Solitamente la pratica di turismo equestre viene concentrata nei periodi primaverili ed estivi e si dimentica la bellezza dell’ambiente autunnale e l’unicità di un contesto invernale, ancor più unico se arricchito di neve.
La peculiarità di un’esperienza a cavallo sulla neve sta proprio nel contesto circostante, candido e ovattato. Un contesto silenzioso e quasi surreale che porta il cavaliere ad immergersi in un mondo “sconosciuto” e a stringere con il cavallo un’intesa e una fiducia ancora più profonda. Il cavaliere è chiamata ad ascoltare il cavallo, a incoraggiarlo e a rinsaldare quel legame di fiducia e rispetto reciproco che è alla base del turismo equestre.
In questo ambiente, infatti, anche il cavallo si trova a vivere una situazione atipica. Seppur abituati alla neve (molti sono i cavalli che vivono in territori nevosi), l’animale deve far affidamento a tutti i propri sensi per percepire cosa c’è sotto il manto nevoso.
La neve camuffa e cambia l’aspetto dell’ambiente circostante e i cavalli si predispongono a riscoprire un territorio che magari già conoscono ma che devono riscoprire in una nuova veste.
La vista aiuta sino ad un certo punto, al resto ci pensano l’udito, l’olfatto e il tatto.
A cavallo sulla neve: accorgimenti per cavaliere e cavallo
La neve, soprattutto a causa dei sbalzi termici tra giorno e notte, può nascondere piccole insidie. È perciò importante affidarsi a guide esperte e cavalli d’esperienza.
Rivolgersi ad una guida del posto può aiutare a vivere un’esperienza indimenticabile, in tutta sicurezza.
Solo un occhio esperto è capace di leggere i segnali della neve, riconoscere eventuali lastre di ghiaccio ricoperte da neve portata dal vento o la presenza di avvallamenti e eventuali buche sotto il manto nevoso.
In generale bisogna evitare zone con una coltre di neve che superi il mezzo metro e che renderebbe davvero difficile e pericoloso il movimento del cavallo. È preferibile percorrere sentieri battuti, con un terreno solido (come le vecchie mulattiere) dove il manto si compatta e dove non si affonda troppo.
Quando la neve lo permette, è possibile anche variare l’andatura, procedendo al trotto o al galoppo. All’aumento della velocità cavallo e cavalieri sono chiamati a stringere ancor di più la loro intesa. Piccole nubi di pulviscolo bianco si alzano e i sensi del cavallo si attivano al massimo. Le narici si allargano e le orecchie si drizzano, richiamando il cavaliere ad un ascolto che porta il binomio alla perfetta simbiosi.
L’insidia maggiore per il cavallo è nella stabilità del proprio passo. Il fondo troppo soffice o ghiacciato può, a volte, minacciare la stabilità dell’animale.
Esistono però molti rimedi. Qualora si utilizzasse una ferratura, la prima opzione è quella di applicare punte in vidiam nella parte inferiore del ferro. Un secondo rimedio prevede la sostituzione di alcuni chiodi con altri specifici per il ghiaccio e il terzo è quello di applicare dei ramponi da ghiaccio. Quest’ultimi vanno però tolti al termine del terreno difficoltoso, per evitare di causare problemi e complicazioni alla struttura meccanica del cavallo.
Se si conosce il territorio e l’animale è già abituato, è possibile anche andare a cavallo sulla neve “scalzi” (senza ferrature).
In quest’ultimo caso, come nei precedenti, è però sempre importante controllare lo zoccolo del cavallo affinché non si formino degli strati di neve compatta che vanno ad alterare il movimento dell’animale.
Per evitare questo problema, qualora il cavallo sia “scalzo”, è possibile espellere la neve in eccesso con qualche passo di trotto. Qualora invece si utilizzino i ferri, si possono applicare delle solette o dei tubicini lungo il perimetro del ferro, che forzano l’espulsione della neve impedendo il formarsi di una stratificazione compatta.
[rcblock id=”130786″]