Presentazione
Ammoniti, impronte di dinosauri e orsi delle caverne, sono solo alcune delle tracce di epoche passate presenti al Museo Geopaleontologico di Camposilvano, situato a soli tre Km a nord del paese di Velo Veronese, in provincia di Verona che, assieme all’adiacente Covolo, rappresenta uno dei luoghi più importanti per la storia di questo territorio.
Il Museo
Il museo ospita un’esauriente collezione di organismi fossili e rocce della Lessinia ascrivibili a un arco di tempo che va dai 225 ai 1.800 milioni di anni fa. I numerosi reperti, sistemati in bacheche e accompagnati da didascalie e descrizioni, illustrano l’evoluzione ambientale di questa regione nelle diverse ere geologiche. Reperti provenienti da altri regioni completano il percorso espositivo insieme ai resti fossili dell’Orso delle caverne, un animale gigantesco che abitava queste montagne ed estintosi circa 12.000 anni fa.
Il percorso espositivo, ben articolato, offre uno sguardo approfondito sull’evoluzione della vita nelle varie ere geologiche, a partire da una vasta collezione di ammoniti. Questi fossili sono delle conchiglie a spirale di un gruppo di molluschi che hanno popolato il mare di tutto il globo evolvendosi in forme e dimensioni diverse, da 400 milioni di anni fa sino alla loro estinzione, contemporanea a quella dei dinosauri (65 milioni di anni fa).
Oltre alle ammoniti si sono conservate tante altre tipologie di animali e piante fossili, esposte nel museo, come resti di sauri marini (va ricordato che, quando i dinosauri abitavano la terra, le rocce della Lessinia erano fondali di un mare tropicale), impronte di dinosauro.. e lo scheletro completo di Orso delle Caverne (Ursus Spelaeus) che in posizione eretta supera 3 metri di altezza.
Il Covolo
La visita al museo può essere completata da un’escursione al Covolo di Camposilvano, grandiosa cavità carsica situata a circa 100 metri di distanza, facilmente raggiungibile tramite un sentiero. La grotta rappresenta un suggestivo esempio di carsismo e si presenta come una voragine ellissoidale profonda più di 70 metri, interessata tra l’altro da curiosi fenomeni meteorologici dovuti ad inversione termica.
Un enorme pozzo del diametro di ben oltre un centinaio di metri e profondo almeno una sessantina, sul fondo si apre un ampio ‘covolo’ (=grotta) largo 70 metri per una altezza di 35 metri e una profondità di oltre 50 metri.
Il posto è davvero suggestivo. Un brevissimo sentierino a gradini porta, dal Museo dei Fossili di Camposilvano, al bordo di questo enorme cratere completamente invaso da una vegetazione lussureggiante.
Superato il ciglio, probabilmente in epoche passate persino difeso con muretti a secco (dei quali par di vedere qualche traccia), si scende nel centro dell’anfiteatro tra enormi massi di crollo fino ad un incredibile balcone panoramico (con più che opportuna panchina) dal quale si domina il profondo ingresso dell’enorme grotta. Scesi ancora di qualche metro, all’altezza della volta della grotta, la temperatura cambia repentinamente con uno sbalzo davvero incredibile, si ha subito la sensazione di entrare in un frigorifero, e così pure cambia la vegetazione ora formata solamente da piante erbacee pioniere fin sul bordo del volto dove anche la luce si riduce sensibilmente.
Il luogo è stato frequentato fin da tempi remotissimi, probabilmente ben prima dell’ultima glaciazione e cioè almeno 50 / 70 mila anni fa, anche dall’Uomo di Neandertal.
La frequentazione è stata pressoché ininterrotta anche in epoca romana e medioevale, nonché in epoche moderne. Lo testimoniano alcuni reperti custoditi nel Museo di Camposilvano, tra i quali ossa di animali residui di battute di caccia, pugnali e arnesi in selce, armi romane, punte di frecce di balestre.
Sicuramente il ‘Covolo’ è sempre stato sfruttato come una sorta di enorme ‘frigorifero’ e come pratica ed economica ghiacciaia.
Info
Una volta giunti in località Camposilvano, lungo la strada provinciale che da Velo Veronese porta a San Giorgio, prestare attenzione alla cartellonistica posta di fronte alla casa per vacanze “Don Calabria”. Una strada secondaria, Via Covolo, conduce direttamente al museo, raggiungibile in auto e con la possibilità di parcheggio davanti, poco prima di un campeggio e della contrada Cunek.
Dal museo si può fare una bella passeggiata nella vicina Valle delle Sfingi. Inoltre, da qui, partono diversi sentieri che permettono di fare alcune escursioni nelle vicinanze, portando a contrade, malghe e rifugi.