Presentazione
Tra i comprensori che ho visitato questo è certamente quello più completo, in termini di offerta: in pochi giorni abbiamo provato emozioni diverse, visto scorci bellissimi, e provato un sacco di sport differenti
Andiamo per gradi
La prima emozione è stata l’arrivo sulla pista in notturna del monte Pore: Una pista non troppo impegnativa (in realtà a disposizione c’è sia una rossa che una nera, visti i 10 anni di assenza dagli sci ho proferito limitarmi a quella più semplice), che la sera regala uno spettacolo meraviglioso: 3 chilometri di pista illuminata a giorno, non particolarmente trafficata e spettacolare. Grazie all’ovovia è sia possibile farla più volte, durante, la serata, sia decidere di fermarsi a cena al rifugio Crep..
Grazie a Nick di The Crowded Planet per il video!
Da notare che il servizio ristorazione prosegue anche la sera, offrendo così un servizio completo agli sciatori, dal panino e birra veloce tra una pista e l’altra alla pausa rilassante con caffè e ammazza caffè per gli sportivi meno estremi (come me)
Rifugio gestito da un Oste Veneziano, che il venerdì offre così un sontuoso menù a base di pesce rigorosamente fresco e appena pescato (provvede ad andare personalmente a sceglierlo)
Menù ricco, e curioso, e una ottima carica per l’ultima discesa, a stomaco pieno e muscoli rilassati, godendosi lentamente la strana sensazione (per chi non l’ha mai provata prima, come me) di scodinzolare ammirando le montagne di notte.
E questa è stata solo la prima tappa di un tour alla scoperta dei piaceri delle dolomiti: con base ad Alleghe, e dormendo presso l’Hotel La Pineta, abbiamo vissuto giorni intensi alla scoperta di questo paradiso dello sport.
La pausa era solo una preparazione alla attività agonistica: visti i pochi giorni siamo riusciti a scoprire solo parte delle decine di attività che il comprensorio offre, sicuramente quelle più appassionanti.
Il pezzo forte è stata la scoperta della giornata dedicata alle baite aperte: 5 chilometri in ciaspole a cercare le tracce degli animali nella neve, con una fantastica guida, e a gustare i piatti tipici della valle. A questo evento, da non perdere, è dedicata una news di approfondimento (il mio consiglio: provate questa esperienza!)
Pareti di ghiaccio: e per finire, all’interno del circuito percorribile in sci ed autobus, una visita alla parete di ghiaccio più spettacolare delle Dolomiti, ormai in via di scioglimento e non più agibile vista la stagione avanzata, ma comunque bellissima da ammirare.
Dormire
La Pineta Hotel: Da segnalare due cose della struttura: la spa, notevole, con un idromassaggio enorme, rilassante dopo una sciata, e il ristorante, degno di un 4 stelle (Il filetto di Cervo era incantevole, accompagnato da una fantastica selezione di vini) .
Per gli amanti degli alcolici di produzione locale imperdibili le grappe da loro prodotte: Cimino e pino mugo sono state le vincitrici, la seconda in particolare ha attirato la mia attenzione più volte.
Mangiare
Oltre all’ottimo ristorante del Pineta Hotel (descritto sotto) da consigliare il rifugio Aquileia
E da segnalare, con una offerta veramente notevole, Il Postin: una cantina di vini infinita (con una particolare attenzione al Franciacorta) ci ha offerto una esperienza fantastica. Personale gentilissimo e cordiale, e un menù ricco di carni e per tutti i palati.
Consigli in Zona
Ciaspole: la prima escursione, con una guida d’eccezione, Paolo, siamo stati guidati alla scoperta delle ciaspole, del turismo lento e dei percorsi fuori pista. Lentamente, con queste grandi ciabattone i ai piedi, siamo partiti per un giro di qualche chilometro (meno di 2) di allenamento in vista dell’evento da non perdere: baite aperte. Un tour spettacolare alla scoperta delle baite private sparpagliate lungo il monte.
Biathlon: il comprensorio offre un campo professionale da Biathlon, descritto nel dettaglio da Domomiti Stars qui. Dopo la dura sciata ci si sdraia (non senza fatica) in linea di tiro, si aggancia il fucile (un calibro 22, piccolo, veloce ed estremamente preciso) e si hanno a disposizione due differenti tipi di bersaglio, a 50 metri. Grande, 8 cm, e piccolo, 4,5 cm. Che a 50 metri di distanza possono definirsi davvero piccoli.
L’istruttore che che ci ha guidato è stato estremamente professionale, preparato e meticoloso ci ha messo a nostro agio e spiegato i primi rudimenti del tiro con questa particolare tecnica. Personalmente ho una discreta esperienza nell’uso del fucile, ciò nonostante è stato molto meno facile del previsto capire correttamente posizioni aggancio al braccio dell’arma (il fucile è dotato di un gancio per la tenuta al braccio sinistro: questo, unito al supporto della mano sinistra e della spalla crea un triangolo stabile per la posizione di tiro).
Piccola curiosità: quando si c’entra il bersaglio questo diventa bianco, accompagnato da un rumore metallico (che vi farà capire anche acusticamente di aver fatto centro). E’ un sistema meccanico (foto sotto) che permette ad una pala di ruotare grazie alla spinta della pallottola, e coprire il bersaglio. Vedendolo in televisione mi sono sempre chiesto come funzionasse.
Cavalli e carrozza: per brevità siamo riusciti solo a provare la seconda, carrozza trainata da cavalli, per una divertente escursione alla scoperta di Zoldo Alt:o : emozione assicurata, con un accompagnatore d’eccezione che ci ha raccontato tutto dell’incantevole valle che ci ha ospitati.
E cosa di meglio che svegliarsi la mattina, prima di partire, e trovarsi davanti uno spettacolo come questo?