- Addomesticamento dei cavalli Se da un lato l’uomo ha fortemente modificato perfino la…
- Un viaggio tra i siti Unesco in Lombardia I 10 luoghi Patrimonio dell'Unesco da visitare in Lombardia
- Turismo a cavallo in Italia La mappatura di tutti i maneggi e i relativi parchi…
L’evoluzione morfologica del cavallo
Categories
La morfologia attuale del cavallo è frutto di una specifica evoluzione e alta specializzazione funzionale alla vita in spazi aperti...
La morfologia attuale del cavallo è frutto di una specifica evoluzione e alta specializzazione funzionale alla vita in spazi aperti, con un efficace apparato locomotore e uno specifico apparato digerente.
I cavalli attuali sono il risultato di un’evoluzione guidata dall’uomo mediante selezione e per rendersene conto è sufficiente comparare le razze attuali equine con il Tarpan o con il cavallo di Przcvalskij, che sono ritenuti molto simili al cavallo prima dell’addomesticamento. Tuttavia il cavallo aveva già una lunga storia quando venne addomesticato.
Il suo progenitore, l’eoippo o Hyracotherium, comparve circa 55 milioni di anni or sono. Di piccola statura, aveva le zampe anteriori con quattro dita e le posteriori con tre. Dai resti fossili, dalle tracce che l’inserzione dei tendini e dei muscoli hanno lasciato sulle ossa, si desume che il progenitore del cavallo non fosse un corridore.
L’Hyracotherium aveva piccoli molari simili a quelli umani, con tubercoli e prominenze e il suo cibo erano i germogli e le foglie della foresta. Il muso era corto e gli occhi erano posti a metà della sua lunghezza: perciò più che brucare per terra l’Hvracotherium strappava il fogliame situato alla sua altezza.
Nel corso del tempo i cambiamenti principali sono avvenuti nel cranio e soprattutto nei denti, nelle zampe e nella taglia in generale. Il muso si è allungato nella parte anteriore, per facilitare lo strappo dell’erba a terra, limitando così l’allungamento del collo e determinando, tra l’altro, la separazione degli incisivi dai molari. I denti si sono ingrossati e irrobustiti con la formazione di creste di smalto. Tale modificazione non sarebbe stata tuttavia sufficiente per resistere al forte potere abrasivo dell’erba della prateria e della savana di cui i discendenti dell’Hyracotherium iniziarono a nutrirsi. Il problema si risolse con la crescita continua dei denti via via che si consumano.
Le zampe rappresentano uno degli esempi più straordinari di evoluzione e di adattamento. Dall’appoggio su zampa del capostipite si passa all’appoggio sul dito mediano, fornito di un robustissimo zoccolo, attraverso una fase di zampa a tre dita, in cui le dita laterali dovevano servire come sostegno in caso di errato appoggio su terreni accidentati. Strettamente collegata a questa evoluzione è un sistema di tendini e di muscoli: si tratta di una vera e propria molla, per cui più l’appoggio è violento, più la risposta è vibrante. Un po’ come saltare con uno di quei grossi palloni da fitness con maniglia, più si cade con forza più alto si salta. Questo meccanismo fu decisivo perché i cavalli divenissero dei buoni corridori.
Da questo momento gli spazi aperti della savana e della prateria divengono i loro ambiente naturale e poiché ora la salvezza non sta più nel nascondersi ma nella fuga, è evidente che si salvano e si riproducono solo gli esemplari più veloci.
In più, poiché avere dimensioni maggiori, in ambienti scoperti, è un vantaggio sia per scoraggiare i predatori che per vigilare meglio sul perimetro circostante, ecco una forte spinta all’aumento delle dimensioni corporee.
L’evoluzione del cavallo durò molto tempo e frequenti furono le estinzioni di certi rami evolutivi. Alla fine di questa fase in quasi tutte le aree del mondo un solo genere prevale nella lotta per la sopravvivenza, divenendo l’unico rappresentante di questa lunga storia evolutiva: il genere Equus.
Da questo momento l’evoluzione verrà segnata da due fattori: la loro estinzione nel continente americano durante le ultime glaciazioni, e il contatto con la specie umanache ha determinato sia la dipendenza di alcune specie di equidi dall’uomo con l’addomesticamento (come nel caso dell’asino e del cavallo) sia la loro riduzione numerica o, in alcuni casi, l’estinzione di alcune specie.