Presentazione
Questo Giardino ha oltre 350 anni di storia. Venne realizzato tra il 1665 ed il 1696 da una delle più ricche ed importanti famiglie Veneziane, la famiglia Barbarigo, come voto so lenne a Dio per sconfiggere la Peste del 1630/31.
E’ un luogo concepito come passeggiata allegorica per trasmettere al visitatore un messaggio positivo, di una vita dove le difficoltà si affrontano e dove una soluzione c’è sempre, una vita dove ogni tanto è bene fermarsi a meditare, una vita dove il tempo è prezioso e va vissuto intensamente, con gioia, in attesa dell’eternità.
Un percorso tra Natura e Arte rimasto intatto nei secoli dove la bellezza di madre natura si fonde in perfetta armonia con la bellezza forgiata dalla mano dell’uomo.
In questo Giardino c’è un labirinto in bossi di circa 400 anni, probabilmente il più antico al mondo del suo genere, e ci sono pareti di bosso alte fino a 5 metri, uniche al mondo. Ci sono alberi dai 300 ai 900 anni d’età, esemplari ultrasecolari provenienti da quattro continenti (Asia, America, Africa e Europa).
Il nostro intento, come tutti i proprietari che nei secoli sono stati custodi attenti e scrupolosi, è di proteggere e tutelare questo patrimonio storico, artistico e botanico. La famiglia Pizzoni Ardemani, proprietaria dal 1929, ringrazia i visitatori per il loro concreto e prezioso aiuto nel mantenimento di questo luogo Patrimonio dell’Umanità.
Padiglione di Diana
Il ‘Padiglione di Diana’ o ‘Portale di Diana’ era l’entrata principale via acqua alla tenuta dei Barbarigo nel 17o e 18o secolo e fu una delle prime opere costruite del progetto del Bernini (inizio lavori circa 1662). Probabilmente, questa superba e imponente porta d’ingresso rappresenta uno dei luoghi più importanti di tutto il complesso monumentale, infatti, non significava solo l’accesso alla dimora dei Barbarigo sottolineando la grandezza del posto in cui si stava entrando, ma era l’inizio del percorso di salvificazione voluto dal Santo Gregorio Barbarigo.
Il labirinto
Il ‘Padiglione di Diana’ o ‘Portale di Diana’ era l’entrata principale via acqua alla tenuta dei Barbarigo nel 17o e 18o secolo e fu una delle prime opere costruite del progetto del Bernini (inizio lavori circa 1662). Probabilmente, questa superba e imponente porta d’ingresso rappresenta uno dei luoghi più importanti di tutto il complesso monumentale, infatti, non significava solo l’accesso alla dimora dei Barbarigo sottolineando la grandezza del posto in cui si stava entrando, ma era l’inizio del percorso di salvificazione voluto dal Santo Gregorio Barbarigo.
L’intero percorso del labirinto, lungo circa un chilometro e cinquecento metri, comporta ottomila metri quadrati di spalliere potate annualmente. Occorrono millecinquecento ore di lavoro con tosasiepi manuali e motorizzati (comunque sempre guidati a mano!) con l’aiuto di scale, metri, livelle e fili a piombo.
L’isola dei conigli
L’Isola dei Conigli o Garenna, unica superstite nei pochi giardini d’epoca ancora esistenti, sta a simbolo della immanenza, cioè, della condizione comune degli esseri viventi limitati dal corpo stretto fra i confini dello spazio e del tempo, ed è in contrapposizione con la monumentale Statua del Tempo che si trova di fronte, ad Est del Viale Centrale.
Monumento del tempo
Un giardino ecostenibile e che ama la natura
Info e visite
Per organizzare la vostra visita trovate tutte le info sul sito ufficiale.