Quando c’è la luna piena con il suo riflesso tremulo che galleggia a pelo d’acqua, la pesca è più abbondante. Nel buio della notte la flebile luce attira i pesci, le barche gettano le reti ed è pesca abbondante. Che poi questa luna si trasformi, con l’astuzia dell’uomo, in una lanterna, anzi in tante lanterne che fendono in profondità il mare nel silenzio, è un’altra storia: è l’inganno del predatore contro la preda.

È con l’astuzia che si cattura l’alice, grazie alla lampara, la barca che va a largo e attira nel silenzio, con la sua luce, i pesci in superficie. Appena i pesci si radunano intorno alla barca i pescatori calano le reti a cerchio e catturano a tradimento le alici. Integre, cangianti, color dell’argento, muovono la coda su e giù, aprono la bocca, si dimenano fra le maglie delle reti sul fondo della barca. Sono le alici buone queste, quelle migliori che al mercato del pesce o in pescheria faranno gola ai buongustai. Sono le alici di “lampara”, quelle da intenditore, non strattonate dalle reti, non catturate fra altri pesci e tirate dalle reti delle “volanti”. Sono queste le alici più buone da fare marinate crude con olio e limone e un pizzico di pepe, oppure con l’aceto. Sono queste alici le delizie da fare fritte, tutte intere con la lisca, che va giù in gola insieme alla polpa buona, la testa e la coda. Le alici di dimensioni maggiori sono, invece, divise a metà, dopo essere state spanciate e liberate dalle interiora con un gesto veloce del pollice.

Una tradizione antica

Anticamente le lampare montate sulle barche erano a petrolio. Consistevano in un piatto di metallo sotto il quale, avvolto in una rete di metallo, si attaccava il globo di vetro che custodiva due o quattro nastri di seta attaccate ad un portalampade di terracotta. I nastri bruciavano senza consumarsi e illuminavano nella notte l’acqua nera del mare, incantando con il sortilegio della luce i poveri pesci curiosi. Oggi le lampade sono elettriche, ma la loro funzione non cambia. Tutt’oggi le lampade sono montate sulle piccole barche di legno, trainate a largo dalle barche più grandi. Si fermano a largo in circolo, tutte con le lampade accese, per attirare più pesce possibile. Poi si spengono, tranne una, e dalla barca madre vengono calate le reti e catturati i pesci accerchiati.

Molfetta , Bisceglie, Mola di Bari, Monopoli sono città in cui la pesca è molto florida e dove non mancano i luoghi in cui gustare le alici e scoprire il via vai dalla sera al mattino presto.

Di Monopoli in particolare, marinara piccola, ma città di ricca di storia, segnaliamo il porticciolo nella città vecchia e il  centro storico cinquecentesco affacciato sul mare.

Qui tante le imbarcazioni che prendono il largo e portano il pesce di paranza.

(Fonte Puglia Mi Piaci – Input)

Dormire

Sostate al Carpe Diem di Monopoli: situato a soli 100 metri dalla costa e dalle sue bellissime spiagge, il B&B Carpe Diem offre camere con bagno interno e appartamenti con angolo cottura, dispone della connessione Wi-Fi. é accogliente, e vi fa rivivere tutta la bellezza del centro storico monopolitrano.

Mangiare

L’alice nel Medioevo era persino usata come moneta di scambio. Oggi è antipasto goloso che fa bene alla salute e soddisfa il palato. Pescata in tutto il mediterraneo e abbondante nell’Adriatico rappresenta una delle qualità di pesce più pescate dalle flotte di Molfetta e Bisceglie. Dalla barca del pescatore le alici giungono in negozio in poche ore: sul banco del pescivendolo brillano nel ghiaccio metalliche e sideree. Sulla carta oleata il pescivendolo ne pesa mezzo chilo, un chilo, le più piccole vanno a ruba, ottime fritte, le più grosse sono buone da fare sott’olio e tenere in dispensa. Vi consiglio, se volete gustare tanto pesce e una fittura mista ricca di alici (ma anche merluzzetti e trisgliette) l’Osteria Perricci in Monopoli, Via Orazio Comes n 1.

Marianna Iodice

Abito in Puglia, fra tappeti di terreni ad ulivo, recintati dai muretti a secco e il mare Adriatico. Sono pigra, anzi pigrissima, ma davanti alla bellezza dell'Italia prendo il primo treno per partire.

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