Presentazione
Si comincia col castello di Fénis, il più famoso dei castelli della Valle d’Aosta per poi visitare il quattrocentesco Castello di Issogne, dimora signorile riccamente affrescata. Infine visita del castello di Verres, poderoso cubo costruito su una rocca a evidente scopo difensivo.
L’itinerario inizia dal castello di Fénis, il più famoso e il più visitato della regione. Una residenza di prestigio per la potente famiglia Challant. Il maniero risalente al XIV secolo custodisce al suo interno pregevoli affeschi del Quattrocento. I mobili presenti non sono invece originali, sono stati acquistati in epoca fascista in maniera poco filologica con l’intento di realizzare qui il “Museo dell’ammmobiliamento valdostano”; nulla però ci parla degli Challant, del castello o del medioevo.
Una volta attraversato il portone di ingresso si viene accolti dal piccolo cortile caratterizzato da uno scalone semicircolare in pietra sul quale veglia un affresco raffigurante S. Giorgio che uccide il drago liberando così la principessa. L’affresco, realizzato con grande realismo raffigura un S. Giorgio idealizzato a cavaliere medievale nell’atto di uccidere il terribile drago. In alto una schiera di saggi con dei cartigli riportanti motti e proverbi in antico francese dovevano un po’ fungere da educatori per i membri più giovani della famiglia Challant.
L’itinerario prosegue con la visita del piano terra del castello, che ospitava il corpo di guardia, il refettorio per la servitù e la cucina. Quest’ultima conserva un enorme camino dalla cappa altissima. Lo scopo di questa cappa era sicuramente quello di scaldare più piani usando un solo focolare.
Si raggiunge il primo piano mediante una scala ricavata nel mastio del castello. Al piano nobile ci accoglie una cucina, che all’epoca era riservata alla famiglia.
Usciti sul balcone sulla destra si aprono due stanze: la prima ospitava probabilmente la sala da pranzo dei Signori. Adiacente alla stanza una torretta di guardi affaccciata sull’ingresso e dotata di feritoie consente di immedesimarsi in quei soldati che facevano la guardia al maniero…
La sala seguente, chiamata Sala di Giustizia per l’affresco cinquecentesco ritratto sul camino, conserva ancora oggi l’unica finestra trilobata trecentesca. Nel 1400 infatti, Bonifacio di Challant fa sostituire tutte le ventuno finestre trilobate realizzate dal padre Aimone con delle belle e ampie finestre a crociera, più confortevoli e più adatte ad una residenza di prestigio.
Ritornando sui nostri passi raggiungiamo il lato nord del castello dove visitiamo la stanza del signore. Ebbene si, il signore e la signora dormivano separati!
Infine la cappella castrense. La cappella fu fortemente voluta da Bonifacio di Challant il quale affida la sua decorazione al maestro del gotico internazionale Giacomo Jaquerio, pittore di fiducia dei Conti di Savoia.
Nella cappella fa bella mostra di sè una “Madonna della Misericordia” che protegge sotto il suo mantello i membri laici e religiosi della famiglia Challant, guidati dall’Imperatore Sigismondo e dall’antipapa Giovanni XXIII. L’antipapa??? e perché l’Antipapa? Questa è una lunga storia, narrata anche nei libri scolastici…. se volete scoprirla sarà necessario organizzare una visita, no?
Si ritorna al piano terreno dove di fronte a noi, nel cortile, troneggia un gigantesco S. Cristoforo, protettore dei viandanti. Una sorta di buon auspicio per coloro che lasciano il castello alla volta di nuove avventure…
Usciti dal portone di ingresso, ci ritroviamo nella lizza. Un giro intorno al corpo residenziale del castello consente di poter ammirare l’apparato difensivo fatto di feritoie, cinte merlate, muri scarpati, caditoie e … di faccine scolpite sulle torri. Si tratta di facce apotropaiche, maschere magiche che nel corso dei secoli hanno protetto il castello dagli assedi!
La giornata prosegue al Castello di Issogne, una lussuosa residenza di proprietà della famiglia Challant dal XIV al XIX secolo. La residenza iniziata da Ibleto di Challant alla fine del Trecento e completata da Priore Giorgio di Challant conosce per secoli grande splendore accogliendo numerosi visitatori che lasceranno con i loro graffiti testimonianza del proprioo passaggio proprio sui muri del castello! Alla fine dell’Ottocento il castello viene acquistato dal pittore torinese Vittorio Avondo che lo ristruttura e lo riarreda con grande senso filologico. Appassionato di Medioevo, Avondo vivrà all’interno del castello accogliendo numerosi amici ed organizzando con loro anche tornei in stile medievale!
