Si legge su Treccani che “orrido” deriva dal latino horrĭdus, derivato di horrēre “esser irto, ruvido; far inorridire; provare orrore”. Eppure, più che spavento e raccapriccio, gli Orridi di Uriezzo, in valle Antigorio, suscitano un’impressione di stupita meraviglia.
Recarvisi offre l’opportunità di calarsi e di camminare sul fondo di antri bui e misteriosi le cui pareti narrano una storia antica, dei tempi in cui in queste strette gole scorrevano impetuosi torrenti subglaciali ed energiche cascate, trasportando una gran quantità di detriti che turbinando hanno operato una profonda azione erosiva.
I principali orridi in cui è possibile addentrarsi sono: l’Orrido Nord-Est, nei pressi della piccola Chiesa di Santa Lucia, l’Orrido Ovest, formato da due tratti distinti in successione, e lo spettacolare Orrido Sud, il più lungo e profondo, del quale non si vorrebbe più lasciare la magica atmosfera e l’umida penombra dei tortuosi cunicoli, rotta dai riflessi colorati di luce filtrante che illumina le grandi cavità subcircolari aprentesi a tratti. Altri orridi tuttora attivi, ancora percorsi dal Toce, sono ammirabili dall’alto per mezzo dei ponti che li sovrastano. Nel complesso, l’insieme così peculiare dei segni abbondanti ed evidenti di modellamento fluvioglaciale presenti in questo territorio si è meritato il nome ormai noto di “giardino glaciale dell’Ossola”.
Non distante dall’Orrido Sud, a Maiesso, dove ancora scorre il Toce e poco prima che esso accolga le acque del torrente Devero, suscitano grande ammirazione le “marmitte dei giganti”, grandi cavità emisferiche o cilindriche scavate dalla corrente vorticosa delle acque di fusione del ghiacciaio, che trasportavano sabbie e ciottoli dalla potente capacità abrasiva.
La visita agli orridi e alle marmitte non ha un percorso obbligato, può essere condotta a proprio piacimento, con partenza da Premia, Verampio (frazione di Crodo) o Baceno. Io suggerisco di avviarsi proprio da qui, percorrendo la mulattiera che si imbocca accanto alla Chiesa romanica di San Gaudenzio, uno dei più imponenti edifici sacri dell’Ossola, adorna al suo interno di affreschi e arredi di gran pregio artistico; sulla sua facciata campeggia la maestosa immagine di San Cristoforo, protettore dei viandanti e dei mercanti che percorrevano la Via dell’Arbola e la Via del Gries, storiche strade lastricate che per secoli hanno consentito il transito di uomini, merci e idee.
Chi è interessato all’architettura religiosa non può trascurare la visita al piccolo Oratorio di Crego, dal caratteristico peristilio con quarantotto colonne in serizzo antigoriano, edificato su uno sperone roccioso da cui si gode di un panorama d’eccezione sulla Valle Antigorio e le cime circostanti.
Chi desiderasse essere accompagnato alla scoperta di questo magnifico itinerario, che può soddisfare tanto gli appassionati di peculiarità geologiche e naturalistiche quanto gli estimatori di arte e storia, puoi contattarmi: saprò raccontare e fare amare questo luogo indimenticabile.
Mangiare e dormire
Suggerisco il Rifugio Monte Zeus, vicino all’Oratorio di Crego, che vi accoglierà con la calda ospitalità di montagna. Prima di recarvisi occorre verificare il periodo di apertura.