In pochi la conoscono bene, noi per primi, eppure, la zona dei Colli Euganei è un gioiello tutto da scoprire. Un’area di grande ricchezza paesaggistica e culturale che ti raccontiamo in questo articolo da una prospettiva diversa e con occhi nuovi.
Castelli, ville, terme millenarie, sentieri e piste ciclabili che attraversano il territorio e ti permettono di scoprirlo lentamente, assaporando ogni istante. Siamo nel cuore della Regione Veneto, un luogo dove è possibile perdere la concezione del tempo, per immergersi completamente nella natura e perché no, nel buon vino. Precisamente, ci troviamo nel Parco Regionale dei Colli Euganei, oltre 18.000 ettari di un ecosistema unico. L’area offre paesaggi straordinari, dove cultura, bellezza e biodiversità si amalgamano all’unisono.
Noi della Redazione di Più Turismo, abbiamo passato qui tre giorni alla scoperta di questo fantastico territorio. Abbiamo viaggiato in modo ecosostenibile, grazie all’invito di Viaggiare Curiosi, un’agenzia specializzata nel turismo sostenibile e responsabile riconosciuta dall’Europarc. Ed è proprio da loro che facciamo partire il nostro racconto.
Viaggiare Curiosi è una realtà che ci ha portato a conoscere i Colli Euganei in modo lento e sostenibile, ma soprattutto con passione e amore per questo territorio. L’agenzia organizza tour in bici, barca e a piedi in tutto il Veneto. Durante questa esperienza abbiamo partecipato infatti a un tour in bici e uno in barca.
Le Terme dei Colli Euganei: fanghi unici al mondo e trattamenti benessere
Il nostro viaggio inizia a Galzignano Resort Terme e Golf, una straordinaria struttura ricettiva immersa nel verde della natura circostante. Il complesso residenziale è composto da 3 hotel a 4 stelle, uno dei più grandi Centri Termali d’Europa, con acque termali che raggiungono i 37° naturali, un centro benessere con la Spa, ristoranti di alta cucina e tutti i comfort per un soggiorno da “mille e una notte”. Una definizione che non è un mero slogan pubblicitario, ma rispecchia realmente l’esperienza che abbiamo trascorso nel resort, dall’alloggio, alle terme, ai campi da golf. L’offerta ricettiva della struttura non ha certo deluso le nostre aspettative.
Quando fuori il clima inizia a farsi fresco, è bello farsi coccolare dalle acque calde delle terme, presenti sia all’esterno che all’interno della struttura. La grotta termale calda è assolutamente da provare, così come un trattamento con i fanghi o un massaggio rigenerante. Qui si realizza infatti, uno dei migliori fanghi termali di tutti i Colli Euganei. Questo raffinato prodotto naturale, nasce dalla fusione tra le acque termali e l’argilla presente in un piccolo lago nei pressi di Arquà Petrarca.
Questa esperienza è stata unica nel suo genere, un modo per concedersi del tempo per se stessi, per staccare dai ritmi stressanti della vita quotidiana e provare i percorsi rigeneranti che il centro propone. Assolutamente da non perdere! Inoltre, sapevate che le loro terapie sono riconosciute anche dal Sistema Sanitario Nazionale e si può accedere con la prescrizione del proprio medico curante? Insomma, un motivo in più per andarci.
Dopo il momento relax, ci godiamo una fantastica cena nel Ristorante Aqua, situato all’hotel Majestic. La cucina è ricercata e squisita, accompagnata da vini di alta qualità. Così tra buon cibo, ottimo vino e chiacchiere speciali con i nostri compagni di viaggio, la nostra prima giornata è giunta al termine.
Percorso in bici tra musei, castelli e ville
Il giorno successivo è stato un’ennesima scoperta, che ci ha fatto innamorare ancora di più dei Colli Euganei. Non immaginavamo minimamente, quanto questo territorio potesse realmente offrire al turista e quanti scrigni di bellezza e angoli incantevoli regalasse ai suoi visitatori.
Grazie a Viaggiare Curiosi, siamo partiti alla scoperta del territorio. A due passi a piedi dal Galzignano Resort Terme e Golf, è possibile noleggiare le bici presso il Bike Point. Il bike point ha tantissime bici a disposizione, molte delle quali city bike elettriche. Non potevamo che provare proprio quelle! Comode e semplici da usare, ci hanno permesso di fare salite ripide, come quella al Castello di Monselice. In totale abbiamo percorso quasi più di 30 km, affiancati da una guida d’eccezione, Andrea Facchinato, che conosce perfettamente il territorio e ce lo ha raccontato strada facendo.
Parte del sentiero ciclabile che abbiamo percorso si è sviluppato costeggiando il fiume, con scorci e panorami incantevoli e rilassanti, complice la giornata bellissima e il cielo azzurro che il tempo ci ha riservato. La nostra prima tappa è stata al Museo della Navigazione Fluviale, un vero scrigno di memorie, oggetti e tradizioni. Peccato non aver avuto abbastanza tempo per osservare ogni oggetto con calma e scoprirne la storia. Avremmo ascoltato per ore il responsabile Maurizio Ulliana raccontarci come si navigava una volta in questi canali, e come sono stati realizzati.
