Presentazione
l Mulino di Moncione è stato il più grande dell’Elba, nato a ruota idraulica orizzontale, in seguito ampliato e modificato a ruota verticale. In pratica è stato costruito un nuovo mulino attaccato al precedente (la parte a Sud-Ovest), con nuove stanze meccaniche, nuovi ingranaggi e nuova ruota verticale a cassette. Utilizzando della struttura precedente solo la botte (dopo modifiche idrauliche) e poco più.
È il più grande e bel mulino dell’Elba. Originariamente di ridotte dimensioni, possedeva una ruota idraulica orizzontale (ritrécine) il cui asse era solidale con l’elemento superiore della macina, che scorreva con moto circolare sulla sottostante porzione fissa. E’ ancora visibile il locale a volta dove era collocato il ritrécine (carcinaio) e l’ambiente soprastante con le macine. Tra il 1880 ed il 1890 il mulino fu ampliato con l’introduzione di una grande ruota verticale a cassette ed un complesso sistema di ingranaggi per moltiplicarne la velocità; in tal modo, la produzione fu incrementata fino a 4 quintali all’ora.
Gli ingranaggi vennero trasportati a dorso d’asino, mentre l’asse della ruota – un solo pezzo da 12 quintali – fu condotto in parte sopra un carro e in parte trascinato a braccia. I Sanpieresi che avevano collaborato all’impresa furono poi invitati ad una grande festa tenutasi a Moncione per l’inaugurazione della struttura. Il grano si trasportava al mulino a dorso d’asino, e nel percorso di ritorno si riportava a casa la farina, il frutto di tanta fatica. Il mulino ha cessato di funzionare intorno al 1910. Nel 1935, in occasione della guerra d’Africa, le parti in ferro (ingranaggi ed asse) furono rivendute per 270 lire. L’edificio è tuttora integro; sono ancora visibili il bottaccio, la condotta forzata e i locali per la macinatura del grano.