Presentazione
Finalmente liberi! In cerca di un’alternativa ai rigidi protocolli da seguire per prenotare una spiaggia “tradizionale”? Voglia di una nuotata into the wild? Incuriositi dal mix mare-montagna e dagli itinerari in salsa geologica? In cerca di percorsi off-track alla scoperta di profonde gole dalla storia misteriosa? Volete condire il tutto con una gita culturale? La Val Mastallone è curiosamente tutto questo!
Questa valle laterale della Valsesia, riconosciuta sito di importanza comunitaria per il suo elevato valore ambientale, è una valle stretta e poco abitata ricavata dal millenario lavorìo del suo meraviglioso torrente, il Mastallone, caratterizzato dalla più pura delle acque.
In pochi chilometri si succedono una serie di spiagge nascoste le cui piscine naturali offrono acqua cristallina, le cui trasparenze fanno pensare a latitudini ben più esotiche. E’ proprio questa caratteristica che mi ha ispirato il nome di una delle spiagge più belle di questa valle, El Caribe.
Questo sito, che si raggiunge con un incantevole sentiero nel bosco, è davvero una meraviglia della natura: la parete rocciosa in sinistra orografica cade a picco sul torrente, praticamente verticale, ma verdissima, popolata com’è da arbusti e veri e propri alberi. La spiaggia principale è esposta al sole dalla tarda mattinata e per tutto il giorno, ma può contare su spazi sovrastanti, curiosamente disposti ad anfiteatro, sempre all’ombra, che seducono gli amanti del “barbecue vista fiume”.
La piscina naturale è grande, e si forma grazie ad un profondo (fino a più di 3 metri) accumulo d’acqua successivo ad una rapida che, perdendo gradualmente profondità, si estende per 150 metri incanalandosi poi in una nuova rapida. Fatevi trascinare qui dalla corrente, presso un piccolo salto dell’acqua e accomodatevi, come un re sul suo trono, per godervi la potenza dell’acqua in quello che è un favoloso idromassaggio naturale!
Dopo un tuffo rinfrescante, scaldatevi sulla sabbia calda e fate viaggiare lo sguardo oltre il verdissimo anfiteatro montano che vi circonda fino al cielo blu: non è raro osservare, centinaia di metri più in alto, rapaci che planano disegnando cerchi concentrici. Ascoltando il fragoroso silenzio della natura e lo scorrere dell’acqua vi addormenterete piacevolmente.
Non rilassiamoci troppo e riprendiamo il cammino! Il sentiero rientra in un fitto bosco di faggi per sbucare in un’altra spiaggetta di fine sabbia chiara che mi ha ispirato un nuovo nome esotico, Tropicali.
Potete rilassarvi qui o proseguire l’avventura: abbandonando il sentiero si può proseguire off-track via torrente fino a raggiungere un’alta, strettissima gola percorsa la quale il torrente crea una piscina naturale profonda, verdissima e dalle trasparenza caraibiche. Qui l’acqua, costretta da strette pareti rocciose, si incanala veloce e possente scavando da millenni il suo greto fino a 10 metri di profondità. Se alzate lo sguardo vedrete, 40 metri più in alto, un ponte letteralmente aggrappato alle due sponde della gola, così plastico nella sua posa da assomigliare a quelle colate di sabbia bagnata che facevamo da bambini. E’ anche possibile raggiungere il ponte dall’alto e percorrerlo apprezzando la vista mozzafiato della gola sottostante.
By adirricor – panoramio, CC BY 3.0
Leggende locali raccontano che il ponte sarebbe opera del diavolo in persona che, secondo un patto fatto con un santo eremita, lo avrebbe costruito in cambio dell’anima che per prima avesse attraversato il ponte e la profondissima gola. L’eremita avrebbe superato in astuzia Satana facendo passare per primo sul ponte un maiale. Da allora il diavolo, risentito per la beffa subita e desideroso di vendetta, sarebbe rimasto nascosto nell’Orrido, alla ricerca di nuove anime da corrompere. Durante un recente restauro, è stata scoperta una pietra recante la data del 721 d.C., cioè di epoca longobarda, ma potrebbe trattarsi di residuo di altro ponte precedente, perché l’ipotesi più accreditata è che il ponte sia stato edificato nel XV secolo. Il ponte, interamente costruito in pietra, fu realizzato per garantire le comunicazioni tra le mulattiere di destra e sinistra orografica della Val Mastallone, un vero e proprio reticolo di sentieri costruito per unire i minuscoli insediamenti montani nati nel tempo.
La Val Mastallone non è dunque solo wild swimming. Non tutti sanno che questa splendida valle è stata teatro, 300 milioni di anni fa, dell’esplosione del c.d. Supervulcano i cui resti sono ancora oggi visibili in un geoparco diffuso che si estende fino alla Valsesia. Potrete comodamente prendere il sole sulla lava, è proprio il caso di dirlo!
Dal punto di vista etnico, questa valle è la culla della comunità Walser, una popolazione di origine germanica e tradizioni nomadi che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa. Sono decine i borghi rurali e gli insediamenti lasciati da questa cultura sparsi per la valle di cui il più antico è quello di Rimella, dove è possibile visitare il Museo Walser, ambientato in un’antica casa sapientemente restaurata.
Non perdetevi la visita di Varallo dove il Mastallone termina la sua corsa nel Sesia. Tra le attrazioni di questa bella cittadina, adagiata su una rupe dalla quale si apprezzano viste panoramiche sulla valle, è il Sacro Monte di Varallo, un complesso monumentale iniziato alla fine del XV secolo e dichiarato Patrimonio dell’UNESCO. Si tratta di una vera e propria “cittadella sacra” concepita per ovviare alla crescente minaccia turca per i pellegrini che si recavano in Palestina riproducendone i principali santuari, ossia creando una “Terra Santa in miniatura”. Composto da quasi 50 edifici, questo itinerario religioso narra, attraverso affreschi e statue di altissimo livello artistico, scene della vita di Gesù e Maria.
Le cose da fare non mancano in Val Mastallone e, se decidete di fermarvi più di un giorno, vi sono diverse soluzioni ricettive per tutti i gusti e le tasche. B&B che affacciano le loro stanze sul torrente, dove addormentarsi al piacevole gorgoglio dell’acqua e svegliarsi praticamente in spiaggia, così come agriturismi immersi in fitti boschi di castagno che offrono la ricca cucina incentrata sulla tradizione locale e i prodotti di produzione propria.