati.
E per finire, il cameriere porta dei dolcetti di fine pasto: sporcamuss (sfoglia e crema e uno spolvero di zucchero a velo), chiacchiere carnevalesce.
Passeggiando sulle chianche
A fine pranzo, soddisfatti, io e il fotografo (volge già il tramonto), facciamo una passeggiata per il centro storico di Castellana Grotte.
La parte antica di Castellana, medievale, è nettamente distinta dal resto del centro sviluppatosi dal ‘600 al ‘800, posta all’esterno delle vecchie mura e torri, e caratterizzato da strade lunghe e parallele.
Mi sorprendo, guardandomi i piedi, di come sia facile dimenticare le piccole cose che fanno la differenza fra una città e l’altra d’Italia, o che al contrario le accomuna.
Ecco, penso, queste strade di chianche, quadroni di pietra per terra, che salgono fra salite e discese, con il tipico solco per i carri, sono una bellezza tipica delle cittadine pugliesi a vocazione agricola.
Mentre continuo a camminare, alcuni della allegra compagnia con cui passeggiamo si fermano ad una vetrina: no, non è un negozio di lusso. Si tratta della bottega di un artigiano, ultranovantenne, che intaglia il cuoio. C’è pace nello sguardo, lentezza e precisione nelle sue mani rugose ma ferme.
Poco dopo lo ritroveremo che gioca a carte, dopo aver “messo via il lavoro”. Questa bottega è uno degli ultimi esempi di artigianato di una volta, che si poteva vedere ancora in tutta Italia fino a una cinquantina di anni fa e che è sopravvissuto in cittadine piccole come questa che stiamo scoprendo.
Splendori dell’arte e della natura
Dopo qualche vicolo, passati un paio di archi, ci ritroviamo in una piazzetta su cui si affaccia la Chiesa Madre, edificata nel 1383, e dedicata a San Leone Magno. Mi spiegano che fu edificata ampliando una chiesa romanica preesistente e inglobando una torre normanna difensiva (diventata poi la torre campanaria).
All’interno della chiesa campeggia un bell’affresco dell’Annunciazione, venuto alla luce con i lavori di restauro nel 1970. Di pregio le sculture in pietra locale e le tele settecentesche di scuola napoletana del Miglionico, del Magliar e del pittore castellanese Vincenzo Fato.
Usciti dalla chiesa, siamo di nuovo nella piazzetta. C’è silenzio. La tranquillità è calata con la sera.
Rientrando da Castellana ripasso con la mente le immagini di un’altra meraviglia che questo comune offre: il budello di grotte sotterranee di origine calcarea che rendono Castellana famosa in Italia.
La visita turistica prevede un percorso di 3 km, fra caverne e corridoi di origine calcarea. L’ingresso (La Grave) è un’enorme voragine a cielo aperto, profonda una sessantina di metri. Fa venire i brividi pensare che stalattiti e stalagmiti che oggi vediamo come sculture e pilastri naturali di calcare abbiano milioni e milioni di anni.
Il Corridoio del Deserto, detto anche il Grand Canyon sotterraneo, mostra la sua bellezza con una colorazione rossiccia (dovuta alla presenza di ferro). Attraversandolo si raggiunge la Caverna della Torre di Pisa, il limpido Laghetto di acqua di stillicidio, il Corridoio Rosso, la Caverna della Cupola e infine,dopo il Laghetto di Cristalli, si sosta nella Grotta Bianca, definita la più bella grotta del mondo.
Info: Grotte di Castellana
Foto di Giovanni Amodio
Mangiare
Ristorante Al Pozzo, via Polignano 82/c, Castellana Grotte (BA), tel. +39 080 4967672