Che bella sensazione si ha già all’ingresso del Ristorante Kuppelrain di Castelbello (BZ): un luogo accogliente, molto caldo e raffinato, senza eccessi. Quando vi si giunge, l’impressione è di trovarsi in un ambiente familiare, dall’eleganza dei tempi che furono, ma al tempo stesso semplice, orgoglioso di ergersi in quel posto, in quella terra, fiero di essere il custode di persone modeste, galanti e cordialmente garbate. Sonya Egger, sommelier, definita la donna del vino, e Jorg Trafoier, chef con una stella Michelin, sono i titolari (oltre che marito e moglie), e mettono tutta la loro anima, estrosità ed eleganza nell’accoglienza degli ospiti.
E su questi aspetti, cioè territorialità e stagionalità, prevalentemente sotto l’egida del bio, J?rg non transige. La sua cucina reinterpreta ricette tradizionali con un tocco sofisticato, dove il gusto calibrato degli ingredienti mette d’accordo tutti quanti.
E così, si palesa nel piatto la pera Pala sotto forma di gelato (ma non solo): alla notizia che oggi esistono in tutto circa quaranta piante di questa varietà, l’assaggio lo prolungo in un silenzio quasi sacrale, per non perdermi nemmeno un istante del pregiato alimento. Le albicocche sono viste come gemme preziose dal magico potere di trasformarsi in ricette dolci e salate (non mi stupirei di vederne una sotto forma di carrozza trainata da topolini).
Pane fatto in casa con grano integrale della Val Venosta, agnolotti di farro su crema di pomodoro e verdure, gnocchi di patate bio locali su crema di formaggio di malga con grappa di pinot nero, e poi ancora e ancora. quasi riduttivo descrivere i piatti, perché bisogna guardarli e assaggiarli, come vere e proprie opere d’arte gastronomiche.
Sonya, dai modi di fare di regina del castello, al tempo stesso semplici e delicati, è sempre alla ricerca dell’accostamento ideale di vini di particolari produzioni. A ogni goccia versata nel bicchiere, la donna del vino si prodiga in spiegazioni, più o meno tecniche, e suggerisce dolcemente il percorso degustativo.
Tavolo con vista
Se si è fortunati, ci si può sedere al tavolo davanti alla finestra e contemplare il panorama che offre la natura e il Castelbello; quest’ultimo è un edificio del XIII° secolo recentemente ristrutturato, oggi ospita una mostra permanente sulla romana via Claudia Augusta e una cappella romanica finemente affrescata.
L’edificio del Kuppelrain ha una bella facciata in stile Liberty sostenuta da una solida struttura in pietra, ardesia e mica (un minerale) del Sonnenberg (Monte Sole). Era un albergo con un’apprezzata cucina già nel 1908, anno di fondazione. Sonya e J?rg, insieme ai loro figli, sono subentrati nel 1988.
Ospitalità raffinata
Il Kuppelrain, ancora oggi, oltre a essere un pregiato ristorante è anche albergo. Dispone, infatti, di belle camere, ciascuna delle quali arredata in modo differente e decorata con dipinti di artisti altoatesini di fine Ottocento – inizi Novecento.
L’arredamento antico si fonde armoniosamente con la tecnologia e le comodità moderne. Lungo il corridoio dell’area notte, al piano superiore, la proprietà ha conservato una parete in pietra, senza intonaco, a documentare il rispetto verso la pregiata arte di costruzione utilizzata per l’edificio.
Il restauro ha impiegato materiali locali. Il marmo bianco, per esempio, arriva dal comune di Lasa in Val Venosta, un materiale talmente di casa che la gente del posto in tenera età lo utilizzava sotto forma di cubetti per costruire castelli (una sorta di antesignano del Lego). Quegli stessi cubetti, ora, sono serviti per decorare l’area d’ingresso del ristorante. Il legno proviene dai boschi locali ed è stato lasciato al naturale, perché non si spezzi quella linea armonica che si è creata con i mobili antichi di stanze e ristorante.
Per chi non ha voglia di prendere la macchina, il Kuppelrain si trova proprio di fronte alla piccola e caratteristica stazioncina ferroviaria di Castelbello, fresca di ristrutturazione e più operativa che mai. Alla fine, mi sono portata a casa una bella cassettina riempita con barattoli di ciliegie sciroppate, marmellata di fragole, succhi di frutta, così veri da non riconoscerli, abituati ai cloni dall’industria moderna. Che sapore, più vero e puro che mai! L’originale aroma di certi frutti, seppur conservati, racconta tutta un’altra storia. Io non la conoscevo così bene, tanto da dover reimpostare il data base delle mie papille gustative.
Castelbello è anche il punto di partenza di numerose escursioni, a piedi o in bicicletta tra boschi di castagni e conifere, lungo i sentieri delle rogge (Waalwege), attraverso i frutteti e i vigneti, fin verso le cime e i laghi alpini della catena che separa Venosta e Val d’Ultimo.