Presentazione
Il parco
Nel 1952 fu Josè Antonio Valverde, naturalista spagnolo, il primo a sollecitare la costituzione di un’area protetta che tutelasse questa zona. Nel 1957 una spedizione scientifica coordinata dal Nobel Julian Huxley sottolineò ulteriormente l’importanza di creare un Parco. Nel 1964 venne quindi istituita una riserva di 6800 ettari e una stazione biologica, sino ad arrivare al Parco vero e proprio nel 1968. Nel Parco si riconoscono principalmente due zone: un’area ‘umida’, formata da zone palustri e una ‘secca’ costituita da ambienti boschivi e con macchia mediterranea. Nelle zone umide, con acqua abbondante durante il periodo invernale, si distinguono i canos, depressioni del terreno allagate periodicamente, i lucios, le lagune salmastre, i paciles e vetas piccole elevazioni del terreno. Con la primavera le zone umide vengono colonizzate da migliaia di uccelli Nell’area secca del Doñana, in particolare la zona settentrionale, piccoli boschi di querce da sughero (le cosiddette Doñana aviaries, che offrono riparo e un ideale posto di nidificazione per aironi e altre specie di uccelli), dividono la zona umida da quella a boscaglia, formata dalla macchia mediterranea. Le dune rappresentano uno degli aspetti più spettacolari del Parco, il cui profilo viene continuamente modificato dal vento. Quando le sabbie si imbattono in una pineta, progressivamente la circondano, formando i cosidetti corrales, sino a ricoprire gli alberi. Lo sviluppo del territorio sta però minacciando il Parco: l’agricoltura ha contribuito a inquinare le acque delle zone umide con pesticidi, mentre cani e gatti inselvatichiti mettono in pericolo la fauna locale. Anche il turismo con insensati progetti di valorizzazione delle aree circostanti rischia di rovinare l’area protetta.
La visita
Nel Parco sono presenti 5 centri visita di cui 3 all’interno del Parco o nelle sue immediate vicinanze. El Acebuche: è il principale centro visita del Parco da cui iniziano le escursioni: oltre a essere un punto informativo per l’area, ospita una mostra permanente sul Parco, una sala proiezione in cui viene mandato in onda di continuo un film sul Parco, un bar, un negozio e un punto di prenotazioni per le visite, sentieri-natura e capanni di osservazione degli uccelli. La Rocina: è un centro interpretativo per l’Arroyo de la Rocina, uno dei più importanti corsi d’acqua che confluiscono nelle zone umide del Doñana e per il patrimonio storico della vicina cittadina di El Rocio. Ospita anche un sentiero didattico. Palacio del Acerbon: ospita una mostra etnografica sul Doñana. Si trova prossimità di una delle poche zone dove esiste la foresta ripariale. È un punto informativo da cui parte un sentiero interpretativo dell’area circostante. Gli altri due centri visita sono a Siviglia e a Sanlùcar de Barrameda in provincia di Cadice; presso quest’ultimo è possibile fare le prenotazioni delle visite. L’unico modo per visitare il Parco è con un tour in jeep organizzato dal Parco stesso, prenotabile presso i centri visita di El Acebuche, La Rocina e di Sanlùcar de Barramela. Le visite sono due volte al giorno, durano alcune ore, e si svolgono lungo i cinque percorsi definiti dal Parco stesso, della lunghezza di circa 70 km. I tour partono da El Acebuche e La Rocina. È possibile comunque godere la natura del Doñana senza essere necessariamente costretti al tour in jeep, armati di un binocolo dal ponte di El Rocio o dagli osservatori ai confini del Parco a cui si può accedere liberamente. Inoltre esistono due sentieri guidati con tabelle informative nei pressi della Duna del Asperillo e la Palustre Rivetehilos. Le escursioni a cavallo devono essere concordate preventivamente con il Parco. Nella zona diverse cooperative e compagnie offrono servizi turistici per facilitare la visita all’area protetta e alle sue immediate vicinanze.
