Saper essere umili non significa non essere ambiziosi. Anzi, magari l’immagine così spinta sul design e così aggressiva, come lo sono tutti quelli che lavorano qui, può trarre in inganno, dietro c’è sostanza, dietro c’è esperienza, tradizione, amore per il vino e passione.
E qui ho visto umiltà nel trattare con l’uva, umiltà e rispetto, che inizia dal primo istante, quando l’uva arriva e Giorgia (enologa e appassionata del vino della sua famiglia, ci racconta come viene selezionata, controllata e trasportata con un sistema in gradi di non danneggiare l’acino. Mentre lo racconta sembra quasi che se potesse li porterebbe a spalle, pur di farli arrivare integri e intonsi alle fasi di vinificazione che ne faranno il prosecco stappato al Giro D’Italia e in una miriade di eventi nazionali ed internazionali.
La scelta dell’azienda è quella di puntare su una produzione, anche se limitata (l’uva arriva da una distanza massima di 4 chilometri dalla casa vinicola) fatta come da tradizione e con un impegno costante: sono colline impervie e irte, qui l’uva si raccoglie a mano e non è gestita da macchinari e massificazione della produzione.
Niente chimica, solo tanto amore per il vino, e una scelta di un prodotto non proibitivo economicamente, ma studiato in ogni dettaglio nel rispetto del lungo, della tradizione e del design.
La cosa che più mi ha colpito è cogliere e sfiorare questo profondo amore per il territorio, per le proprie vigne e la propria terra. Senza entrare nel merito alla bellezza commovente della tenuta, che ho raggiunto incantato dal panorama intervistando Giorgia sulle peculiarità dei suoi vini
Qui nasce la creatività di Astoria, e posso ben capire il perché: con un locale tecnologico con vista sulle vigne è possibile fare riunioni e brain storming direttamente affacciati sulla tenuta, aprendo la mente e il cervello sulle sensazioni che può dare un panorama mozzafiato come questo. Ho avuto vere difficoltà ad andarmene da quell angolo di paradiso, e ho capito come da prospettive come questa Astoria abbia scelto di puntare sul design, facendo progettare a ca foscari il design delle sue bottiglie nella tradizione veneziana di lavorazione del vetro, di come abbia scelto di affacciarsi su mercati internazionali essendo riconosciuta in 1/3 dell’emisfero come un eccellenza, e di come una casa come questa possa produrre un millesimato (alla portata di tutti, a 10 € la bottiglia) che saprà incantarvi.
Parlando di vini, e qui quello che parla è lo scrittore mezzo trevigino che qui vicino ha i parenti e che da bambino schiacciava l’uva coi piedi quando si raccoglieva, senza dubbio quello de provare è il millesimato. presentato con bottiglia elegante e firmata lascia un ricordo indelebile che spesso si vuole ripercorrere, ho già quasi finito la scorta che avevo fatto durante la visita alla meson). Consiglio anche, e qui ringrazio Carlotta Polegato per il consiglio azzeccato, il rosato che ho tesato sul campo con la responsabile editoriale di piuturismo, accompagnato da un Astice al pomodorino e crostini di pane, e posso garantirvi che ha avuto piena approvazione.
Una casa vinicola da provare, da andare a visitare nella splendida location di conegliao presso l’Astoria Lounge Store, accanto alla linea di produzione e a poca distanza dalle vigne. Baciati dalla fortuna abbiamo avuto il piacere di andare ancora più vicino all’amore, alla passione, alla creatività e al gusto personale che tutta questa famiglia mette nel produrre vini secondo la tradizione e nel rispetto del biologico e del chilometro zero.
E’ difficile innamorarsi, ma di un vino così te ne innamori subito, e in questo viaggio di amore e passione è stata forse la tappa più intensa, in cui anche l’ultimo degli operai della filiera riusciva ad esprimere un amore così profondo per ciò che fa che è difficile non rimanerne contagiato.