Presentazione
Sicuramente uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia che testimonia l’antico rapporto tra natura e uomo, si trova in Basilicata, a Matera a pochi chilometri di distanza dal confine con la Puglia. Il Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, più semplicemente detto Parco della Murgia Materana, è caratterizzato da una roccia tenera costituita da profondi solchi che disegnano rupi, forre, grotte, gravine utilizzate dall’uomo che vi si è insediato sin dalla preistoria. Esso è compreso tra le contrade poste tra la S.S. 7, la S.P. Matera–Ginosa–Montescaglioso e la S.S. 175.
Sicuramente uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia che testimonia l’antico rapporto tra natura e uomo, si trova in Basilicata, a Matera a pochi chilometri di distanza dal confine con la Puglia.
Il Parco regionale della Murgia Materana si trova nella regione della Basilicata, in Italia, ed è una splendida area naturale caratterizzata da paesaggi mozzafiato e importanti siti archeologici. Ecco alcune delle attrazioni principali che puoi visitare all’interno del parco:
- Sassi di Matera: I Sassi di Matera sono uno dei principali punti di interesse nel parco. Questa antica città è stata scavata nella roccia calcarea e offre un panorama unico nel suo genere. Puoi passeggiare per le strette vie dei Sassi e ammirare le abitazioni, le chiese rupestri e le cisterne scavate nella roccia.
- Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano: Questo parco comprende numerose chiese rupestri, risalenti al IX secolo, che sono state scolpite nella roccia. Puoi visitare alcune delle chiese più importanti, come la Chiesa di Santa Maria de Idris e la Chiesa di San Pietro Caveoso, e ammirare gli affreschi medievali e gli elementi architettonici unici.
- Gravina di Matera: La Gravina di Matera è una spettacolare gola che attraversa il territorio del parco. Puoi esplorare il sentiero panoramico lungo la riva della gravina e goderti una vista mozzafiato sui suoi pendii ripidi e le pareti rocciose.
- Villaggio Neolitico di Murgia Timone: Questo sito archeologico risale al Neolitico e offre un’importante testimonianza dell’insediamento umano nell’area. Puoi visitare le antiche case, i dolmen e le tombe risalenti a oltre 7.000 anni fa.
- Grotte e doline: Il Parco della Murgia Materana è famoso per le sue numerose grotte e doline. Puoi esplorare queste formazioni carsiche uniche, tra cui la Grotta dei Pipistrelli e la Dolina di San Giuliano.
- Sentieri escursionistici: Il parco offre una rete di sentieri escursionistici ben segnalati che ti permettono di esplorare l’area a piedi o in bicicletta. Potrai immergerti nella natura incontaminata, ammirare la flora e la fauna locale e goderti panorami spettacolari lungo il percorso.
Queste sono solo alcune delle attrazioni principali all’interno del Parco regionale della Murgia Materana. Assicurati di prendere il tempo necessario per esplorare l’area e scoprire le sue meraviglie naturali e culturali.
Uomo e Territorio
L’uomo ha popolato la Murgia sin dai tempi preistorici, con stazionamenti risalenti al Paleolitico (Grotta dei pipistrelli) e all’epoca Neolitica (villaggio di Murgecchia, di Murgia Timone e di Trasanello). Numerose testimonianze di queste fasi si conservano presso il Museo Nazionale “Domenico Ridola” a Matera, mentre testimonianze del periodo greco (VIII-VII secolo a.C.) e romano (dal III a C.) affiorano più numerose sul versante di Montescaglioso.
Si suppone che nel corso di questi secoli il territorio murgico fosse dominio di pastori e mandriani che abitavano in piccoli villaggi ricavati dall’adattamento di piccole caverne naturali.
Flora
La flora del Parco Regionale della Murgia Materana comprende 923 specie, cioè circa un sesto dell’intera flora nazionale e un terzo di quella regionale: un numero ragguardevole per un’area di circa 8000 ettari di superficie.
Un centinaio sono le specie rare e rarissime tra cui molte entità di irradiazione mediterraneo-orientale, 61 quelle di nuova segnalazione per la flora lucana e ben 36 sono le specie endemiche e subendemiche cioè quelle entità con areale costituito da aree geografiche abbastanza ristrette.
Geologia
Gli elementi geologici che maggiormente attirano la curiosità del visitatore sono rappresentati dagli ammassi rocciosi che “intrappolano” i gusci fossili e dalla suggestiva forra denominata Gravina di Matera. Essi registrano, nelle tappe fondamentali, l’evoluzione geologica dell’area ricadente nel Parco, che parte da circa 80 milioni di anni fa.
Le rocce più rappresentative affioranti nel Parco sono di origine sedimentaria, formatesi in ambiente marino. Tali rocce sono costituite da granuli carbonatici, cioè composti da carbonato di calcio (CaCO2), motivo per cui sono definite “rocce carbonatiche”.
Sia per la zona pugliese che per l’adiacente zona materana, esse sono state separate dai geologi in due differenti gruppi di rocce, ognuno con proprie peculiarietà e formalmente denominati “Calcare di Altamura” e “Calcarenite di Gravina”.
Il “Calcare di Altamura”, più antico, è caratterizzato da rocce con granuli prevalentemente microscopici e in minor parte riconoscibili ad occhio nudo, rappresentati da gusci di animali marini, o frammenti di essi, e da alghe. I gusci più evidenti e più diffusi sono quelli appartenenti alla famiglia delle Rudiste, animali bentonici (cioè che vivevano a diretto contatto col fondale marino) risalenti, come i dinosauri, al periodo del Cretaceo (tra circa 140 e 65 milioni di anni fa) e che si sono sviluppati in zone caratterizzate da clima tropicale. I gusci delle Rudiste somigliano a dei corni, che, in diversi casi, raggiungono alcuni decimetri di lunghezza. In particolare, le Rudiste del Parco, lunghe non più di una quindicina di centimetri, risalgono all’epoca Cretaceo Superiore (tra circa 80 e 65 milioni di anni fa), ad indicare che le rocce del “Calcare di Altamura”, di cui esse sono parte integrante, risalgono alla stessa epoca.
Alla fine del Pleistocene Inferiore (cioè a partire da circa 1 milione di anni fa), inizia una nuova fase di sollevamento, che si protrae fino ai nostri giorni; si assiste, quindi, ad una progressiva emersione della zona formata dalle rocce del “Calcare di Altamura” e alla Calcarenite di Gravina”. In questa fase si instaurano una serie di corsi d’acqua tra cui il Torrente Gravina di Matera, che, grazie alla sua capacità erosiva, si approfondisce gradualmente nella “Calcarenite di Gravina”, prima, e nel sottostante “Calcare di Altamura”, dopo, fino a raggiungere la sua attuale posizione. In conclusione, il risultato dell’erosione da parte del Torrente Gravina di Matera è la suggestiva forra denominata Gravina di Matera.