La visita inizia dal cortile, le facciate del castello nel Quattrocento erano riccamente affrescate con stemmi araldici che costituivano una sorta di albero genealogico della famiglia Challant. In seguito si possono ammirare le famose lunette, affreschi raffiguranti scene di vita quotidiana, simbolo del buongoverno del signore ed infine la celebre fontana del melograno forgiata in ferro battuto. Regalo personale del Priore Giorgio a Filiberto di Challant in occasione delle sue nozze, una fontana con frutti del melograno e foglie di quercia, intrisa di significati simbolici voleva augurare ai giovani sposi unità e fecondità.
La visita al castello prevede l’ingresso nelle stanze del pian terreno dove ci sono la cucina e la sala da pranzo. Grazie ad una scala si accede al primo piano ed alla cappella castrense in cui fa bella mostra di sè un altare cinquecentesco. Saliti nuovamente di un piano si raggiunge il loggiato dove una frase sin antico francese ci ricorda di tenere a freno la lingua…
Superata la porta che affaccia su una scala a chiocciola, il tipico viret valdostano, si sale di un altro piano per raggiungere la camera del Priore Giorgio di Challant. Qui risiedeva il Priore, il suo stemma troneggia sull’ampio camino, mentre nel piccolo oratorio affrescato lo vediamo inginocchiato ai piedi della Croce.
Accanto la Stanza del Re di Francia, la stanza più bella e più ricca del castello fu realizzata per accogliere proprio il Re!
La visita prosegue scendendo di un piano e visitando la stanza di Marguerite de la Chambre, cugina del Priore. Stanza simmetrica a quella del Priore, ha anche essa un piccolo oratorio per le devozioni private della contessa raffigurata anche essa in un affresco.
Accanto la cosiddetta Sala d’armi, è la sala che raccoglie la collezione di armi di Avondo, armi usate nelle rievocazioni storiche e nei tornei che venivano organizzati nel castello alla fine dell’Ottocento.
Infine si torna al piano terrreno dove la Sala di Giustizia, così chiamata per la raffigurazione del Giudizio di Paride, accoglieva gli ospiti del castello. La sala era infatti la sala di rappresentanza del castello. Stanza riccamente affrescata, in cui sembra di stare su un loggiato sorretto da pilastri in marmo, cristallo ed alabastro ed ammirare il panorama. Un panorama anomalo per la Valle d’Aosta, si notano infatti fiumi navigabili e case a graticcio! Si riconosce però il vicino castello di Verrès, castello di proprietà della famiglia Challant e oggetto della nostra futura visita.
In seguito, si raggiungerà il vicino paese di Verrès per visitare l’omonimo castello.
Il Castello di Verrès esempio di castello monoblocco venne costruito per volere di Ibleto di Challant su una rocca che domina il fondovalle e l’accesso alla Val d’Ayas. Nel 1536 Renato di Challant fortificherà il castello adattandolo alle nuove tecniche di difesa. Abbandonato per lungo tempo sarà salavo dall’incuria alla fine dell’Ottocento dall’architetto Alfredo d’Andrade.
Il castello è accessibile attraverso una comoda mulattiera che parte dal centro del paese. La passeggiata consente già di ammirare l’apparato difensivo costituito da torrette poligonali da offesa, caditoie e di feritoie.
Superato il ponte levatoio e l’androne con tanto di caditoia dissimulata nella volta una piccola salita conduce all’ingresso del castello.
Superato l’ampio portone chiodato ci accoglie un androne che a sua volta conduce al cortile.
Il piccolo cortile quadrato nasconde un’ampia cisterna, attualmente chiusa, fondamentale per le riserve d’acqua del castello, soprattutto in caso di assedio!
Al pian terreno due ampi locali : l’uno ospitava le guardie, l’altro probabilmente le scuderie per poi trasformarsi in armeria nella metà del Cinquecento.
Si sale al piano nobile tramite dun monumentale scalone ad archi rampanti. Qui ci accoglie un bel portale gotico con un’inscrizione che ci ricorda il termine dei lavori del castello: 1390. Qui si accede a un’altra stanza dei soldati, collocata sopra l’androne, consentiva di difendere anche dall’alto l’accesso al cortile.
Accanto si trova la dispensa ed in seguito la sala da pranzo. Si prosegue poi verso la cucina, col suo monumentale camino ed infine nelle stanze dei signori che si affacciano sul cortile retrostante al castello e che conservano ancora le latrine trecentesche.
Il castello rivive ogni anno in occasione del Carnevale storico di Verrès che ripropone le gesta di Caterina di Challant e di suo marito Pierre d’Introd. Secondo la tradizione il 31 maggio del 1449, Caterina e consorte scesero a Verrès e dopo aver pranzato alla Collegiata di S. Gilles, si recarono nella pubblica piazza sottostante la chiesa. Al suono del piffero e del tamburo tutti si misero a ballare, e Caterina, lasciato il consorte, danzò con la gioventù del paese.