Da bambino odiavo gli zoo. Cresciuto a Milano era stato sia a quello locale, sia nel noto parco sul Garda, attraversabile in auto, e in entrambi i casi avevo più voglia di piangere che gioire per gli elefanti in gabbia. Erano altri tempi, come mi hanno spiegato qui, e il massimo della disponibilità per mostrare ad un bambino la scimmia e la tigre era quella.
Ovviamente se fossi stato davanti ad un zoo non sarei entrato, ma appena ho incontrato Eleonora e dopo poche sue parole mi sono reso conto che avevo preso una cantonata: da bambino avrei voluto mi portassero in un posto così, ci avrei passato volentieri l’infanzia, sarà perché apprezzo più’ spesso le bestie che gli umani 😉
Il parco è immenso, e ha una lunghissima storia, e come ogni storia è iniziata diversamente da ciò che vediamo oggi, e dopo parecchi problemi e difficoltà la famiglia proprietaria della struttura si è riunita e ha ripreso in mano le redini, e ancora oggi investe per lo sviluppo e la crescita di questo luogo magico.
Per poter avere una idea chiara devo dividere il parco per argomenti, sono tantissimi, e mi hanno sbalordito.
La premessa fondamentale è che la famiglia, a proprie spese, mantiene in vita questo parco e parte dei progetti che vi citerò. Questo è possibile grazie anche e soprattutto ai biglietti d’entrata, quindi, se ai vostri figli volete fare vedere e conoscere specie uniche senza far danno alcuno agli animali, e senza che questi siano in una gabbia o in condizioni non onorevoli fate le valige e correte a Pistoia, aiuterete un progetto importante (e come per Sant’Alessio serve l’aiuto di tutti).
Il primo tema, fondamentale (e oggetto del tour che ci ha portati qui) sono ovviamente i bambini
Qui viene fatto un enorme e costante lavoro (e prenderli da piccoli e l’unico modo) che inizia con le vipere: si insegna loro che ciò di cui abbiamo paura è invece una risorsa indispensabile del ciclo vitale. Con (credo) una immensa fatica analizzano le favole e le reinterpretano in chiave moderna, spiegando che se non corri dietro alla madre dell’orso coi cuccioli a fargli foto nel bosco l’orso ti lascerà in pace, che se cammini normalmente la vipera ti sente e si nasconde, perché non ha interessa e mettersi contro uno più grande di lei, e così via. Questa è parte dell’opera educativa, che passa per cartellonistica e immagini a grandezza naturale degli elementi nutrizionali e degli animali di cui si parla, usando giochi, colori, immagini ed ironia per far si che si esca da qui facendosi delle domande (e avendo voglia di tornarci). Ai più’ piccoli sono dedicati specifici spazi, possono essere organizzate feste e pranzi, oltre a disporre di innumerevoli laboratori con strumentazioni scientifiche e con tutor esperti e preparati.
Conservazione: finanziare l’orso per non farlo diventare nemico dell’uomo
Tra le varie attività, compreso ospitarne alcuni esemplari all’interno dell’area, c’è un progetto di finanziamento che mira a diminuire il conflitto tra orsi e popolazione nel momento in cui gli orsi attaccano bestiame domestico, orti o arnie.
Questo (insieme ad altre iniziative) serve a diminuire la quantità di orsi che vengono abbattuti per presunti attacchi a ovini, bovini e pollame. Da tener presente che esistono varie tecnologie in grado di prevenire questi rischi (come le recinzioni a basso voltaggio), tutte iniziative spesso disattese da chi dovrebbe metterle in atto, e che poi va ad abbattere gli orsi.
Educazione: una grande attività viene svolta ad esempio per dare indicazioni sulla scelta di animali particolari come animali da compagnia di cui bisogna conoscere caratteristiche e necessità al fine di potersene occupare per sempre e non abbandonarle mai. L’abbandono di specie che non appartengono ai nostri ambienti causa danni incredibili, come nel caso della tartarughina dalle guance rosse, che, americana, minaccia la sopravvivenza della testuggine europea.
Conservazione: il futuro dipende da noi.
Qui è possibile incontrare tantissime specie diverse: tigre, orso, lemure, panda, gufo e tanti altri vivono in spazi adatti alla loro sopravvivenza e sono qui per motivi di conservazione in quanto facenti parte di specie in via di estinzione
Grazie agli enormi spazi a loro dedicati, allo staff che tiene costantemente sotto controllo lo stato di salute e grazie ad una alimentazione bilanciata in realtà gli animali sopravvivono, nonostante la cattività, in condizioni dignitose e mai a contatto con l’uomo.
Inutile dirlo: con questi animali va evitato qualsiasi contatto anche se, come me, vi capitasse che un lemure ti corra incontro incuriosito dovete trattenermi della tentazione di accarezzarlo o di interagire!
Da tenere presente che non sempre si è fortunati come noi: la grandezza degli spazi e la disposizione volutamente con zone d’ombra isolate per lasciare loro privacy a volte non consente di vederne alcuni. Bisogna pazientare, avere un occhio sempre attento, guardarsi attorno e saper aspettare. Noi fortunatamente siamo riusciti ad incontrarli praticamente tutti, compresa la renna appisolata nel suo casolare, assistendo anche allo spettacolo della tigre timida che è venuta a farsi un bagno davanti a noi nel laghetto.
Descrivere l’intera esperienza nei dettagli è praticamente impossibile. La struttura partecipa a un network internazionale di conservazione delle specie rare e impegna tutto il tempo è e tutta la fatica che può per garantire che alcune di queste abbiano un futuro, trovate tutti i dettagli e i contatti nella loro scheda sul sito.
Se amate gli animali è sicuramente una esperienza da provare e da far provare i propri figli, un percorso che a tratti vi divertirà e, come è successo a noi, attratti vi commuoverà e mi farà pensare a quanti errori e danni giornalmente causiamo al nostro territorio e alla nostra fauna.
E’ anche una zona di conservazione botanica: nel parco ci sono centinaia di esemplari di piante che in tutti questi anni sono state curate e piantate per garantire fresco e tranquillità lungo tutto il percorso e in tutte le aree. Varie attività didattiche, tra cui un bellissimo spettacolo di falconeria con tantissimi gufi dalla bellezza irresistibile, permettono a grandi e piccoli di entrare per qualche istante in contatto con gli animali.
Lontani dai riflettori e dalle telecamere, in una zona immotivatamente poco conosciuta, ma naturalisticamente unica, operano giornalmente tantissime persone per garantire che agli animali sia sempre data la dignità e la libertà di cui necessitano, nel limite del possibile
Torneremo sicuramente a documentare altri dettagli di questa realtà, di certo c’è che quante più persone verranno a fare visita a questo centro quanto è più probabile che almeno una delle specie che vengono difese abbia la speranza di sopravvivere, serve supporto di tutti, venite a scoprirlo di persona!
Un grazie in particolare a #ipinocchietti e alla Gazzetta di Pistoia e Discover Pistoia per averci invitati, ospitati e portati a scoprire questo piccolo paradiso. A breve il proseguimento del Blog Tour con tutte le altre avventure vissute da #ipinocchietti.