Presentazione
Montagne e valli incantate, piante stupende e una grande varietà di animali, costituiscono un patrimonio di biodiversità che merita di essere amato e soprattutto protetto.
Il Parco ricomprende i territori già ricadenti nello “storico” Parco Nazionale della Calabria (1968). Tutela aree di rilevante interesse ambientale in Sila piccola, Sila grande e Sila greca per complessivi 73.695 ettari. Favorisce il mantenimento e Io sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali, artigianali, sportive, enogastronomiche, turistiche. Promuove ed incentiva le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni residenti all’interno del Parco. Provoca lo sviluppo ecocompatibile del comprensorio, crocevia del Mediterraneo di storia, arte e culture succedutesi nei secoli. È nato un Parco, nel “Gran Bosco D’Italia”, in cui si ammirano paesaggi mozzafiato, che suscitano profonde emozioni, che invitano alla visita ed al soggiorno.
Riserve Naturali
Nove sono le riserve naturali biogenetiche. Fra queste, degne di nota sono “I Giganti di Fallistro”, 50 colossali alberi di pino con oltre 400 anni di età ed altri 5 di acero montano della stessa età, e la Riserva “Golia-Corvo”, area di diffusione e ambientamento dei cervi, dove ne vivono circa 150 esemplari.
Le altre riserve naturali statali biogenetiche sono: “Gallopane”, “Tasso-Camigliatello”, “Poverella-Villaggio Mancuso”, “Coturelle-Piccione”, “Gariglione-Pisarello”, “Macchia della Giumenta – S. Salvatore”, “Trenta Coste” istituite con Decreto del Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste del 13 luglio 1977.
Paesaggi
Le origini dell’altopiano della Sila sono da ricondurre ad epoca geologica ben più remota di quella dell’orogenesi appenninica.
Il paesaggio silano è la risultante del particolare ambiente fisico, vario e scarsamente tormentato, sul quale si adatta una diversificata fauna, una complessa vegetazione ed una presenza umana moderata, che costituiscono sistemi interagenti. Si evidenzia una pluralità di paesaggi che vanno dal tipo montano a quello collinare ed a quello pianeggiante suddiviso in alluvionale, vallivo ed a terrazze.
Nel paesaggio forestale, dotato di una elevata biodiversità, si inserisce un patrimonio boschivo, di notevole provvigioni e di considerevole valore ecosistemico, che va di conseguenza adeguatamente salvaguardato e conservato.
Esistono ambiti territoriali marginali, trascurati dai moderni processi di sviluppo, in cui si riscontrano siti nei quali le risorse e i valori sono stati conservati in una sostanziale integrità. Gli stessi è necessario che vengano utilizzati, dalle comunità locali, in modo ottimale allo scopo di favorirne il ricupero, la stabilità e la durata.
Il paesaggio agrario è più specificamente il risultato di un’interazione tra uomo e ambiente, in continuo divenire soprattutto come conseguenza del variare delle condizioni sociali, ma anche dell’evoluzione della cultura e dei progressi della tecnica agraria.
Il paesaggio agricolo della Sila è stato scarsamente modificato dall’impatto tecnologico e ciò ha evitato che prendessero il sopravvento le esigenze umane sulle caratteristiche che nei secoli l’ambiente naturale aveva conservato.
L’agricoltura silana, in gran parte, la si può ancora definire di tipo tradizionale, gli equilibri, che nei tempi si sono stabilizzati, si sono sostanzialmente mantenuti, evitando erosioni genetiche significative e sostanziali cadute di diversità.
Il processo di crescita degli insediamenti umani in ambiti rurali e periurbani è stato moderato nella gran parte dei siti.
Necessita comunque normalizzare eventuali eccessi di pressione antropica regolando le tendenze di trasformazione e di uso del suolo, proteggendo gli ambiti dotati di forte valenza naturalistica ed ambientale e diversificandone tempi e modi di godimento.
Si dovrà in definitiva tendere a favorire l’integrazione dei processi di sviluppo con le particolari peculiarità di cui sono dotate le aree interessate, sviluppando una confacente progettualità che sia in grado di valorizzare la risorsa paesaggistica della Sila esaltando nel contempo le funzioni di pregio che sono già tenute in debita considerazione. Buoni risultati potranno essere ottenuti con la messa in atto di adeguate politiche di riequilibrio territoriale e di coesione sociale.
Si potrà così offrire, anche nell’avvenire, al turista in visita al Parco la possibilità di ammirare ancora un paesaggio in gran parte conservatosi primitivo, integro, attraente, suggestivo.
Produzioni Agricole
La lavorazione della terra è stata sempre fonte di vita e di sussistenza per le genti silane. Le estese colture cerealicole di una volta, per lo più di grano ed avena, i coltivi a frutteto: peri, meli ed amareni; le diverse specie orticole – tra le quali, connotativa dell’altipiano, spicca la patata (foto sotto: coltivo di patate) per varietà produttiva e per estensione – hanno conservato, delle vecchie coltivazioni, caratteristiche biologiche e intensità produttiva tali da permetterne una prestigiosa riqualificazione e riconoscimenti di tipicità.
Della castagna, ancora oggi vanto di una fiorente economia, restano ormai desueti vecchi pastillari, dove il frutto raccolto, affumicato e seccato, veniva successivamente riunito in collane.More di rovo (foto sotto), lamponi e fragoline di bosco, più che colture, restano vero, copioso dono del sottobosco silano. Trasformati in gustose marmellate, confetture o canditi, aromaticamente esaltati dall’artigianalità della lavorazione, diventano espressione di una fervida fantasia cuciniera e indotto notevole per l’economia artigiana del Parco.
Favoriti dall’ambiente del vasto bosco silano, notevole è l’apporto economico legato alla raccolta, all’utilizzo ed alla conservazione dei funghi, avvalorato dalla moltitudine di sagre che da sempre vengono svolte nei comuni e nei villaggi del comprensorio. La variegata possibilità di trattarli, per immetterli sul mercato, evidenzia l’articolata capacità imprenditoriale delle genti silane. Un buon riscontro economico è rappresentato ulteriormente dall’industria conserviera di altri ortaggi dove primeggiano melanzane, pomodori essiccati, peperoni e peperoncini trattati nei modi più svariati, connotativi di una identità e diventati insostituibili nelle tipiche ricette calabresi, che dimostrano sempre più qualificati apprezzamenti da parte dei turisti di diversa provenienza.