Perché e dove praticare il tiro con l’Arco
Molti pensano che tirare con l’arco sia tirare una corda e scoccare una freccia. Dietro a quel gesto c’è preparazione, tecnologia...
La prima volta che ho tirato con l’arco ero in vacanza, da ragazzino, in un campeggio in Sardegna organizzato dai centri Rosseau. E’ stata la prima di tantissime esperienze di gioco, così può essere definito quando si tira senza sapere bene cosa si stia facendo, fin quando grazie a Decathlon siamo andati per la prima volta a tirare in un campo Fitarco. Ci si è aperto un mondo che ci ha appassionato e intrigato e da allora abbiamo deciso di studiare e approfondire di più questo nobile sport che non si incontra più così spesso nelle aziende turistiche. Mentre all’estero le aziende si organizzano per offrire quante più esperienze possibili ai propri ospiti, in Italia è più raro trovare un paglione e un paio d’archi scuola, un vero peccato per chi come noi arriverebbe portandosi la propria attrezzatura per allenarsi anche in vacanza. Visto che da pochi giorni sia io che Marinella siamo diventati istruttori ASI e uno degli impegni sarà diffondere questo sport. Ne approfitto per raccontarvelo e spiegare perché a mio avviso è uno sport da provare e da praticare.
Uno sport che fa bene anche al cervello
Molti pensano che tirare con l’arco sia semplicemente tirare una corda e scoccare una freccia. In realtà dietro a quel gesto c’è tanta preparazione, tanta tecnologia e tecnica e più passa il tempo più la necessità di replicare in modo identico 16 fasi che portano al corretto lancio di una freccia sortirà l’effetto di distaccarsi dal resto del mondo. E’ questa una parte affascinante del tiro con l’arco rispetto ad altri sport, per quanto ci si impegni nessun tiro è mai identico la precedente e quando ci si prepara a tendere la corda si inizia ad allenare il cervello godendosi appieno il momento e l’azione. E quando l’azione cessa e la freccia colpisce il suo bersaglio il cervello continua a lavorare, insieme alle gambe.Bisogna recuperare le frecce e capire i propri errori iniziando a pensare come ripetere il tutto cercando di migliorarsi sempre un pò. Ed è questo un altro lato affascinante dello sport, una continua sfida con se stessi, la propria muscolatura, la propria concentrazione e capacità di rifare tutto meglio di prima. L’effetto che si ottiene, a fine allenamento, è quello di sentirsi ricaricati e tonici e noi ne approfittiamo allenandoci la mattina per tornare a scrivania concentrati e rilassati.
Uno sport per tutte le età che fa bene al cuore
Dai 12 anni in su, fino a superare gli 80, il tiro con l’arco è uno sport che non comporta importanti sforzi fisici, permette di fare lunghe camminate e che è quindi di supporto a chi soffre di problemi cardiaci e deve rimanere in forma senza sforzarsi troppo. Per questo e tanti altri motivi è uno sport che non ha età, per quanto oggi giorno troppo poco praticato soprattutto dalle fasce giovani, anche bene dopo i 50 si può iniziare a tirare e scoprire quanto può essere divertente e rilassante.
Detto che per iniziare a praticarlo non servono grandi doti sportive si scopre presto che per praticarlo continuativamente è utile allenarsi. La conseguenza, assolutamente positiva, è che chi lo pratica si trova poi a fare pesi e stretching anche quando non tira per garantire alle braccia il giusto supporto e il beneficio che ne consegue è che, magari dopo anni a non allenarsi, si torna in forma e tonici anche quasi a 50 anni come il sottoscritto.
C’è da sottolineare, altro fattore che rende affascinante questo sport, che si tratta di uno sport accessibile: non solo chi non ha la mobilità degli arti inferiori può tirare allo stesso livello di un normodotato ma esistono centri sportivi adeguatamente attrezzati in grado di far praticare questo sport a persone ipovedenti e non vedenti.
A chi rivolgersi per iniziare a tirare?
