Presentazione
Il parco
Già nel 903 nacque la prima comunità monastica per opera di Sant’Anastasio nel luogo in cui si trova il monastero di Grande Lavra e il primo monastero venne edificato tra il 961 e il 963. I sovrani di Bisanzio aiutarono la comunità atonita emanando dei decreti, per renderla sempre più autonoma. Il più noto di questi decreti fu quello che vietava l’acceso alle donne (ancora adesso in uso), agli animali domestici di sesso femminile e agli uomini senza barba. Nel 1400 la comunità raggiunse probabilmente i suoi momenti più prosperi e sembra che gli edifici religiosi fossero almeno quaranta. Da allora iniziò un lento declino che di fatto dimezzò nel corso dei secoli i monasteri. Tra il 1821 e il 1829, nel corso della guerra di indipendenza, diversi monasteri vennero saccheggiati dai turchi e molte biblioteche date alle fiamme. Nel 1924 i monaci si dotarono di una propria costituzione che venne ratificata dalla costituzione greca nel 1975. La responsabilità dell’amministrazione interna del monte Athos è affidata ai 20 rappresentanti dei monasteri. Dal punto di vista naturalistico il monte Athos ha una notevole importanza. Non esistono infatti attività industriali, a parte il taglio dei boschi che crescono fitti sul versante settentrionale della montagna, e sono popolati da diverse specie di piante e animali.
La visita
Non esistono centri visita nell’area.
La visita al monte Athos è ammessa unicamente alle persone di sesso maschile. Ogni giorno soltanto dieci adulti stranieri, dotati di un particolare permesso, possono accedere al monte (non esistono limiti per i greci). Vi sono diversi modi per chiedere il permesso ma quello più rapido è farlo, con un certo anticipo, attraverso il Consolato italiano a Salonicco (Vasilissis Olgás 63, tel. 0030-01-830055) o l’Ambasciata italiana ad Atene (Sekeri 2, Atene 10674, tel. 0030-01-3617260). Sul monte Athos è possibile trascorrere quattro notti, prolungabili a sei a Karyés. Per la permanenza nei monasteri non è prevista alcuna donazione, ma in ciascuna comunità è buona regola fermarsi unicamente una notte. I portoni dei monasteri vengono chiusi al tramonto e riaperti il giorno successivo: è opportuno quindi affrettarsi per non essere costretti a passare la notte all’addiaccio. Sul monte ci si muove a piedi o in alternativa in barca utilizzando i caicchi che fanno servizio lungo le coste orientali e occidentali del promontorio. È consigliabile portare con sé qualche provvista (biscotti e frutta secca), acqua, una pila e dei repellenti anti zanzare. I sentieri del monte possono essere impegnativi: è richiesta pertanto una buona condizione fisica.
La natura
La macchia mediterranea è la regina del promontorio ed è formata prevalentemente da corbezzolo, fillirrea, erica, mirto e lentisco, accompagnata da pini d’Aleppo. Nei luoghi pianeggianti sono presenti platani orientali e pioppi cipressini. L’elicriso popola le zone più alte dove si trova una vegetazione di tipo alpino.
A maggio e ottobre il monte Athos diventa un ottimo punto di osservazione per gli uccelli migratori che passano sulla penisola Calcidica. Nella zona fanno delle sporadiche comparse i lupi; l’area è popolata da istrici, sciacalli e, tra i roditori, topi selvatici rupestri. Nelle acque del promontorio vivono probabilmente di alcuni esemplari di foca monaca, mentre nei cieli volano il biancone e la poiana dalla coda bianca.
Da non perdere
- Salonicco: le rovine romane e bizantine (l’agorà romana, la chiesa di Agios Dimitrios, la Rotonda, l’arco di Galerio, la chiesa di Agia Sofia, la chiesa di Panaria Ahiropiitos), il quartiere turco di Kastra, il Museo archeologico, il Museo etnologico e del folclore, la Torre bianca,
- Karyes: prostaton del X secolo, una chiesa basilicale che conserva diversi tesori pittorici.
- Megistis Lavras: è il più antico monastero di Athos ed è l’unico a none essere stato toccato dalle fiamme degli incendi. Costruito nel X secolo, conserva gli affreschi di Teophanes di Creta e la tomba di Sant’Atanasio.
- Dionysiou: è un monastero, come quello di Simon Petras, spettacolare perché annidato nella parete rocciosa. Conserva un’icona annerita dal tempo che si dice sia stata portata in processione nel 626 durante l’assedio di Costantinopoli da parte degli eserciti persiani e àvari.
Info
In auto: strada statale n. 6 sino a Ouranapoli, da qui in barca sino a Dafni dal cui porticciolo si prosegue sino a Karyés.
Tutto l’anno. A Karyes c’è una locanda; in alternativa presso i monasteri.
Nei monasteri vengono offerti solitamente dei pasti frugali. Per i ‘non asceti’ conviene portarsi del cibo, altrimenti rifornirsi presso l’unica locanda a Karyes.
Escursionismo a piedi.
Non esiste alcuna struttura specifica per visitatori disabili.
Foto di David Mark da Pixabay