Il museo infatti, racconta la vita che si sviluppava su questi canali fluviali, la storia dei fabbri o “squeri” e come si viveva sui burci (il tipo di barca diffuso nel Veneto e simbolo della navigazione fluviale). Barche a fondo piatto, che per mesi navigavano i canali, portando merci tra Padova e Venezia, collegando l’entroterra alla laguna e al mare. É pieno di storia, non vorrete più uscirne. Rimarrete incantati da tutto quello che vedrete in ogni suo angolo e anche appeso al soffitto. Nulla è lasciato al caso, è un vero museo della memoria di questa tradizione, che non deve assolutamente scomparire, ma deve essere ricordata e tramandata. Ti consigliamo di visitarlo e di prenderti un po’ di tempo, almeno qualche oretta, per scoprire proprio tutto e godertelo appieno. É perfetto anche per i bambini.
Purtroppo, terminata la visita dobbiamo subito ripartire. Le cose da vedere sono veramente tante e non possiamo perdercele. Pedaliamo lungo il canale su un bel tratto di pista ciclabile (fa parte dei tracciati del Cammino di Sant’Antonio) e raggiungiamo Monselice, in particolare il suo castello. Come anticipato si trova sua una bella salita, che fortunatamente è stata facile da percorrere grazie alle nostre e-bike.
Lungo il percorso, appena superato il castello, inizia il Pellegrinaggio delle Sette Chiesette. Noi ci passiamo solamente davanti in bici, per raggiungere un punto panoramico su Monselice e poi ripartire per la nostra tappa gastronomica : l’azienda Vini Loreggian, ad Arquà Petrarca.
Qui facciamo tappa per una merenda, ossia un bel tagliere di salumi e formaggi con delle marmellate fatte in casa, veramente divine! Il tutto è sempre accompagnato dai loro ottimi vini, in particolare il Serpino dei Colli Euganei. Ci è piaciuto talmente tanto, che abbiamo comprato qualche bottiglia per assaporarla anche a casa.
Alla ricerca del significato della vita: Il Giardino Monumentale di Valsanzibio
Dopo questa pausa enogastronomica, il nostro percorso riprende e ci dirigiamo verso il Giardino Monumentale di Valsanzibio. Una tappa veramente green! I tempi per noi erano molto serrati, e anche in questo caso non abbiamo avuto abbastanza tempo per goderci ogni angolo di questo meraviglioso giardino. Ti consigliamo di prenderti tutto il tempo necessario per visitarlo, sicuramente più di qualche ora o anche se preferisci tutta la giornata. C’è un’area dedicata al picnic e al relax sul prato, dove potrai osservare il giardino e rilassarti nella natura. Il giardino è una vera scoperta. É riconosciuto come uno dei giardini più belli del mondo, per questo definito “la Versailles dei Colli Euganei”. Si tratta di un percorso che fa riflettere sul significato della vita e di come sia importante assaporare e vivere ogni momento. Oggi più che mai questo messaggio assume un significato più profondo, soprattutto dopo quello che abbiamo passato negli ultimi anni.
Per capirne il vero significato, un breve cenno storico è d’obbligo. Nel 1600 Venezia era invasa dalla peste nera e combatteva una guerra contro i turchi. Per questo motivo, il nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, supportato dai figli Antonio e Gregorio, Vescovo di Padova, decise di trasferirsi da Venezia a Valsanzibio. Mentre la moglie, colpita dalla peste, morì a Venezia, fece costruire questa splendida villa, con un giardino simbolico che riflette sul significato della vita. Era un vero e proprio voto, un ringraziamento per essersi salvato con i figli. Il nobile ha realizzato un itinerario con diverse tappe, dal portale di Diana, all’isola dei conigli (dove puoi trovare dei conigli veri), al famoso labirinto (uno dei labirinti più antichi del mondo, dove ci si può mettere alla prova e provare ad uscirne). Non voglio raccontarti tutto di questo giardino, solo incuriosirti un po’, perché merita una bella visita. Vedrai, ti farà riflettere e affascinerà tutta la famiglia.
Terminato il tour, noi risaliamo in sella alle nostre bici e raggiungiamo il frantoio Colli del Poeta ad Arqua Petrarca. Qui abbiamo partecipato a un’interessante spiegazione di come viene prodotto l’olio e un altrettanto invitante degustazione. Per degustare l’olio, ci viene spiegato come aspirare l’aria tra i denti, tenendo un po’ d’olio in bocca, per “risvegliare” i polifenoli, che danno il carattere all’olio di qualità. L’azienda offre tantissimi prodotti fatti in casa con l’olio prodotto e addirittura delle box regalo da poter acquistare per i propri amici e parenti.
