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Terme di Benetutti

È un paese antichissimo che conserva nel suo territorio tracce di insediamenti nuragici e romani...

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È un paese antichissimo che conserva nel suo territorio tracce di insediamenti nuragici e romani. Possiamo infatti trovare varie tombe dei giganti, domus de janas e costruzioni risalenti al neolitico. I romani hanno lasciato alcune tracce della loro permanenza sul territorio come dimostra, per esempio, la vasca termale che si trova all’interno delle terme di San Saturnino.

Benetutti è conosciuto infatti anche per le sue sorgenti termali che si trovano sparse qua e là per il suo territorio, conosciute fin dall’antichità e sono inevitabilmente legate alle leggende sulla nascita del nome del paese. Esistono tre stabilimenti privati e diverse sorgenti spontanee in cui è possibile fare liberamente il bagno.

Le Terme AURORA sono situate nel centro geografico della Sardegna, nel Goceano, una delle regioni isolane che ha la maggiore densità di domus de janas, grotticelle funerarie scavate nella roccia, ricca anche di nuraghi e tombe dei giganti. La piana di San Saturnino, dove sono ubicate le Terme AURORA, è dominata dalla graziosa chiesetta di San Saturnino, forse su un precedente nuraghe.La chiesetta venne realizzata sul finire dell’anno 1100 dagli abitanti di Usolvisi, un villaggio sulla sinistra del Tirso, nella piana delle sorgenti termali. La dedicarono al martire sardo Saturnino, come testimonianza del loro abbandono del culto pagano per il Cristianesimo. La chiesa è stata edificata su un preesistente nuraghe in una collina nelle immediate vicinanze di “caminu” e “logu” e dell’insediamento romano di Acque Lesitanae. Piccola di ampiezza, circa 7 metri per 3, è di architettura snella cui il sole al tramonto dà particolari suggestioni tingendone di rosso i blocchi di trachite. Nel 1163 la chiesetta venne data in dono ai Camandolesi di San Salvatore; da allora non si hanno altre testimonianze storiche. L’edificio, in perfetto stile romanico ed intatto in ognuna delle sue pietre ben tagliate, è un piccolo gioiello di architettura. La luce penetra all’interno da cinque piccole monofore, quattro ai lati e una nell’abside. Nell’angusto presbiterio, un altare in trachite, un elegante arco, una statua lignea del santo e la snella abside a catino.

Gonario di Torres costruì un ardito ponte, con le strutture architettoniche ancora oggi esistenti, a tre arcate, due laterali piccole, che servivano da sfiatatoio quando il fiume Tirso aumentava la portata, ed un’arcata centrale di 6,25 metri di altezza e di 5,50 metri di diametro. Si trova in località “Sa Terra Mala”, in agro Illorai. Lo si può vedere facilmente quando si percorre la strada Statale 128 bis. La lunghezza del ponte è di 24 metri e la sua larghezza è di 4,25 metri. Il materiale usato: pietre di color marron rossiccio, portate, a quanto pare, da una cava all’epoca esistente nel territorio di Bolotana. Si chiama Ponte Ezzu per la sua vetustà e per la sua armonia, perfezione e resistenza dimostrata a tutte le forze delle acque del Tirso anche quando raggiungeva il pieno dello straripamento. Per la sua conservazione ed armonia architettonica, è il ponte migliore di tutti gli altri costruiti, in Sardegna, nell’antichità.

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