Presentazione
Il Parco nazionale della Foresta Bavarese, che si estende tra Danubio, la Selva Boema e il confine austriaco, è il primo creato in Germania 45 anni fa. Tra le sue attrazioni il sentiero sospeso più lungo del mondo, il “Baumwipfelpfad”, che ha una lunghezza di 700 metri e si snoda a un’altezza variabile da 8 a 25 metri dal suolo.
Il parco
Istituito nel 1969, Il Parco si estende sul versante orientale di una catena montuosa a confine tra Germania e Repubblica Ceca. Il territorio è stato modellato dai ghiacciai che hanno arrotondato valli e cime che non raggiungono altezze elevate. La maggiore cima del Parco, infatti, il Groszer Rachel, raggiunge appena i 1453 m. Il Parco tutela un lembo della Foresta Boema, formata da una distesa ininterrotta di alberi che ricoprivano sia il territorio tedesco che quello ceco. Gli alberi rimasero praticamente intatti sino al 1800, quando si iniziò lo sfruttamento industriale dei boschi causando così la loro distruzione quasi totale. La copertura vegetale odierna è frutto per buona parte di rimboschimenti attenti alla produzione del legname. All’interno del parco vi sono ancora lembi di foresta rimasti intatti il cui nucleo più consistente è visibile sul versante orientale del Rachel See. L’attività economica più importante dell’area è il turismo che nel corso dei mesi estivi può risultare decisamente impattante malgrado i rigidi regolamenti del Parco.
La natura
Nei fondovalle le temperature sono solitamente più rigide e qui si trovano l’abete rosso, la conifera più robusta, con rare betulle e ontani neri. Salendo di quota all’abete rosso si associano il faggio, l’abete bianco, con acero montano, frassino e olmo montano. Oltre i 1000 m di quota il clima diventa nuovamente rigido e l’abete rosso costituisce la pianta dominante con qualche raro sorbo degli uccellatori. In prossimità dei laghi e delle torbiere che interrompono la foresta la vegetazione è composta da sfagni, muschi ed eriche con cespugli di mirtilli e uva orsina. Qui vegetano poche betulle pubescenti e rari pini mughi.
Il Parco è certamente uno delle aree protette europee più ricche di animali, anche se la loro visibilità è scarsa. Diverse specie, come la lince, il gufo reale, l’allocco degli Urali e il corvo imperiale, sono state reintrodotte una volta istituito il Parco. Sono invece assenti il bisonte, il castoro, l’orso e il lupo che tradizionalmente abitavano l’area. Qualche lontra lungo i torrenti, mentre cervi e caprioli risultano essere troppo abbondanti rispetto alle risorse alimentari che la zona può offrire. Tra i rapaci presenti l’astore, il falco pecchiaiolo e lo sparviero; nei boschi vivono 5 specie di picchi, il gallo cedrone e il gallo forcello.
La visita
La Casa del Parco si trova a nord-est di Neuschonau e offre diversa documentazione, informazioni sulla zona e una mostra permanente sul Parco.
Nel Parco c’è una rete di oltre 200 km di sentieri in grado di soddisfare tutte le esigenze degli escursionisti che comprendono alcuni sentieri didattici. Tra gli itinerari più spettacolari quello attorno al Rachelsee che consente di avvicinarsi all’Urwald e di ammirare così la foresta originale europea. L’itinerario di Lusen porta all’omonima cima da cui si può ammirare tutto il Parco. Un altro percorso consigliato è quello che consente di osservare da vicino alcune delle più belle torbiere come quelle di Grosser Filz e Klosterfilz. Infine da segnalare il sentiero che porta nella Felswanderzone, un angolo di foresta che ospita grandi rocce e alberi imponenti. Vi sono poi sentieri a lunga percorrenza come il Nordiche Hauptwanderlinie di 180 km che da Furth m Wald porta a Dreisessel in circa 10 giorni; è noto anche come E 6.
Il Parco è comunque a misura di visitatore e offre diverse aree di sosta, parcheggi, aree picnic, aree giochi per bimbi. Da non perdere l’area faunistica Tier-Freigelande (zona degli animali liberi) che consente di vedere da vicino, anche se in modo ‘artificiale’ la fauna del Parco.
Da non perdere
Passau: fortezza del 1200, Dom St Stephan con l’organo più grande del mondo, Altes Rathau del 1399, museo del vetro, museo romano e museo di arte moderna
Regensburg: Dom St Peter, una delle più cattedrali più importanti della Germania costruita nel 1500, Alte Kapelle costruita tra l’VIII e il XV secolo, il castello Schloss Thurn und Taxis, la Torre di Keplero, mura romane, ponte di pietra del 1100 e numerosi musei.
Deggendorf: Handwerkmuseum sull’artigianato locale.
Lindberg: Bauernhausmuseum è dedicato alle case tradizionali della selva bavarese.
Regen: Landwirtschaftsmuseum dedicato all’agricoltura della zona.
Tittling: Museumdorf Bayerischer Wald consente di conoscere la vita contadina della Baviera orientale dal XVII al XIX secolo.
Zwiesel: Walmuseum (Museo della foresta) dedicato alla selvicoltura e all’industria del legno; Glasmuseum sulla produzione locale del vetro.
Il parco in breve
Dimensioni:
13 100 ettari, altitudine 730-1400 m slm.
Informazioni
Nationalparkverwaltung Bayerischer Wald
Freyunger Str. 2
94481 Grafenau
Come arrivare
In auto: Monaco di Baviera (Munchen) si raggiunge in auto via autostrada del Brennero. Da qui si prende l’autostrada n. 92 (E 53) sino a Deggendorf. Per raggiungere i confini settentrionali del Parco si segue l’itinerario Regen-Zwiesel/Frauneau oppure, per quelli meridionali la strada Regen/Schonberg/Grafenau/Neuschonau (nei pressi di quest’ultimo paese c’è il Centro visite).
In treno: da Monaco fino a Spiegelau o Grafenau.
In autobus: le aree principali del Parco sono servite dal National Park Post, una specifica linea di autobus.
Quando andare
Tutto l’anno, ma neve garantita da dicembre a marzo. Probabilmente il periodo migliore è giugno-settembre.
Vitto & Alloggio
Zwiesel e Grafenau rappresentano i centri che offrono le migliori opportunità di sistemazione. In ogni caso nella zona vi sono diverse opportunità dal campeggio, alla camera privata, all’ hotel, alla pensione.
In tutti i centri del Parco.
Cosa fare
Escursionismo a piedi e in bicicletta.
Per chi ha difficoltà motorie
Nel Parco alcuni sentieri sono praticabili da disabili e anche il centro visita.
Foto di Jürgen Bierlein da Pixabay