Presentazione
Nella Dalmazia settentrionale, un rosario di 89 isole forma il Parco Nazionale Kornati, un’area dell’Adriatico che attrae un gran numero di appassionati di natura selvaggia e incontaminata. Il nome del Parco è dato dalle rocce a picco sul mare aperto chiamate, appunto, “corone”. Il Parco deve essere visitato soprattutto per le sue bellezze naturali. Tuttavia, per i patiti di storia, vi sono interessanti tracce antiche della presenza dell’uomo.
Quello di Kornati viene considerato l’arcipelago più esteso e ricco del mare Adriatico. Ospita infatti ben 147 isole, isolotti e scogli (di cui 89 all’interno del Parco) che occupano, per la parte emersa, una superficie di 69 kmq, dispersi su un’area marina di 234 kmq. L’isola maggiore, Kornati, che dà il nome all’intero arcipelago, occupa una superficie di quasi 33 kmq. Complessivamente l’arcipelago che si presenta con le isole disposte su quattro linee parallele in direzione nord-ovest / sud-est, si estende lungo 35 km di lunghezza e 13 di larghezza. I suoi confini sono formati a nord ovest da Dugi Otok, dalle isole Zirje a sud est dalle isole Pasman, Vrgada e Murter verso la terraferma e dal mare aperto verso sud-ovest, dove si trovano i picchi più alti rappresentati dalle scogliere a Klobukar (80 m), Mana (65 m), Rasip Veli (64 m).
Il parco
Il Parco protegge meno di un quarto dell’intero arcipelago. La prima decisione di proteggere l’arcipelago di Kornati venne presa dal governo croato nel 1967, ma la tutela riguardava solo le superfici emerse delle isole e non la parte marina, che venne tutelata nel 1980. Successivamente, per consentire un maggiore sfruttamento turistico, la superficie originale venne diminuita di un quarto nel 1988.
Le isole sono calcaree e sono ben visibili fenomeni carsici quali grotte, doline e cavità. Molti di questi fenomeni sonno osservabili anche sott’acqua, in quanto l’arcipelago venne separato dalla terraferma 25 000 anni fa quando, durante l’ultima glaciazione, il livello dell’Adriatico salì di quasi 100 m per lo scioglimento dei ghiacci.
L’arcipelago venne abitato dall’uomo già nel Neolitico; a lungo fu di proprietà di Zadar e in seguito di Venezia. Le isole non sono abitate permanentemente dal secolo scorso, ma vengono visitate periodicamente dai loro proprietari (il 90% delle isole appartiene agli abitanti di Murter, mentre il 10% a quelli di Dogi Otok). In alcune di esse vengono allevate pecore e coltivati olivi, fichi, mandorle e uva.
La natura
Non ci sono dubbi che sulle isole ci fossero foreste prima dell’arrivo dell’uomo che le ha tagliate per farne terre da coltivare e per pascolo, oltre che per procurarsi legna da ardere. La vegetazione è scarsa e ha lembi di macchia a leccio, olivastro e ginepro. Sotto il mare invece vivono 346 specie botaniche, di cui la maggior parte sono alghe rosse (222 specie).
Sulle scogliere nidificano cormorani dal ciuffo, falchi pellegrini e falchi della regina e lungo le coste vivono colonie di sterne comuni, berte maggiori e minori e strolaghe. Nelle aree interne il biancone, il falco grillaio e le averle. I mammiferi sono scarsi: a Kornat e Dugi Otok vive la faina che probabilmente appartiene a una sottospecie.
La fauna marina è una delle più ricche dell’Adriatico e comprende molte specie di pesci tra le quali ombrine, dentici, orate, gronghi, murene e circa 250 specie di invertebrati. Purtroppo la quantità di pesce non viene ritenuta soddisfacente, in quanto l’arcipelago soffre l’eccessivo sfruttamento e metodi di pesca illegali.
La visita
Non esistono centri visite del Parco.
È previsto un biglietto di ingresso giornaliero al Parco, individuale o di gruppo, per i visitatori. Per immergersi e per pescare sono necessari inoltre speciali permessi che comprendono l’accesso all’area protetta. I visitatori possono raccogliere ogni genere di informazioni e acquisire pubblicazioni, biglietti e permessi presso gli uffici del Parco aperti tutto l’anno.
Dimensioni
234 kmq (area marina compresa); altitudine da 0 a 80 m slm.
Come arrivarci
In barca: Il parco è localizzato a 7 miglia nautiche da Murter (isola raggiungibile dalla terraferma con un ponte) e circa 1 miglio nautico da Zadar nel nord della Dalmazia. Il Parco può essere raggiunto con qualsiasi imbarcazione privata o con servizi locali in partenza da Murter, Sibenik o da Zadar (informazioni sulle imbarcazioni e sulle agenzie turistiche autorizzate possono essere richieste direttamente al Parco).
Quando andare
Tutto l’anno.
Dove dormire
Sulla propria barca ancorandosi però nei 16 punti predisposti dal Parco; in alternativa agenzie turistiche di Mortar affittano cottage sulle isole occupandosi anche dei trasporti. È vietato il campeggio libero.
Dove mangiare
Sull’isola Panitula Vela esiste una piccola rivendita di generi non solo alimentari. Durante l’estate gli abitanti del luogo navigano tra le isole vendendo cibo e altro ai visitatori. Sono presenti ristoranti (aperti generalmente da maggio a ottobre) sulle isole di Levmaka, Vela Smokika, Kornat, Lavsa e Zakan.
Cosa fare
Vela, windsurf, canoa, immersioni, nuoto e osservazione della fauna.
Non esistono strutture del Parco per accogliere visitatori disabili.
Da non perdere nei dintorni
Zadar: mura con Porte di San Rocco, Porta del Mare e Porta della città, chiesa di San Donato del IX secolo,cattedrale di Santa Anastasia del XII-XII secolo, convento e chiesa dei francescani del 1200, chiesa di Sveti Krsevan del XII secolo, museo di arte sacra, museo archeologico, museo nazionale.
Sibenik: cattedrale di San Giacomo del XV secolo, municipio del XVI secolo ricostruito nel dopoguerra, Museo civico sulla storia della città, chiesa di San Giovanni, del XV secolo, chiesa del monastero di San Francesco del XIV secolo e chiesa di Santa Barbara con annesso museo con dipinti e sculture del XIV-XVIII secolo.
Isola di Tarac: piccola struttura rettangolare, di poco più di 10 m per 5 di una torre costruita nel VI secolo e usata sino al medioevo e dopo come punto di guardia. Nella stessa isola, sulla collina, resti di una fortificazione greca (illirica) di 3000-2000 anni fa. Ai piedi della collina chiesa medioevale di Santa Maria; in vicinanza i resti di un chiesa molto più grande e antica che probabilmente doveva essere stata costruita più o meno contemporaneamente alla torre.
Isola di Panitula: resti di una torre medioevale.
Isola di Piskera: resti di una chiesa del XVI secolo.