Si parte dalla Masseria, dopo aver fatto colazione con i prodotti locali: miele, yogurt, frutta secca, pane e “pizzi”, formaggi e un buon caffè. Si attraversa un vero e proprio “museo diffuso”, ricco di testimonianze della vita campestre, quali masserie fortificate, cripte, neviere, sentieri di campagna, torri colombaie, pozzi, “silos” (fosse granarie), pietre di confine risalenti al ‘700 inglobate nei muri a secco che delimitano i tratturi. Questi in alcuni tratti coincidono con le centuriazioni romane (divisioni agrarie di età romana). Lungo il percorso è frequente incontrare greggi ma anche animali selvatici tra cui volpi, ricci, ramarri e, in inverno la meravigliosa Aquila minore, un rapace maestoso che dall’Europa del nord viene qui a svernare.
Tutto il percorso è avvolto da una densa e varia vegetazione spontanea che va dalla macchia mediterranea a quella dei pascoli: alberi di pero selvatico, olivastro, cespugli di more. Anche i coltivi sono intrisi di naturalità, infatti tra gli ulivi, i fichi, i carrubi crescono maestosi corbezzoli e mirti. Splendide leccete sono la testimonianza di boschi che ricoprivano il territorio senza soluzione di continuità.