E sono sicuro che se questa battuta la fai alla cuoca, per quanto non sia né fiorentina né italiana (ma te ne accorgi solo quando esce dalla cucina a salutare, arriva dal Congo e cucina come i migliori chef locali). le strappi un sorriso.

Perché la sera, all’ombra del pergolato delle ex stalle riadattate a comfortevoli ed eleganti mini appartamenti, mentre sorseggi la rossa locale prodotta naturalmente nell’annesso birrificio, senti le note del jazz, in sottofondo, che arrivano dalla cucina e pensi di stare abbastanza vicino al paradiso.

E lei lo sa bene, come lo sanno tutti quelli che lavorano qui, sempre con un sorriso smagliante e di ottimo umore, e dopo averci passato un week end si può capirne i motivi.

Siamo nel cuore della Toscana, a Monterotondo Marittimo, e il punto di partenza, e di appoggio, di questo viaggio è l’agriturismo San Ottaviano, posto in una bellissima vallata e munito di piscina, ristorante e, soprattutto, di un birrificio interno. Il difficile diventa quindi allontanarsi da qui, la tentazione di non uscire dalla piscina e di non mollare la birra diventa fortissima.

E l’itinerario inizia proprio con la visita al Birrificio de’ Neri, all’interno degli storici locali restaurati. La costruzione, tutta, in sé è bellissima e imponente, e probabilmente prende vita attorno al 1800 con varie fasi di modifica. Conserva intatto lo stile classico sia negli esterni sia negli interni, con il recupero di vecchi attrezzi e l’utilizzo di oggetti e materiali di un tempo, dagli otri in terracotta ai grandissimi bauli in quercia per conservare l’olio.

Il birrificio, essenziale e ancora manuale e non elettronico, produce una bionda e una rossa fermentate naturalmente e rifermentate in bottiglia. L’orzo necessario alla produzione viene prodotto direttamente da loro li accanto, e presto anche il luppolo prenderà vita a poche decine di metri dal centro di produzione.

Da qui la birra parte per tutta la Toscana, a fare felici intenditori come me che, da bravi bevitori, dopo una visita al Birrificio De’ Neri hanno scoperto tutto anche del processo di produzione e fermentazione della spumeggiante bevanda.

Come per il vino migliore, anche la loro bottiglia riporta la dicitura “prodotte ed imbottigliata da” e un solo nome, segno di garanzia sulla selezione e sulla scelta di ogni ingrediente, e sulla qualità della lavorazione.

Francesco vi guiderà a scoprire questi segreti, orgoglioso (a buona ragione) del modo ancora naturale e tradizionale con cui produce le sue birre, e fiero nello spiegarvi che le assi di legno delle case sono annerite dalla fucina che ha vissuto per decenni in quei locali, facendovi andare con la fantasia indietro di qualche secolo, quando si ferravano i cavalli e ci dissetava pescando la birra col boccale direttamente dal tino.

Da San Ottaviano, in 30 minuti, è possibile raggiungere il Parco Naturalistico delle Biancane, dal 2010 patrimonio dell’Umanità e inserito nella rete dei geoparchi internazionali.

Osserviamo da vicino un fenomeno che si trova solo qui, in Islanda e in Nuova Zelanda: vedere uscire, naturalmente, il vapore acqueo dalla terra è interessante, oltre che affascinante. Gli affioramenti denotano la presenza di altissime temperature sottostanti e l’ingegneria ha portato l’uomo a sfruttare il più possibile questa fonte naturale e inesauribile di energia.

Grandi ciminiere fumanti (per fortuna solo di vapore, quindi nessun inquinamento, anche se da vicino alcune ricordano il mitico cartone animato I Simpson e la ciminiera di Springfield) muovono turbine che producono così energia a basso impatto e solo con la spinta data dal vapore pescato qualche centinaia di metri sotto. Le centrali, anche se spesso contestate, riescono ad alimentare il fabbisogno di tutta la zona, sia di energia sia di acqua calda, che viene convogliata con tubature fino a raggiungere tutte le vicine città.

A breve distanza dalle Biancane è la fabbrica aperta: i turisti possono addentrarsi nel cuore della centrale seguendo un percorso che spiega il funzionamento del processo di produzione.

Capita così che tornando all’auto incontriamo una volpe, così docile e abituata alla gente da fermarsi a pochi metri da noi, accucciandosi nella sua tana sotto a un pino, rendendo indimenticabile una delle tante tappe di questo viaggio in Toscana.

Nel pomeriggio dopo il pranzo finiamo la nostra gita a Populonia con la sua imponente fortezza. Antica città etrusca fu uno dei più popolari centri del mondo antico per la lavorazione e il commercio del ferro. E’ situazione in cima ad una collina e circondato dal mare, ha un fascino particolare questo piccolo borgo con la sua imponente fortezza e le mura che racchiudono piccole viette storiche piene di negozietti e reperti storici.

Dormire

Nel cuore della Toscana, in un’oasi di tranquillità e pace, in mezzo a campi e animali selvatici, potete trovare l’agriturismo San Ottaviano.

Mangiare

Per palati fini, con piatti molto ricercati (e splendidamente eseguiti, come gli spaghetti al riccio di mare e i piatti fuori menù con pesce appena pescato) il Poggio ai Santi. La sua terrazza con vista sul panorama toscano, il mare e l’isola d’Elba, è un’oasi riservata e di alto livello, si rimarrebbe sempre lì. Anche in questo caso una enorme operazione di recupero dell’originale, in un ambiente raffinato e disseminato di tracce del passato, arredato con una cura e una classe impeccabile. La ciliegina sulla torta è il bar e il barman 5 stelle (nella mia personalissima qualifica, e credo non solo la mia), che condendo tutto con menta e piante che coltiva nella zona aperta e soleggiata del locale, vi delizierà con drink, alcolici e non, indimenticabili. Una vera e proprie esperienza dei sensi, tutti.

Per buone forchette (per la prima volta non abbiamo terminato in due la mastodontica e squisita fiorentina che ci hanno servito) e per provare la vera cucina fiorentina di un tempo, c’è La Gratella, all’interno dell’Agriturismo San Ottaviano ma indipendente. Le sale sono arredate con la stessa classe e cura dell’agriturismo, la selezione dei piatti è varia e a base di carne, con generosissimi antipasti di salumi locali. Se avete poi la fortuna di cenare all’esterno, rimarrete deliziati dalla vista sulla vallata, sorseggiando birra e guardando il sole che lentamente tramonta.

Video presentazione

Mauro Lattuada

Amo viaggiare in luoghi dove non vanno in troppi, amo la montagna ed il mare, nuoto e volo volentieri e tiro con l'arco olimpico. Sono operatore DAE Laico e operatore di primo livello di Protezione civile

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