Vi abbiamo raccontato la prima giornata di #openbike, l’originario blogtour del marchesato, e dei momenti intensi alla scoperta di Saluzzo in mobilità sostenibile.

La seconda giornata non è stata da meno per emozioni, attività e luoghi che abbiamo visto.

Impossibile non notare, da qualsiasi parte si arrivi a Saluzzo, La Castiglia, antico castello dei Marchesi che sovrasta la città con tutta la sua maestosità.

La costruzione del castello di Saluzzo è databile tra il 1270 e il 1286. Il nome popolare Castiglia deriva dal plurale latino castella (i castelli). Inoltre la collocazione tattica alla sommità della città permetteva alla famiglia un controllo sul borgo.

Per più di 400 anni questo “castello” fu la residenza dei Marchesi di Saluzzo. Poi seguirono anni di abbandono; nel XIX secolo divenne il primo carcere moderno del Regno di Sardegna e conservò quest’utilizzo fino al 1992.

Successivamente, il Comune ha inaugurato all’interno del castello il Museo della Civiltà cavalleresca e quello della Memoria carceraria, unici in ItaliaDue mondi contrapposti sotto lo stesso tetto. Due musei che emozionano, fanno riflettere, sconvolgono. E noi siamo andati a visitarli.

Purtroppo l’apertura dei musei è solo dalle 15 alle 19: un orario un po’ ridotto a nostro parere, sia perchè ci vorrebbe quasi una giornata per visitarlo tutto con calma e scoprendo ogni cosa sia perché un orario prolungato di apertura permetterebbero anche più visitatori.
Vi assicuriamo che la visita ne vale la pena.

Partiamo dal Museo della Civiltà Cavalleresca, ricco di storia raccontata nel suo percorso tra affreschi, video multimediali, musica, ricostruzione di manufatti, fontane, fino alla statua di Ludovico II. Un percorso lungo 11 sale che vi porteranno indietro nel tempo, alla storia della società cavalleresca e del Marchesato. Da una prima analisi del mondo della cavalleria alla sala dedicata a Griselda, modello della moglie perfetta, per passare nella sala del marchese sfortuna Tommaso III e arrivare alle Donne di Saluzzo. La più suggestiva è quella dedicata al principe e condottiero Ludovico II.

Sapete qual è stato il primo tunnel d’Italia? Il “‘buco del Viso” fatto da Ludovico II nel XV secolo per il trasporto del sale tra Grenoble e #saluzzo.

Siamo poi passati a visitare il Museo della Memoria carceraria. Un museo che vi lascerà dentro qualcosa e allo stesso tempo vi sconvolgerà. Il percorso si sviluppa all’interno delle celle carcerarie ed è basato sulle storie dei protagonisti, usando le memorie dei ladri e delle guardie.

Qui trovate personaggi, da Lombroso a Pellico, da Giulia Faletti Colbert a Cavour, ma anche guardiani e funzionari dello Stato, che si reincarnano in ologrammi parlanti, e pericolosi briganti. Proprio come il Delpero, rappresentato nella sua cella da un manichino parlante che vi narra la sua storia.

Una parte è dedicato alla deportazione del popolo valdese e una sezione ai detenuti antifascisti. La storia passa dall’arte al cinema, alla letteratura e alla musica, come il celebre quadro riprodotto di Van Gogh La ronda dei prigionieri, a cui si ispira l’allestimento della sala circolare della relegazione.
Angusti corridoio dove per ogni cella ci sono spioncini attraverso i quali guardare, scoprire e ascoltare le storie dei prigionieri, oppure osservare le ambientazioni ricreate con gli oggetti ritrovati nelle celle della Castiglia, quando venne smantellata come istituto di pena nel 1992.

Dopo questa mattinata immersi nella storia di Saluzzo, andiamo con segway e bici elettriche a Staffarda. Qui anche oggi si svolge una tappa de La Scatenata, e infatti troviamo Chiappucci e un gruppo di ciclisti che si stanno riposando prima di ripartire a pedalare. Oltre agli “scatenati”, in questa tappa della corsa è possibili visitare un “museo” all’aperto di auto e modo d’epoca, allestito proprio per l’evento.

L’abbazia di Staffarda è uno dei grandi monumenti medioevali del Piemonte. La visita consente di osservare elementi interessanti dell’architettura romanica e gotica. I monaci cistercensi venuti dalla Francia vi edificarono un imponente complesso di costruzioni, tra cui la chiesa abbaziale, la foresteria, il chiostro. Nel 1750 Benedetto XIV affidò l’Abbazia all’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Questo luogo sacro è un piccolo gioiello, tutto da visitare, che ispira pace e spiritualità.

In un angolo dell’Abbazia si trovano 1200 pipistrelli ogni anno nel periodo di riproduzione. Naturalmente non è visitabile perché la quiete della colonia ne sarebbe inevitabilmente compromessa, ma potete avvicinarvi e sentirli 🙂

Mangiare

A Staffarda, vicino all’Abbazia, c’è il ristorante il Sigillo: cibo tipico e ambientazione familiare ma elegante fanno da cornice a questo locale all’ombra dell’Abbazia. Il ristorante propone piatti tipici regionali. Spesso il menù varia per offrire nuovi piatti in un’atmosfera tranquilla e rilassata e lontana dalla frenesia.

Video presentazione

Foto gallery

Marinella Scarico

Sono una Google Local Guide esperta di promozione turistica e web marketing. Viaggio raccontando il lato green del turismo.

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