La sera ormai è giunta e noi decidiamo di tornare verso l’hotel, per poterci rilassare ancora un po’ prima della cena. La giornata però non è ancora finita, e prima di sera, ci aspetta la visita al paese di Arquà Petrarca. Arquà Petrarca è il nome del famoso poeta, che qui ha vissuto gli ultimi anni della sua vita. Qui abbiamo modo di scoprire ed assaporare il frutto della giuggiola, e l’ottimo spritz Euganeo, dove al posto dell’oliva, viene usato appunto questo piccolo frutto. Dopo aver provato lo spritz inizia la nostra tipica cena Al Guerriero.
Una gita in barca secondo tradizione
L’ultimo giorno del tour è stato dedicato a una gita in barca. Ma non una barca qualunque, una barca speciale, chiamata caorlina. Le caorline nascono come barche da trasporto. Il nome derivata proprio dalla città di Caorle. Secondo la tradizione erano, appunto, barche utilizzate per il trasporto delle merci che viaggiavano da Caorle a Venezia. La capacità di carico di una caorlina è particolarmente notevole e sono barche dotate di grande stabilità. Pensa che si dice che possano stivare merci quante ne può portare addirittura un intero camion. Negli anni hanno subito un’evoluzione importante a seguito dell’abbandono della navigazione fluviale e lagunare per fini commerciali. Sono ora le vere protagoniste di molte regate e manifestazioni tipiche di voga alla Veneta. Oltre all’uso da regata, il Circolo Remiero El Bisato le ha riconvertite al turismo fluviale. Le caorline possono infatti traportare fino a 10 passeggeri, seduti comodamente in apposite panchine al centro dell’imbarcazione.
Su queste magnifiche barche, i vogatori del Circolo Remiero El Bisato, maestri di voga alla veneta, ci hanno accompagnato in un breve ma affascinante viaggio tra i canali attorno a Battaglia Terme. Durante il tour, abbiamo anche potuto vedere la conca di navigazione di Battaglia terme, una costruzione di alta ingegneria idraulica, inaugurata nel 1923. Si tratta di una sorta di “ascensore d’acqua” che permette alle imbarcazioni di superare un dislivello di circa 7 metri. Il dislivello che si crea tra il canale di sopra e quello di sotto: l’uno, artificiale (il Battaglia); l’altro, naturale (il Rialto). Ce ne avevano già parlato al Museo della navigazione fluviale, ma qui abbiamo avuto modo di vedere dal vivo la conca.
Degne di nota sono inoltre le ingegnose porte stagne, movimentate dalla sola pressione dell’acqua che crea aria compressa. Nonostante la loro imponenza non utilizzano motori elettrici. Le porte a monte hanno un’altezza di 6,10 metri e un peso di 14 tonnellate, mentre quelle a valle sono alte 10,60 metri e pesano 30 tonnellate. Queste ultime sono dette porte “vinciane”, in onore del suo illustre ideatore Leonardo da Vinci.
Il Castello del Catajo
Risaliamo sulle nostre caorline e scendiamo proprio vicino al Castello del Catajo, la nostra successiva tappa del viaggio. Un vero e proprio castello pieno di storie e leggende, con un parco enorme. Ogni stanza è piena di affreschi e aneddoti che la bravissima guida ci racconta con entusiasmo e passione. La parte più curiosa che vogliamo condividere, riguarda una parte del giardino. Nei primi anni del 1600 Pio Enea II, appassionato di teatro, aveva escogitato il modo per riempire d’acqua quella zona verde, grande quasi quanto una piscina olimpionica. Nell’acqua venivano infatti giocate le neumachìe, battaglie tra barche che sono state costruite appositamente per la scena teatrale.
Prima di rientrare in hotel, l’ultima tappa della gita è una degustazione alle Vigne del Pigozzo, ai piedi del maestoso Castello del Catajo. Percorriamo una stradina che dalla Statale ci introduce in una dimora signorile di campagna. Qui tutto ci racconta di una antica fedeltà della famiglia Salvan alla terra, gli edifici, l’aia in trachite, le barchesse. Intorno alla dimora possiamo osservare i vigneti, mentre all’ interno del cortile le cantine. Dal 1914 si producono i vini del “Pigozzo”, vini generosi che riscaldano i cuori e rallegrano lo spirito. Abbiamo assistito ad una breve ma intensa lezione di abbinamento tra vino e cibo, condito da buone chiacchere con la famiglia Salvan.
Ci ha colpito particolarmente l’ultimo calice che ci hanno servito: “Oltre il limite…e altro” che come recita l’etichetta è “un vino che scalda il cuore e rinsalda le amicizie”. La conclusione perfetta di un tour indimenticabile di 3 giorni.
Non ti resta che passare da queste parti e vivere, come abbiamo fatto noi, una vera esperienza di turismo sostenibile. Noi sicuramente torneremo per dedicare più tempo ad alcune tappe che ci sono piaciute e che vogliamo approfondire.
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