Esistono varie organizzazioni che si occupano di questo sport: la FIARC, tiro di campagna, la FITARCO e la ASI sono quelle più importanti. Per tirare in sicurezza, sia che siate dei futuri tiratori che una struttura che ha deciso di aggiungere questo servizio alla propria offerta, si deve essere iscritti ad una di queste organizzazioni e avere una copertura assicurativa che viene fornita insieme all’iscrizione. Noi siamo soci sia di FITARCO che di ASI ed entrambi istruttori ASI, abbiamo scelto questa seconda associazione per il nostro percorso sportivo professionale perché ha un approccio meno competitivo e più aperto a chi come me si allena per proprio piacere personale e non per competere ad alti livelli. Ovviamente è nella natura di FITARCO la competitività, sono dell’idea che anche loro dovrebbero aprirsi maggiormente agli sportivi non professionisti.
La scelta della propria associazione è personale e può dipendere da molti altri fattori. Mentre in FITARCO l‘arco compound e l’arco nudo olimpico sono gli archi che vengono utilizzati e insegnati in FIARC e in ASI c’è spazio anche per quello tradizionale e per percorsi 3D, campi che simulano la caccia attraverso sagome di legno permettendo così diimparare altre tecniche di tiro come quello istintivo senza un mirino e senza altri supporti se non la propria abilità.
In ogni caso prima di prendere in mano un’arma e iniziare ad utilizzarla ci si deve rivolgere ad un professionista abilitato e ad una struttura in grado di insegnarne l’uso corretto: se avete un’azienda turistica e siete interessati ad offrirlo come servizio un corso di tiro e un corso istruttori di primo livello, corso che è possibile fare anche online, è sicuramente il modo giusto per farlo in sicurezza. E per offrire ai propri ospiti un viaggio nel viaggio appassionando loro, dai bambini ai nonni, ad un nuovo sport dalle origini antiche e dedicandovi voi ad un’attività utile per rilassarsi e divertirsi.
La cultura e la storia del tiro con l’arco
Altro argomento interessante è la storia del tiro con l’arco, sport che in Italia inizialmente era dedicato solo alle signore, e alla nascita di quest’arma primordiale che si è evoluta tantissimo. Basta osservare la complessità e la meccanica di un mirino da arco olimpico per capire quali passi avanti siano stati fatti me è altrettanto stimolante curiosare e scoprire arti e materiali del passato e come da un ceppo di legno si possa arrivare ad un’arma da caccia così affidabile e precisa. E, anche se so che non serve chiarirlo, l’uso moderno dell’arco nulla ha a che fare o che vedere con la caccia reale: chi come me tira a sagome di un cervo nella vita normale non si sognerebbe mai di abbattere un animale reale. Di contro è vero che ha preso piedi anche come arma da caccia e io, che non amo di principio i cacciatori, rimango dell’idea che se proprio si deve sia più dignitoso un cacciatore con l’arco che deve arrivare a breve distanza dalla preda per colpirla rispetto ad un cacciatore con fucile e mirino di precisione che se ne può stare al caldo ad attendere che la preda passi.
Cosa faremo noi di più turismo per il tiro con l’arco?
Proveremo a portare un pò della nostra passione raccontandovi questo sport e iniziando a mappare e rendere pubblici e facilmente accessibili tutti i campi outdoor che offrono ospitalità agli arcieri in viaggio. Come per i diving e i maneggi avranno un loro progetto dedicato allo sport del tiro con l’arco per chi è in movimento rendendo più facile e semplice interagire e trovare campi 3d, campi olimpici e semplici campi attrezzati in cui andare a trascorrere qualche ora dedicandosi allo sport più bello che abbiamo mai praticato.
A questo affiancheremo un servizio di supporto, tramite servizi più turismo, per quelle aziende che decideranno di dedicare parte del proprio spazio esterno a questo sport: verranno affiancate nella scelta di tutto il necessario, nella formazione di base e nel prepararsi ad affrontare la sfida di gestire ospiti tiratori nelle proprie strutture creando un nuovo servizio che secondo noi non dovrebbe mai mancare degli agriturismi.
I nostri allenamenti:
Mauro Lattuada
Amo viaggiare in luoghi dove non vanno in troppi, amo la montagna ed il mare, nuoto e volo volentieri e tiro con l'arco olimpico. Sono operatore DAE Laico e operatore di primo livello di Protezione civile