
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Nell’universo infinito e variegato della certificazione, i marchi sono davvero tanti; ancora di più quando si esce dal perimetro delle normative volontarie e si entra in quello dei protocolli.
Districarsi tra simboli, livelli e normative non è sempre facile e questa sintesi ragionata parte da qui: rendere più semplice la vita agli imprenditori che intendano certificarsi. E renderla più semplice anche a tutti noi che, vedendo un simbolo su un sito internet o sul vetro di una porta, riusciremo finalmente a dargli il giusto valore capendo quanto in realtà quel marchio racconti delle scelte e delle idee di quell’azienda.
Partiamo dai fondamentali: una certificazione di sistema o di prodotto arriva a seguito di una verifica da parte di un ente terzo indipendente. L’ente non conosce l’azienda e valuta quello che trova in modo imparziale. Ma cosa valuta in pratica?Verifica che il sistema o il prodotto soddisfi i requisiti imposti da una normativa volontaria.
Di normative ad adesione volontaria ce ne sono di tutti i tipi e per tutti gli scopi: tutelare l’ambiente, usare l’energia in modo più razionale, lavorare in Qualità, assicurare che sia rispettata la sicurezza alimentare nel packaging e nelle trasformazioni e via così. Ce ne sono anche per il settore turistico, naturalmente, e ne conosceremo alcune fra le più diffuse.
A seguito del superamento della prova, l’ente di certificazione rilascia un certificato che di solito ha una validità triennale. Durante questo periodo, l’azienda è monitorata per verificare che gli standard richiesti dalla normativa volontaria siano sempre rispettati. Insieme al certificato, l’ente autorizza l’azienda a usare il marchio che attesta la certificazione su tutti i mezzi di comunicazione, dal sito alla carta intestata, al packaging dei prodotti, ai biglietti da visita alle brochure.
Ma non tutti i marchi in giro sono rilasciati a seguito di una certificazione vera e propria. Ce ne sono tanti, in molti settori, che si basano sul rispetto di protocolli più o meno complessi. L’iter è più semplice ed economico, anche in termini di tempo, rispetto alla certificazione vera e propria di cui abbiamo parlato prima. Come fare a scegliere? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi delle diverse alternative possibili? Ha senso scegliere una struttura certificata o aderente a un protocollo per le mie vacanze? Fa davvero la differenza o è solo marketing? Non saremo noi a rispondere a queste domande, lo farai tu se lo vorrai.
ll nostro scopo è darti nelle prossime settimane informazioni utili che diventino una mappa affidabile e una guida imparziale e sincera per poter scegliere la meta più adatta a te, che tu sia un turista o un imprenditore. A presto.
Questo approfondimento è inerente il progetto i Luoghi di Più Turismo, il protocollo per le strutture ricettive elaborato con WWF Ricerca & Progetti per sensibilizzare le attività turistiche sulle pratiche corrette per l’ospitalità. Di seguito i punteggi che vengono attribuiti in base al protocollo.
Quale certificazione energeticahai scelto di adottare?
Quale certificazione ecologicahai scelto di adottare?