Presentazione
Il parco
Il Parco è stato istituito nel 1952 e comprende il massiccio del Pirin, formato da rocce calcaree e graniti, lungo 80 km e largo 30, tra le valli dei fiumi Struma e Mesta. La zona da tempo è conosciuta per la sua bellezza; il nome deriva dal dio delle tempeste Perun, che si dice abbia regnato su quest’area. Il Parco comprende 79 cime che superano i 2500 m di altezza tra cui il Virhen che con i suoi 2918 m è la montagna più alta dell’area. I processi geologici e glaciali hanno modellato notevolmente il territorio che presenta ben 35 circhi e 186 laghi che si trovano a un’altezza tra i 2000 e il 2715 m. Il Parco è stato dichiarato nel 1983 patrimonio mondiale dall’Unesco. All’interno dei suoi confini vi sono due riserve. Quella di Bayuvi Doupki-Dzhindzhiritsa di 2873 ettari, istituita nel 1979 e dichiarata dall’Unesco riserva della biosfera, che viene utilizzata per ricerche sistematiche su alcuni elementi caratteristici del Parco. La seconda riserva è quella di Yulen, di 3156 ettari, che protegge in modo più rigido porzioni dell’ecosistema alpino, sub alpino e forestale. Il Parco riveste per la Bulgaria un’importanza particolare; le montagne infatti sono state teatro di importanti eventi storici e hanno ospitato movimenti partigiani. I villaggi hanno dato i natali a intellettuali, poeti e rivoluzionari bulgari.
La visita
Non esistono centri visita del Parco. Il Parco è percorso da una buona rete di sentieri tra cui una sezione dell’E4, un tracciato che attraversa l’Europa e che conduce nel cuore del Pirin. Il campeggio libero è proibito, ma nel Parco vi sono numerosi rifugi, sparsi tra le montagne, che possono costituire una buona base di appoggio per le escursioni, a un prezzo più che ragionevole. Tra i sentieri più conosciuti quello che conduce al circo Kazanite, nella parte nord orientale del Parco. Un sentiero ben segnato, che parte dal rifugio Bunderitsa, attraversa una foresta di pini macedoni prima di sbucare all’aperto e risalire lungo due circhi, privi di specchi d’acqua. I circhi sono contornati da una lussureggiante flora alpina e nella zona è spesso possibile avvistare camosci.
La natura
Le foreste occupano circa l’80% del Parco; il 53,2% sono formate da conifere con pini neri, pini silvestri, abeti rossi e bianchi e pini macedoni, soprattutto nelle aree granitiche. Nelle quote minori boschi misti di faggi, ontani e noccioli che si mescolano alle conifere. Nel Parco vivono alcune piante plurisecolari. Nella riserva di Bayuvi diversi esemplari di pino macedone hanno 250-300 anni di vita e raggiungono un’altezza di circa 40 m. L’albero più vecchio del Parco è un pino loricato che vive alle pendici del Vihren: ha circa 1300 anni e ha un tronco di quasi 8 m di circonferenza. La flora del Parco è composta da circa 110 specie, di cui alcune molto rare e 30 endemiche. Nel Parco vivono complessivamente 172 specie di vertebrati, 114 delle quali sono considerate minacciate. Tra i mammiferi (42 specie) la lontra, il lupo, l’orso, la martora, il gatto selvatico, il camoscio balcanico e diverse specie di pipistrelli, alcuni in pericolo di estinzione. Tra gli uccelli (102 specie) l’aquila reale, il gallo cedrone, il picchio nero, il picchio tridattilo e il codirosso. Le specie di rettili sono 14, tra cui la vipera, 10 quelle di anfibi e 4 di pesci.
Da non perdere
Melnik: cittadina con strette e pittoresche stradine che ospita un centinaio di case storiche, restaurate e visitabili a pagamento.
Da segnalare la Kordopulova kasta e la Pasova kasta. Da vedere anche la chiesa di Sveti Nikola Cudotvorec (S. Nicola Taumaturgo).
Sandanski: fontana turca del 1834 e Istoriceski Muzej che ospita numerose stele funerarie romane.
Bansko: porta d’ingresso al Parco, è una piccola cittadina con il centro particolarmente ben conservato, dove si distinguono numerose case caratteristiche somiglianti a piccole fortezze. Tra queste la Sirlestova kasta, la Veljanova kasta, la Todeva kasta. Da visitare la chiesa della Santissima Trinità, una delle più belle della regione, che ospita affreschi e opere della scuola di Bansko. Nel cortile della chiesa la statua di Peyu Yavorov, poeta e rivoluzionario bulgaro che amava ispirarsi particolarmente in questa zona. Inoltre la chiesa della Vergine (Sveta Bogorodica) del XIII secolo. Rozenski manastir: fondato nel medioevo e ricostruito nel XVIII e XIX secolo, presenta lunghe balconate in legno. È evidente l’influenza nell’architettura dei monaci bizantini provenienti dal monastero di Viron sul monte Athos.
Info
In treno: Sandarski è raggiungibile in treno con la linea Sofia-Atene
Da giugno a settembre. A Bansko e Sandanski campeggi e alberghi, Melnik (hotel e case d’epoca). A Bansko, Razlog, Melnik e Sandanski ristorantini e alimentari. Escursionismo a piedi e in bicicletta. Non esistono aree attrezzate per accogliere disabili.