Ospitalità per gli animali: gli oscar di Tobia

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Opinione dell'esperto

Sono un cane di poche pretese, non sono ne di razza ne famoso, ma adoro quando mi trattano bene e sbuffo quando non mi vogliono...

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Sono un cane di poche pretese, non sono ne di razza ne famoso, ma adoro quando mi trattano bene e sbuffo quando non mi vogliono: chi si occupa di turismo dovrebbe pensarci, quali sono le nostre esigenze?

Da quando viaggio coi padronipirla mi sono reso conto di un problema: noi quadrupedi non siamo sempre i benvenuti e, anzi, ci sono gestori che quando entriamo arricciano il naso e ci corrono incontro dettandoci le loro regole ferree sulla presenza di pelosi.
Il che ha subito due effetti: padronepirla di norma risponde “va bene,”, nella migliore delle ipotesi, in altre occasioni invece diventa tutto blu e inizia a sbraitare così forte e serio che l’interlocutore abbassa le orecchie e mette la coda tra le gambe.
Insomma, se trattano male me se la prende lui, e sul personale, e a volte se ne va dal locale senza dire un parola, così ci rovinano la giornata.
Così ho pensato, anche su suggerimento di Nikita del Gatto d’Oro (la cagnolina della proprietaria), che fosse il caso di raccontare le mie esperienze migliori e regalare qualche Oscar alla gestione a quelli più simpatici che ho incontrato.

Il cane al ristorante: va accolto come un qualsiasi ospite

Per la ristorazione di sicuro il primo premio va a Sabina del Gatto D’Oro e alla dure lezione di vita che da a tutti gli altri gestori di ristoranti. La prima volta che l’ho incontrata dopo aver dato il benvenuto a loro non solo a ME ha fatto trovare un cuscino morbido e due bellissime ciotoline con supporto in metallo, pulite e piene di acqua freschissima ma è addirittura arrivata al tavolo, mentre loro si scolavano un enorme spritz, a chiedere se avessi o meno mangiato!!!!!
Ero incredulo e quando gli è stato detto che avrei atteso di arrivare in albergo non ha battuto ciglio ed è arrivata con la portata per il cane. Non ci volevo credere, ero commosso, entrecote con carotine e riso in bianco cotto in brodo di pollo!!
Questa è vita, l’ho coperta di coccole e di certo chi ha un cane e si vuole godere una vera belle e rilassante esperienza qui deve venire!
Qualche settimana dopo, ero al compleanno di padronepirla, l’abbiamo portato al mare a mangiare da Ciccio, il miglior ristorante di Bocca di Magra di pesce e un luogo in cui da giovane lui ci veniva con gruppi da 20 persone a gozzovigliare e mangiare bene. Non eravamo nemmeno all’antipasto che il cameriere l’aveva obbligato già due volte ad alzarsi del tavolo prima per cercare fuori il giardino le ciotole con l’acqua che si sono categoricamente rifiutati di portare al tavolo.
Cosi alla fine della cena è uscito a prendere fresco con il proprietario del locale e da ex cliente gli ne ha cantate di santa ragione. Perchè far stare bene il viaggiatore, chi lo accompagna, assecondare le sue esigenze e ridurre lo stress è un dovere di chi ospita, che sia un ristorante o un albergo non c’è alcuna differenza, l’ospite innanzi tutto.

Il cane in albergo: fatelo stare in buona compagnia, prendete un cane anche voi!

Qui la gara è facile: vince su tutti la Scuderia Castello di Giovanni e Filomena non tanto per il loro evidente e smodato amore per gli animali ma soprattutto perché qui posso stare liberi e tranquillo e in compagnia di altri cani. Per l’esattezza 4 femmine giocose e socievoli abituate ai cavalli, agli ospiti e alle persone allegre che invadono ogni giorno questo posto spettacolare vista lago.
Qui arrivi e ti senti a casa attorniato dalle coccole e dalle persone che giocano con tutti i cani, trovi ciotole di acqua in giro e tutti sono socievoli. E arrivare e vederti correre incontro Mollie, la nuova recluta della Scuderia, una dolcissima maremmana bianca come il latte che ti copre di coccole o vedere il Valentino con i suoi 20 anni e oltre che abbaia perché vuole qualcuno che lo accarezzi mette ovviamente di buon umore chiunque, figuratevi me quando arriviamo e salto giù dalla macchina senza guinzaglio per correre a giocare con il mio harem!!
Il secondo posto, ma solo per l’assenza di quadrupedi (anche se c’erano dei gatti, mi stanno simpatici anche loro) va al Casale le Torri in Toscana: eravamo da loro giusto un anno fa e la scelta di avere camere attrezzate per i pelosi, giardinetto con sdraio e spazio cane e la possibilità di farci accedere all’area piscina l’ho trovata geniale!