La natura
La flora comprende specie mediterranee, atlantiche e africane. Nelle zone paludose estesi fragmiteti, tife e giunchi. In primavera nelle zone umide fiorisce il ranuncolo d’acqua, mentre la salicornia colonizza le zone salmastre. Boschi formati da querce da sughero, pini domestici e tamerici crescono in prossimità delle paludi: il sottobosco è formato da erica, ginestra, lentisco e cisto. La macchia ospita le essenze tipiche quali timo,lavanda, ginepro, erica e fillirea. Il Parco offre rifugio per numerose specie animali. Complessivamente 200 specie di uccelli e 30 di mammiferi, oltre a numerosi rettili, anfibi e pesci. Migliaia le oche selvatiche e le anatre, gli aironi, le cicogne bianche, le spatole, le sterne, i fenicotteri e gli uccelli limicoli. Tra le rarità l’aquila imperiale spagnola, che ormai si trova solo nel Doñana, la quaglia tridattila e l’anatra marmorizzata. Tra i mammiferi le rarità sono rappresentate dalla mangusta icneumone e la lince pardina è presente con circa 15 coppie nelle zone boschive: tra le loro prede conigli selvatici, cinghiali, daini e cervi. La lontra frequenta gli ambienti acquatici; genette, volpi e puzzole vivono invece nella macchia. Tra i rettili la testuggine greca, la lucertola ocellata, il colubro scalare e quello di Montpellier.
Da non perdere
Huelva: nel 1755 ha subito un disastroso terremoto che le ha fatto perdere il centro storico medioevale e numerosi antichi edifici. Il monumento più famoso è quello dedicato a Cristoforo Colombo del 1929 che occupa Punta del Sebo, dove confluiscono le acque dei fiumi Tinto e Odiel. Del XVIII secolo le chiese della Concezione e quella della Mercede, il Santuario del Nastro, visitato da Colombo al ritorno dal primo viaggio in America e il Museo provinciale con numerosi reperti storici.
Siviglia: capoluogo dell’Andalusia, è attraversata dal Guadalquivir. Tra i quartieri storici più famosi quelli di Santa Cruz, San Bartolomé, San Vicente, San Lorenzo e El Arenal, con numerosi monumenti e musei.
El Rocio: paese ‘addormentato’ nel corso dell’anno, si risveglia durante il periodo delle Pentecoste, quando diventa meta di un pittoresco pellegrinaggio, ospitando oltre 150 000 persone che bivaccano qui per circa una settimana.
Info
Andalusia occidentale Parco nazionale Doñana Spagna 50 720 ettari, altitudine da 0 a 10 m slm Centro Administrativo El Acebuche, 21760 Matalascanas (Huelva).
In auto: da Siviglia (aeroporto più vicino) strada n. 431 Seviglia-Huelva sino a La Palma del Condado; da qui si raggiunge Almonte passando per Bollulos del Condado. Una strada rettilinea conduce a El Rocio, centro di ricezione dei visitatori.
In treno: Matalascanas è collegata a Siviglia da un treno e da un servizio di pullman che stazionano presso Plaza de Armas. Tutto l’anno, i periodi migliori per avvistare la fauna sono la primavera, settembre-ottobre e dicembre-gennaio, quando è massima la concentrazione degli uccelli. Vivamente sconsigliato visitare il Parco da fine giugno a metà settembre, per il caldo, la folla e perché gli specchi d’acqua sono asciutti. Matalascanas offre la migliore offerta turistica nei pressi del Parco (compreso un campeggio). In alternativa Almonte e El Rocio. Più lontano Siviglia e Huelva. A Matalascanas, Almonte e El Rocio. Escursionismo nel Parco anche a cavallo. I centri visita del Parco sono vistabili da disabili in carrozzina, così come alcuni percorsi che si diramano dai centri (chiedere al Parco).