Presentazione
Una selva di pini larici e aceri montani piantata nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino, donato nel 2016 dalla stessa famiglia al FAI. Oggi la pineta è una riserva naturale biogenetica, dove l’intervento umano ha il solo scopo di lasciare che la natura faccia il suo corso.
Le piante presenti nella riserva vengono lasciate crescere senza importanti interventi da parte dell’uomo ed anche gli esemplari abbattuti dagli elementi naturali o dalla vecchiaia sono lasciati sul terreno, dove rimangono esposti ai normali processi biologici di deterioramento in un rispetto integrale dell’ecosistema e della biodiversità. Ogni albero secolare è stato catalogato dal Corpo Forestale dello Stato e le sue caratteristiche sono evidenziate in specifiche tabelle in prossimità di ciascun esemplare e, nell’areale circostante, oltre al pino laricio sono presenti anche meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli e aceri montani, di cui sette, situati ai margini della Riserva, sono centenari.
Oggi la pineta è una riserva naturale biogenetica, dove l’intervento umano ha il solo scopo di lasciare che la natura faccia il suo corso. Il Bosco di Fallistro ricade nel territorio del Comune di Spezzano della Sila in provincia di Cosenza, nella Sila Grande e nel bacino del Fiume Neto. Ha una superficie di 6.51.50 ettari, racchiusi in un perimetro di 1,2 Km. Altimetricamente l’area si sviluppa tra 1398 metri s.l.m nel settore orientale e 1448 metri nel settore nord-occidentale, con un dislivello di 50 metri. La quota media è di 1420 metri.
È caratterizzata da una vegetazione in cui i pini larici ultracentenari sono predominanti sul pioppo tremolo, sul faggio e sull’acero montano. Da studi condotti su campioni legnosi e da osservazioni di campo, si stima che l’origine della pineta possa risalire agli anni 1620-1650, quando il proprietario del terreno, edificare le costruzioni per dimora estiva e per una filanda, si preoccupò di abbellire e proteggere le case con filari di acero montano e di impiantare la pineta sotto la quale erigere ricoveri non appena la copertura e la consistenza del bosco l’avessero consentito.
L’area è caratterizzata da zone pianeggianti o in leggero pendio alle quote più elevate e da aree che degradano verso oriente.
I Giganti della Sila sono stati dati in concessione al FAI nel 2016 dal Parco Nazionale della Sila.