Il cane e la museruola: a questi in testa glielo tirerei l’oscar!

Qui tocchiamo un nervo scoperto per me, innanzitutto, che non la sopporto e poi per lui che rispetta le leggi e le norme sempre e che non sopporta ne chi ne abusa ne chi le distorce. E sul tema della museruola accade abbastanza spesso. Il codice civile è molto chiaro in materia: tu padrone la museruola la devi avere, anche se porti in giro una nutria come me che non morderebbe mai nessuno che non lo stia minacciando. Il fatto che io sia buono con anziani e bambini e piccoli animali non significa che non possa capitare che in un luogo pubblico e chiuso ci sia qualcuno che ha paura dei cani e se ciò accade tu la museruola devi averla e devi mettermela.
Io la odio, cerco in ogni modo di strapparmela, ma se qualcuno ha paura di me è giusto rassicurarlo e su questo non ci piove.
Ma il comandante del vaporetto a Venezia che sostiene che a Venezia il codice civile sia diverso e che anche solo per salire a bordo devi mettergliela non passa: ero così stanco e a pezzi quel giorno che il vaporetto l’hanno preso per portarmi a casa senza farmi camminare sull’aslfalto bollente. Avevo solo bisogno di coccole e di riposarmi, al massimo distribuivo qualche bacino ma con la minaccia di cacciarlo giù dal vaporetto l’ha obbligato a mettermela senza che nessuno dei presenti si facesse problemi (anzi, volevano colccolarmi tutti ed eravamo pure seduti e fuori dal caos di chi sale e scende).
La stessa cosa è accaduta al comune di Milano, nella sede di via Padova, dove l’assistente di sala pretendeva prima che mi prendesse in braccio e poi che mi mettesse la museruola anche se come al solito io ero solo in vena di coccole e inoffensivo come un peluche della trudy.

Il cane al bar

Date dell’acqua al povero viandante. Bello sempre trovare una ciotola d’acqua all’entrata del bar. Anzi, se siamo in giro padronepirla entra nel bar molto più volentieri se posso bere senza obbligarlo a tirare fuori l’attrezzatura da viaggio del sottoscritto. E se siamo a spasso per Milano a volte non ce l’ha nemmeno. Doverla chiedere e trovarla già pronta è un piccolo lusso che ci piace. Non ci vuole niente a ricordarsene, fatelo anche voi!

Il cane in spiaggia

Viva quelle con la scritta i cani sono benvenuti!
Abbiamo fatto un lungo giro in Liguria e li, pare, i cani non sono ben accetti. In quasi tutte le spiagge collegate ai bar ci hanno detto che io non potevo uscire a vedere il mare e ci sono rimasto un po’ male 😉
Per fortuna girando qua e la un po’ di spirito animalista l’abbiamo trovato: padronepirla stava andando dritto verso un ristorante che lo attirava quando ha visto un cartello con “qui da noi sono i benvenuti” e ha cambiato immediatamente rotta: siamo così finiti a River Beach a Finale Ligure praticamente in spiaggia, ci siamo goduti un hamburger spettacolare annaffiato da birra ghiacciata e relax.

Il consiglio di Tobia

Alla fine di questo viaggio dal mio punto di vista il ragionamento è tanto semplice da far sorridere: padronepirla non tornerà più in posti in cui non si sono presi cura di me.
Ciccio ha perso un cliente fedele che andava da lui dal ‘96 e al contrario chi ha fatto intendere che siamo i benvenuti ha guadagnato un cliente felice che gli farà un’ottima pubblicità, e gli farà fare più soldi. E questo concetto vale tanto per gli operatori che per i territori: spiaggia vietate ai cani, mancanza di cestini, regole assurde inventate apposta fanno solo male al turismo: mettete distributori di sacchetti, sacchetti e cestini per i sacchetti dei cani (queli in cui non entrano altri ingombranti) devono essere dovunque, e allora ha senso fare 500 euro di multa a chi non la raccoglie.
Motivate gli albergatori e i gestori ad essere attrezzati Per i cani, lasciate un lato, della spiaggia riservato a chi ha un cane così non starà in mezzo ai piedi ma potrà starci. Organizzatevi, investite e garantite una ospitalità aperta a tutto e a tutti: se chi viaggia ha un cane ha delle esigenze, è un cliente che paga e che sceglie e decide in base a fattori come questi, io e padronepirla quando vediamo un cartello Con scritto “qui i cani nOn possono entrare” ci guardiamo, sbuffiamo, giriamo le spalle e cene andiamo, non fate fare lo stesso ai vostri clienti! Bau

Video presentazione

Travel dogger

Sono Tobia, assunto in PiuTurismo (mio malgrado) dai miei padroni e dai loro amici che sembrano conoscermi tutti.

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