Presentazione
Il Parco non è una riserva integrale, ma un’area molto diversificata in cui sono presenti, oltre a zone di rilevante interesse ambientale, anche centri urbani, insediamenti produttivi, aree destinate all’agricoltura e all’allevamento accanto a monumenti architettonici di grande valore artistico e culturale.
L’area del Parco è situata dal punto di vista geologico all’estremità meridionale del Sistema Sudalpino, costituendone gli ultimi affioramenti a nord della Pianura Padana.
Al suo interno è possibile operare una distinzione tra il settore settentrionale e quello meridionale; nel primo, rappresentato dal crinale che unisce Montevecchia a Lissolo e dalle due valli ad esso laterali, la Valle di Santa Croce e la Valle del Curone, affiora principalmente il substrato lapideo prequaternario, costituito da rocce di età cretacico-eocenica; nel secondo affiorano invece estesamente depositi quaternari di origine glaciale.
Questa diversa origine geologica differenzia anche morfologicamente le due zone conferendo al settore settentrionale un aspetto più aspro.
Il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, piccolo gioiello a ridosso della metropoli milanese, racchiude ancora spazi aperti e boscati ricchi di specie floristiche anche pregiate.
Come tutte le cose preziose però, alcuni fiori sono rari e nascosti in anfratti imprevisti; occorre cercarli con attenzione, con l’entusiasmo e la curiosità dei bambini quando giocano alla “caccia al tesoro”. Solo così si svelano ed appaiono inaspettatamente come gradita ricompensa. E quando avremo imparato a riconoscere e dare un nome a qualche pianta, sarà come aver fatto delle amicizie di cui potremo ritrovare il sorriso ogni primavera.
Non serve comunque cercare le rarità per godere della bellezza dei fiori: anche i più comuni, i più piccoli, osservati nei loro particolari, sono esempi di complessità e perfezione che lasciano stupefatti.
Se vogliamo però che il gioco della “caccia al tesoro” si ripeta per noi oggi e per gli altri in futuro, dobbiamo imparare a “guardare e non toccare” perché la natura è un patrimonio comune che solo il rispetto potrà conservare
A fine estate la Valle del Curone presenta il tipico paesaggio del Parco: terrazze coltivate si alternano a dolci colline erbose, interrotte dal verde intenso del bosco e una stradina sterrata conduce a un piccolo cascinale.
Mentre in una giornata d’inverno è splendido lo scenario in cui la collina di Montevecchia con il suo Santuario si sovrappone all’inconfondibile disegno del monte Resegone tutto bianco per la nevicata della notte precedente.
Il crinale della collina di Montevecchia, dove si congiungono i boschi della Valle del Curone e della Valle Santa Croce, rappresenta il “cuore verde” di questo Parco nato per tutelare i valori naturalistici e paesaggistici di questo territorio inserito in una Brianza molto urbanizzata.
I numerosissimi insediamenti abitati che fanno da sfondo alle verdeggianti colline del Parco, sembrano ricordare che l’urbanizzazione diffusa rappresenterebbe l’inevitabile destino di quest’area se cadessero i vincoli posti dall’istituzione del Parco.
Questo Parco presenta, oltre a zone di grande interesse ambientale e naturalistico, anche aspetti culturali di elevato pregio legati alla storia dell’uomo che ha cercato di integrarsi in questo ambiente, lasciando testimonianze di edifici rurali, manufatti, tecniche di coltivazione e utilizzo del territorio, vie di comunicazione e tradizioni popolari.
Il Parco cerca di soddisfare sia le esigenze di tutela dell’ambiente naturale integrandole con il benessere dell’uomo che vive sul territorio, in modo da portare avanti un modello di sviluppo compatibile tra attività umana e natura.
Torrente Curone
Anche l’agricoltura, attività economica legata a questo territorio, si è diversificata in relazione al differente aspetto geomorfologico assunto dall’area del Parco, come conseguenza degli eventi geologici diversi che hanno interessato l’area protetta. Infatti le forme del territorio così come oggi noi le conosciamo, sono il risultato di processi geologici che sono durati milioni di anni.
All’interno del territorio del Parco è possibile riconoscere due zone con caratteristiche diverse: la parte settentrionale ha un aspetto più aspro con rilievi collinari e valli con versanti ripidi. Nella zona collinare di Montevecchia, prevalentemente terrazzata, è praticata la viticoltura, la coltura vivaistica e la coltivazione di piante aromatiche. Sempre nella zona settentrionale del Parco troviamo un ambiente che merita una particolare tutela, la Riserva Naturale di Valle Santa Croce e Alta Valle del Curone dove l’area collinare è ricoperta da estese superfici boscate.
La zona meridionale del Parco è prevalentemente pianeggiante in quanto si formò da depositi trasportati a valle dalle acque di fusione dei ghiacciai ed è quindi caratterizzata da colture tipicamente di pianura.
All’interno della Riserva Naturale nascono due torrenti molto importanti per l’idrologia dell’area protetta: il torrente Curone ed il torrente Molgoretta che attraversano da nord a sud tutta l’area del Parco. Risalendone il corso si possono attraversare i diversi ambienti geologici presenti ed avere una chiara lettura dell’evoluzione del territorio.
Architettura rurale e religiosa
Le molte cascine presenti nel territorio del Parco oggi sono spesso abbandonate in seguito al generale declino dell’attività agricola, mentre un tempo erano dimora delle numerose famiglie contadine del luogo. In passato erano quindi il centro di un’intensa attività agricola, dimostrata anche dai terrazzamenti della collina, creati per rendere più facile la lavorazione del terreno.
Questi edifici rurali rappresentano ai giorni nostri un patrimonio storico e culturale di importante valore da conservare e preservare perché significativa testimonianza della vita contadina del passato.
Nel Parco sono presenti diverse tipologie di edilizia rurale: la più comune è una semplice cascina su due piani dove al piano terra si trova la stalla e nel loggiato superiore c’è il fienile.
Anche gli edifici religiosi assumono grande importanza nell’architettura di questa zona in quanto ricordano la vitalità religiosa della popolazione locale, che si esprimeva nel realizzare queste opere di interesse collettivo. Di spicco tra le Chiese del territorio è il Santuario della Beata Vergine del Carmelo posto sul punto più elevato della collina di Montevecchia: sicuramente per la sua posizione morfologica emergente ha ricoperto una funzione di riferimento per gli abitanti delle zone limitrofe nel corso dei secoli.