Addomesticamento dei cavalli

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Se da un lato l’uomo ha fortemente modificato perfino la morfologia del cavallo dall’altra parte il cavallo ha straordinariamente influito sulla recente evoluzione della nostra specie....

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Se da un lato l’uomo ha fortemente modificato perfino la morfologia del cavallo (come testimoniano le forme dei cavalli domestici), dall’altra parte è anche vero che il cavallo ha straordinariamente influito sulla recente evoluzione della nostra specie.

Non fu facile addomesticare il cavallo, che fu infatti l’ultimo equide (zebra a parte) a essere asservito all’uomo.

Forse i primi addomesticamenti furono fatti in Asia, nelle steppe orientali, attorno al 5.000 a.C. Gli onagri (sottospecie dell’asino) furono addomesticati dai Sumeri nel III millennio a.C. e probabilmente ancor prima furono addomesticati gli asini dagli Egizi e dai popoli libici.

L’addomesticamento del cavalli fu un percorso lungo e difficile.

I cavalli selvatici vivono in gruppi in cui vi è un unico maschio adulto e molte femmine; i giovani maschi, man mano che si avvicinano alla maturità sessuale, vengono allontanati dal nucleo familiare; lo stallone (il maschio adulto) è pertanto il capogruppo e non tollera nessuno gerarchicamente al di sopra di sé. Per questo motivo lo stallone è difficilmente addomesticabile. Si deve infatti tener presente che nel processo di addomesticamento per lungo tempo si è sfruttato il fatto che gli animali riconoscono l’uomo come individuo della loro specie e di rango sociale superiore. Il motivo è piuttosto complesso: durante la fase giovanile in questi animali viena appresa l’appartenenza a una data specie. Se gli animali vengono allevati dall’uomo in questo periodo sensibile, essi lo riconoscono appunto come membro della stessa specie.

Da qualche anno si assiste a processi di approccio assai diversi, basati molto più sull’analisi del comportamento e del linguaggio dei cavalli e meno sull’imposizione gerarchica della dominanza dell’uomo sul cavallo.

I primi uomini che addomesticarono i cavalli dovettero incontrare forti difficoltà e il fatto che fecero di tutto per superarle si spiega con la grande utilità del cavallo. Questo animale sembra sia stato addomesticato per la prima volta da parte di popolazioni agricole che trovarono comodo avere un mezzo di locomozione rapido come il cavallo per collegare i diversi nuclei umani isolati.

È probabile che l’uomo inizialmente cacciasse il cavallo per la carne; successivamente li mantenne in vita entro recinti forse come riserva vivente di alimento; cominciò quindi a utilizzarli casualmente come cavalcature e poi come animali da tiro.

L’uso del cavallo come cavalcatura procurò un grosso vantaggio alle popolazioni, che impararono tale pratica, non solo per i loro spostamenti, ma anche per uso bellico.

Diversi popoli si specializzarono nell’uso del cavallo che rappresentò, ad esempio, la base dell’esistenza degli Unni: il cavaliere unno raramente scendeva da cavallo, sul quale persino dormiva.

A partire dal momento in cui il cavallo fu usato a scopo bellico, in molti popoli il possesso e l’impiego del cavallo vennero riservati agli appartenenti alla classe dominante.

L’importanza del cavallo nella guerra, nei trasporti e nei lavori agricoli durò fino al termine del XIX secolo. Poi, con l’avvento di macchine sempre più perfezionate, il suo impiego come mezzo bellico e di lavoro si è fatto via via più raro. Ora il cavallo è usato soprattutto per le attività sportive, come compagno di viaggio nel turismo equestre e si assiste anche ad una riscoperta del cavallo come compagno di lavoro nelle campagne.

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